Salvini: i sovranisti cambieranno l’Europa. Zingaretti: sarete del tutto marginali

Il leader della Lega, Matteo Salvini, ed il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, hanno espresso...

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Il leader della Lega, Matteo Salvini, ed il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, hanno espresso il proprio parere sul ‘peso’ del primo partito italiano (la Lega che, ad oggi, si identifica nei sovranisti) all’interno del Parlamento europeo.

Per Zingaretti:

“L’aggressione sovranista alle istituzioni europee è fallita […]. Dentro il Parlamento europeo c’è un’ampia, solida e forte maggioranza che ha la voglia di cambiare l’Europa ma di difendere e rilanciare il grande sogno europeo. Questo colloca le forze sovraniste anche italiane in una posizione di marginalità”.

Dall’altra parte, anche Matteo Salvini ha commentato a caldo i risultati della serata elettorale ma, dal suo punto di vista, ha annunciato che c’è «un’Europa che cambia».

Ed allora proviamo a vedere come dovrebbe essere composto il prossimo Parlamento europeo e quindi a capire quali sono le alleanze possibili. che dovranno essere comunicate per il 24 giugno.

Premesso questo, vediamo la possibile composizione del prossimo Europarlamento basandoci sui dati forniti dal sito del Parlamento europeo, dove sono visibili i risultati relativi a tutti e 28 gli Stati membri, e aggiornati l’ultima volta alle 12.21 del 27 maggio, e proviamo a capire se i margini di incertezza esistenti (per le possibili alleanze) potrebbero essere determinanti o meno.

Quante chance hanno i «sovranisti»

Il Partito che elegge più deputati è il Partito popolare europeo, seguito dai socialisti, liberali e verdi. Per conteggiare il peso dei «sovranisti» bisogna però tenere conto del fatto che questi sono, ad oggi, dispersi in più gruppi all’Europarlamento e forse lo saranno anche nel prossimo futuro.

Il gruppo di cui nel Parlamento europeo uscente fa parte la Lega, insieme al Rassemblement National di Marine Le Pen, al Fpö austriaco, al Pvv olandese di Gert Wilders e ad altri, è l’Enf.

Questo gruppo, nella legislatura europea che va chiudendosi, era composto da 37 membri e ora dovrebbe passare a 58.

Quelli del M5s, invece, fanno parte del gruppo Efdd nel quale, ad ora, ci sono anche i 29 membri del Brexit Party che però, insieme agli altri eletti britannici, una volta che ci fosse la Brexit, dovrebbero in teoria lasciare il seggio. Aggiungiamoci poi che non è chiaro nemmeno cosa faranno i 14 membri eletti dal M5s, ed allora ecco che risulta facile avere un serio dubbio sul fatto che il gruppo riesca ancora a persistere.

Terzo pezzo del fronte sovranista si trova nel gruppo Ecr, che a differenza degli altri due gruppi già citati perde peso, passando da 76 membri a 59.

Arrivando ora al nocciolo della questione, e quindi anche delle possibili alleanze, dobbiamo tener presente che il Partito che elegge più deputati è il Partito popolare europeo (180), seguito dai socialisti (146), liberali (109, contando anche i francesi di la République en Marche) e verdi (69) per cui, perché i sovranisti abbiano modo di andare al potere nelle istituzioni dell’Unione europea, dovrebbero verifcarsi una serie di condizioni che è molto difficile si realizzino.

Per contro, ipotizzare il contrario è cosa molto facile e non serve nessuno sforzo di fantasia.

Alla «grande coalizione» a livello europeo tra Popolari e Socialisti, che oggi non ha più la maggioranza, è sufficiente allearsi con i liberali dell’Alde – che condivide l’impostazione europeista degli altri due partiti – per ottenere ben più dei 376 seggi necessari.

Conclusione

Salvo clamorose, e al momento imprevedibili, giravolte di molti tra i principali partiti nazionali ed europei, i sovranisti sono quindi destinati a un’opposizione con poche speranze di incidere, come detto da Zingaretti, tanto più che poi è molto probabile che le alleanze si concretizzeranno in particolar modo quando si tratterà di dover eleggere, o nominare, le principali figure istituzionali della Ue, dal Presidente del Consiglio europeo a quello della Commissione, dall’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza al successore di Mario Draghi alla guida della Bce. Tutte cariche dalle quali i sovranisti saranno, inevitabilmente, tagliati fuori senza aver quindi, ribadisco, reale e concreta possibilità di incidere sulla politica della UE, con buona pace di Salvini e degli altri.

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