Spigolando Cap. 4: Le confessioni a Falcone e Borsellino – Eravamo rimasti ai diritti negati dei parenti dei Collaboratori di Giustizia e di tutte le falle del sistema di protezione, che se non verranno tappate, faranno affondare tutto il sistema di contrasto alle mafie, forse per quello ci addestrano a compiacerci dei naufragi, intanto…
Se potessero rilasciare interviste come il celeste Formigoni, anche i Collaboratori e i loro parenti, potrebbero parlarci delle case nelle quali li fanno vivere, sempre le stesse, dove si alternano sempre nuove famiglie e poliziotti, dove i contraenti dell’affitto, non sono loro con le nuove identità che non hanno, bensì sempre quello stato, che non riesce a fornirgliele, scoprendoli così ulteriormente.
N
on ci vuole molto a capire chi occupa quelle case, specialmente se sei costretto a rimettere il tuo vero nome, perché lo Stato non è stato in grado di fornirti neppure la copia di un documento falsificato da lui medesimo ed andato smarrito.
Senza quelle nuove identità, non vedono neppure riportati i loro titoli di studio, le pregresse attività lavorative per poter compilare un curriculum, è un dramma anche comprare un’auto e andare a scuola…
Sbattuti da una parte all’altra, messi a tacere, privati di quei diritti di base, come la sicurezza, il diritto al lavoro ed allo studio, che non posso denunciare per il dovere del silenzio, che lo stato impone loro…
Qualche dubbio dovrebbe sorgere comunque, anche nelle menti “garantiste” che concedono a Formigoni e ai boss in attività, scenari ben diversi, fatti di diritti, battaglie mediatiche, avvocati di grido e Giudici internazionali ad occuparsene, sollecitati dagli stessi boss che, sempre in materia di avvocati, non si fanno davvero mancare niente…
Buscetta lo disse subito a Falcone che parlare dei mandanti, dei collusi di Stato, avrebbe rappresentato un rischio enorme per entrambi, che sarebbe stato ritenuto pazzo lui, e quindi screditato, mentre Falcone sarebbe stato ucciso, ognuno dai suoi…
Per quello, si lasciano sempre per ultimi, quei nomi tanto pericolosi, tanto ultimi da arrivare col buio, così non li vede nessuno…
Anche Gaspare Mutolo, cedette al fascino dell’onestà e del coraggio di Falcone ma quando si decise a collaborare, era troppo tardi per farlo con lui, il Palazzo dei veleni aveva colpito e quindi Falcone lo voleva affidare ai Giudici di Palermo ma Mutolo si oppose:
“Quel Palazzo è uno scolapasta”
Quando però Falcone gli propose il dott. De Gennaro, accettò:- Quello si, perché sapevo che Cosa Nostra lo voleva morto…
Poi Falcone venne ucciso e Gaspare disse allora che avrebbe parlato solo con Borsellino.
E parlarono a lungo, ancora una volta di infiltrati illustri e mandanti ma anche Mutolo disse a Borsellino che se li avesse fatti subito quei nomi, avrebbero fatto di tutto per screditarli con calunnie e attacchi strumentali, senza disdegnare il tritolo. Quindi ne parlarono ma non li verbalizzarono, quel venerdi, lo avrebbero fatto il lunedì seguente, quello che non seguì mai, perché Paolo Borsellino venne fatto esplodere sotto casa di sua madre, quella domenica stessa, insieme agli uomini della scorta, come d’abitudine.
D’altro canto siamo uno stato forte, gente civile, non vorremo mica focalizzarci sui brandelli? Non saremo mica animati da spirito di vendetta, noi, cultori dei diritti civili, contro questi uomini d’onore che in carcere hanno preso 8 in condotta, studiano, lavorano, danno anche un colpetto alla moglie, cioè cose che tu non ricordi neanche più… sebbene si tratti probabilmente di messaggi in codice, tanto per ricordare ai quelli che gli debbono dei favori chi c’è l’abbia duro tra di loro.
Dopo il terrore iniziale da parte di Gaspare, che ancora doveva finire di parlare e già si era visto esplodere i due nostri migliori Giudici, quegli uomini che stimava e di cui si fidava… finì per parlare lo stesso, proprio per onorarne il coraggio e la memoria.
Avremmo tutti molto da imparare da questi uomini, conoscendo le loro storie, quelle che potrete continuare a leggere domani nel Capitolo 4.
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Spigolando Cap. 4: Le confessioni a Falcone e Borsellino. E fu Strage! / Francesca Capretta / Redazione
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