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Spreco alimentare: ‘Tendenza positiva ma servono norme più stringenti’

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Il rapporto 2020 dell’Osservatorio Waste Watcher ci dice che, rispetto alla precedente indagine, lo spreco alimentare gli italiani è – 25%.

Spreco alimentare: ‘Tendenza positiva ma servono norme più stringenti’

“Gli italiani sprecano meno cibo. Il rapporto 2020 dell’Osservatorio Waste Watcher ci dice che rispetto alla precedente indagine la tendenza si è invertita del 25%. Buon segno.

La sostenibilità inizia ad essere un criterio di comportamento anche nell’alimentazione. Merito delle campagne di informazione di questi anni e delle iniziative legislative di contrasto al fenomeno.

La direzione è giusta ma la strada è ancora lunga: secondo il rapporto, infatti, lo spreco settimanale medio per famiglia è di 4,9 euro per famiglia, che ci porta a un dato nazionale di circa 6,5 miliardi di euro”.

L

o ha detto il sottosegretario Roberto Morassut durante la conferenza stampa che si è tenuta oggi al Ministero della Salute sul Rapporto  dell’Osservatorio Waste Watcher, che sarà presentato domani insieme agli eventi promossi per la 7^ Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare.

“Un consumo che ha anche un forte impatto ambientale – sottolinea Morassut – e che chiede ancora maggiore attenzione all’educazione ed una normativa più stringente sul trattamento dei cibi non consumati.

Il recepimento della direttiva 851/2018 sui rifiuti della Commissione europea che approveremo a marzo va in questa direzione.

Nel 2016 in Parlamento abbiamo approvato la legge Gadda e il Programma Nazionale di Prevenzione dei rifiuti adottato dal Ministero dell’ambiente contiene una sezione specifica per le misure per la riduzione dei rifiuti alimentari”.

“Infine – conclude il sottosegretario – serve un forte impulso alla innovazione degli impianti di refrigerazione eliminando l’uso degli HFC, i gas fluorati e ozono nocivi.  Allora la catena della conservazione potrà essere di grande aiuto.

Nella legge di Bilancio abbiamo introdotto forti incentivi fiscali per le imprese che intendono investire nel campo dell’industria 4.0, ovvero nell’innovazione finalizzata allo sviluppo sostenibile”.

Redazione

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