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Calenda, cena annullata: “Al Pd serve uno psichiatra”

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a cena per rincontrarsi, per pianificare una strategia di opposizione, non è stata fatta più. Carlo Calenda, l’organizzatore, manifesta l’amarezza e la rabbia per come sono andate le cose.

In diretta a Circo Massimo su Radio Capital, ha detto che ai dirigenti del Pd “non importerà” di essere sconfitti alle prossime elezioni europee e regionali: “Quello che importa a loro è il congresso. Sta diventando un posto in cui l’unico segretario che si dovrebbe candidare è il presidente dell’associazione di psichiatria”.

“Sono convinto che alle prossime europee il Pd non ci debba essere”, dice. “Serve un fronte repubblicano, progressista, che recuperi la parte di classe dirigente locale e nazionale capace, ma che spazzi via un partito che ha come unico obiettivo quello di spartirsi una torta sempre più piccola tra dirigenti che sono usurati, che pensano solo a questo dalla mattina alla sera”.

“Con Gentiloni e Minniti parlo continuamente. Nel Pd c’è un’entità, che si chiama Renzi che non si capisce cosa voglia fare e che va avanti per conto suo. È una roba un po’ singolare. È stato un presidente del Consiglio che all’inizio aveva veramente voglia di cambiare l’Italia e che ha fatto cose buone. È un grosso peccato”. “L’unica cosa che vuole fare il Pd in questo momento – analizza l’ex ministro – è una resa dei conti fra renziani e antirenziani in vista di un congresso che doveva esserci, per me, settimane fa, e tutto sarà paralizzato in questa cosa di cui al paese non frega nulla. Nel frattempo, l’opposizione si fa in ordine sparso”.

“In tutta la storia politica ci si incontra, nei partiti, fra persone che la pensano allo stesso modo – dice Calenda – Renzi per anni ha detto di essere contro ai caminetti, ma con lui c’era un caminettino: lui, Lotti e la Boschi. Uno degli invitati alla cena, Gentiloni, appoggia Zingaretti. Quindi non era una cena contro Zingaretti. Il focus della cena era come fare opposizione, non un congresso”.

“Il quadro è drammatico, ed è drammatico perché nessuno parla con nessuno, non ci si fida di nessuno, qualunque iniziativa viene presa come un’aggressione contro altri. Basti pensare che Gentiloni e Renzi non si parlano dal 4 marzo. Ma se rispetto alla situazione generale la reazione del partito di opposizione è questa – si chiede Calenda – come facciamo a stupirci che stiamo al 16%?”.

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