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Castellammare di Stabia

Il rischio della crisi e il dovere di ripartire

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o spagnolo napoletano resta il simbolo, anche nella notte in cui è stato il sottomarino giallo a prendere il largo, quella squadra che lo stesso Reina per tre stagioni aveva trascinato ai successi. La pratica però va subito archiviata, il rischio è che il fantasma della crisi per la squadra di Sarri si sia purtroppo materializzato. Parlare di rischio può sembrare addirittura un eufemismo, due sconfitte e due pareggi negli ultimi venti giorni tra campionato e coppa sono un campanello d’allarme che sarà complicato ora mettere a tacere: spodestati dalla Juve in vetta alla classifica, eliminati in Europa League dal Villarreal e con Higuain che non fa più gol. Dati oggettivi. Si può discutere sui risultati che non sono specchio delle prestazioni, si può argomentare il periodo negativo del Napoli, con il fisiologico calo di una squadra che per tre quarti di stagione è andata a mille, superando le più rosee aspettative. Ma sarà difficile non fermarsi un attimo — forse anche più di un attimo — e concentrarsi su una sana autocritica. Fare un passo indietro sulle proprie convinzioni può essere più utile di ostinarsi a respingere le polemiche e le critiche degli addetti ai lavori e dei tifosi. L’Europa League può restare un triste ricordo, ma il Napoli ha ancora tanto da giocarsi in questa stagione. Inutile recriminare sul mercato che non ha dato i cambi giusti, miope snocciolare dati sullo stato di salute dei singoli calciatori. Assurdo — e qui siamo pienamente d’accordo con Sarri — attribuire tutte le colpe a Higuain. Capocannoniere della serie A e indicato tra i tre centravanti più forti d’Europa, ieri però ha recitato il ruolo della comparsa. Il Napoli oggi non deve fare i conti con le energie fisiche che inevitabilmente sono venute a mancare, ma scendere a patti con uno stato mentale che può essere prossimo alla depressione. La Fiorentina, lunedì sera, è lì che aspetta. Può legittimamente aspirare al terzo o anche secondo posto in campionato, la squadra di Sarri non dovrà essere la sua vittima sacrificale. Serve coraggio e sangue freddo. Occorre ora la massima razionalità per capitalizzare quanto di buono fatto fino a un mese fa. Va bene, il Napoli ha perso la vetta della classifica dopo lo scontro diretto con la Juventus. Ma per un solo punto. E da lì che Sarri dovrà ripartire per concludere la stagione nella maniera migliore possibile. Nessuno all’inizio del campionato avrebbe mai chiesto lo scudetto, e nessuno oggi vuole che sia l’obiettivo da raggiungere a tutti i costi. Il Napoli ha soltanto il dovere verso se stesso di allontanare la crisi e di rimettersi in carreggiata. Non per dimostrare, ma per dare merito alla propria forza. Il bivio più delicato della stagione per ora tiene gli azzurri in difficoltà, ma la tappa di Firenze in campionato è una curva a gomito che può essere superata. Sarà la sfida tra le due italiane che hanno salutato l’Europa nella stessa notte.

corriere del mezzogiorno

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