GUARDIA DI FINANZA PAVIA OPERAZIONE IRON COIN. SMASCHERATA FRODE FISCALE DA OLTRE 40 MILIONI DI EURO DIRETTORE POSTALE RUBAVA L’IDENTITÀ DI IGNARI CLIENTI. 7 RESPONSABILI ARRESTATI. (VIDEO)
Operazione Iron Coin: smaschera frode fiscale smascherata dalla GdF
span style="color: #202124;">Una maxi frode da oltre 40 Milioni di euro nel settore del commercio all’ ingrosso di metalli ferrosi è stata scoperta dalle fiamme gialle pavesi.
L’operazione “IRON COIN”, coordinata dal Procuratore Aggiunto Mario Venditti e dal Sostituto Procuratore della Repubblica Valeria Biscottini, è scattata alle prime luci dell’alba di quest’oggi e ha disarticolato un’associazione a delinquere transnazionale capeggiata da due imprenditori italo-svizzeri.
In tutto sono sette le ordinanze eseguite quest’oggi.
In carcere sono finiti i promotori della frode: due fratelli incensurati D.P e D.A. unitamente a F.C., ex direttore dell’ufficio postale 2 di Vigevano. Mentre ai domiciliari sono finiti i due figli dell’ex direttore e un’altra persona coinvolta nella maxi frode.
Peculato, frode fiscale, uso indebito di carte di credito sono alcuni dei reati contestati, a vario titolo, ai membri dell’associazione a delinquere.
Le indagini sono state originate dall’ approfondimento di operazioni sospette effettuate principalmente dall’ ufficio postale vigevanese di cui il F.C. era direttore.
Transazioni bancarie a sei zeri che non sono passate inosservate e che hanno spinto le Fiamme Gialle pavesi a scavare nei conti del direttore e dei suoi familiari.
È stato così scoperto un vortice di fatture false e bonifici in transito sui conti correnti di svariate società, tutte scatole vuote, aventi sede in Lombardia, Piemonte e Friuli Venezia-Giulia che celavano l’attività fraudolenta dei due fratelli italo-svizzeri, oggi arrestati, amministratori di una società anonima elvetica e veri dominus di una serie di società italiane ed estere – con sedi in Svizzera, Slovenia e Croazia -, operanti nel settore della lavorazione dei metalli ferrosi.
Scopo del milionario giro di fatture false era frodare l’IVA, che di fatto non veniva versata nelle casse dello Stato.
I conti correnti, inoltre, erano collegati a decine di carte prepagate intestate a ignari clienti dell’ufficio postale a cui era stata rubata l’identità approfittando della momentanea disponibilità dei loro documenti acquisiti durante le operazioni di sportello.
L’operazione odierna conferma il costante impegno della Guardia di Finanza a tutela della legalità del libero mercato e della lecita concorrenza tramite il monitoraggio dei flussi finanziari e il controllo dei circuiti di pagamento.
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