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Salvini pubblica video contro il sindaco di Riace, ma a parlare è un ‘ndranghetista

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Salvini pubblica video contro il sindaco di Riace, ma a parlare è un ‘ndranghetista

Continua l’operazione fango mediatico nei confronti di Mimmo Lucano, il sindaco di Riace arrestato pochi giorni fa con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il Ministro Salvini, uno dei più attivi in questa campagna, ha pubblicato un video nel quale un “onesto cittadino”, a dire del leghista, critica l’amministrazione guidata da Lucano.
In realtà, l’intervista, risalente al 2016, ritrae l’ex vicesindaco di Riace, Pietro Zucco, considerato uomo vicino ai clan.
Il video è stato oggetto di furiose polemiche: «Zucco – tuona il Pd, accusando Salvini per aver postato il video – è coinvolto in più di un’inchiesta come prestanome di boss mafiosi». Parole simili da Leu, secondo cui è grave che lo «staff di Salvini non si sia accorto di aver pubblicato un’intervista ad un personaggio vicino alla `ndrangheta e gia´ condannato».

Il vicepremier leghista aveva pubblicato il filmato sui social lo scorso 6 ottobre, in coincidenza con la manifestazione a Riace di solidarietà a Lucano per le vicende giudiziarie che lo coinvolgono. «Qualche migliaio di persone di sinistra, tra cui Laura Boldrini, ha manifestato solidarietà al sindaco di Riace finito ai domiciliari con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina – scriveva Salvini su Facebook e twitter a corredo del filmato – . Quando scoppiò il caso Diciotti, l’Anm difese il pm tuonando `basta interferenze´, mentre Mattarella ricordò che `nessuno e´ al di sopra della leggè. Ora diranno le stesse cose?».

Nel video di due anni fa, di circa due minuti e mezzo, si vede Pietro Zucco che seduto al bar parla ai microfoni di una web-tv locale e nel riquadro la didascalia: «Sui profughi il sindaco mente. Vi spiego perché…Ecco cosa si diceva a Riace, guarda e condividi».

«Il ministro degli Interni per screditare Mimmo Lucano si avvale della `testimonianza´ di un arrestato, tal Zucco, che secondo la Direzione distrettuale antimafia sarebbe il prestanome di un boss della `Ndrangheta. Salvini sapeva?», scrive su Twitter Alessia Morani, della presidenza del gruppo Pd alla Camera.
Nel 2011, Zucco era stato arrestato assieme ad altre due persone durante un’operazione della Guardia di Finanza, che aveva sequestrato due aziende operanti nel settore edile appartenenti alla cosca Ruga-Metastasio. Secondo gli investigatori, Zucco avrebbe fatto da prestanome ad una società già confiscata a Vincenzo Simonetti, ritenuto un affiliato al clan, ed era accusato «di trasferimento fraudolento di valori con l’aggravante delle modalità mafiose». Nel mirino delle polemiche sono finiti anche alcuni collaboratori di Salvini: «Secondo voi è possibile che nonostante l’esercito del selfie e dei social che ha assunto al Viminale (costa 1.000 euro al giorno), lo staff di Salvini non si sia accorto di aver pubblicato un’intervista ad un personaggio vicino alla `ndrangheta e gia´ condannato? Ci vorrebbe un buon ministro dell’interno!», ha scritto su Facebook l’ex presidente del Senato, Pietro Grasso, leader di Leu.


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