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Castellammare di Stabia

L’Italia si conferma “terra dei cachi, di terremoti ed alluvioni” …. tutto gialloverde

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Come già segnalato, la prevista bocciatura Europea alla Manovra finanziaria gialloverde per il 2019 è arrivata puntuale come un treno tedesco e subito, con altrettanta puntualità, ma italiota, l’Italia si conferma terra dei cachi, di terremoti ed alluvioni, tutto di origine e stampo gialloverde (e Trento e Bolzano lo confermano).

M

a veniamo al quanto accaduto oggi ed iniziamo riportando il comunicato della Commissione UE rilasciato in sala stampa:

“Oggi per la prima volta la commissione è costretta a chiedere ad un paese dell’eurozona di rivedere la proposta di manovra finanziaria.
Abbiamo adottato un’opinione che dà all’Italia tre settimane per fornire un documento programmatico di bilancio per il 2019. Purtroppo i chiarimenti del ricevuti ieri non sono stati convincenti. Il Governo italiano sta andando apertamente e consapevolmente contro gli impegni presi. Infrangere le regole può essere allettante all’inizio, può fornire l’illusione di essersi liberati, così come allettante è cercare di curare il debito con altro debito, ma arriva un momento in cui il debito diventa troppo pesante. In fin dei conti si finisce con l’avere nessun tipo di libertà.

Nel 2017 il debito dell’Italia era pari al 131,2% del PIL, e stiamo parlando del secondo livello più alto di debito pubblico nell’Unione Europea, uno dei più alti del mondo. Nel 2017 rappresentava un peso di circa €37000 per ciascun abitante italiano. L’esperienza ha dimostrato più e più volte che un deficit più alto, il debito, non portano a una crescita duratura”.

Adesso la palla è nel campo del Governo italiano ma, ad ora, appare difficile che rinunci allo sbandierato aumento del deficit al 2,4% del PIL e, se non si arriverà a un compromesso, la Commissione Europea potrebbe avviare una procedura di infrazione contro l’Italia.

Intanto si diffondono i primi commenti e le prime reazioni.

Bocciatura Europea prevista”, hanno fatto sapere dal Ministero dell’Economia che, afferma, valuterà adesso le richieste europee e, contemporaneamente, monitorerà le reazioni dei mercati. Inoltre, fa sapere, che il confronto con l’Unione Europea non rallenterà l’iter di presentazione della legge di bilancio attesa in parlamento per la fine di questa settimana o l’inizio della prossima.

E’ la prima manovra scritta a Roma, non a Bruxelles, è il commento di Luigi Di Maio.

Nessun passo indietro, aveva detto in precedenza, da Bucarest, l’altro vicepremier Matteo Salvini:

“sono soldi comunque che restituiamo agli italiani e sono diritti degli italiani, diritto al lavoro, diritto alla pensione, diritto alla salute e diritti dei disabili, e quindi noi dialoghiamo con tutti, io l’ho detto.
Se vuole, io vado a piedi a incontrare Junker e spiegargli perché grazie a questi interventi l’Italia torna a crescere, a lavorare, a prosperare.
Siccome riteniamo di essere nel giusto, noi andiamo avanti col sorriso, con forza. Gli italiani ce lo chiedono. Facciano un giro per Trento e Bolzano se vogliono capire che aria tira, e poi io non tolgo una lira (ndr: lapsus froidiano?) alla legge Fornero, alle partite IVA, ai disabili, ai giovani, agli ospedali. Neanche una lira tolgo (ndr: e così persiste nel mostrare di dimenticare che, da tempo, c’è l’odiato euro).

Che dire, è impressionante e doloroso il dover verificare quanto sia stato profetico Tommaso di Lampedusa nel brano, contenuto nel Gattopardo, nel quale scrive:

 “Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra

E questo è!

Intanto Vincenzo Boccia continua ad incalzare e, a margine dell’assemblea degli industriali di Bergamo su quota 100, afferma: non è automatico che, a fronte di uno che esce uno entra. Occorrerebbe, ha aggiunto, un grande piano di inclusione giovani, in particolare nel sud Italia.

Per finire, annotiamo che la bocciatura della manovra economica da parte dell’Unione Europea, pur se ha portato ad una chiusura in calo, non ha affossato Piazza Affari che aveva già scontata la decisione di Bruxelles. Ha però avuto un impatto sullo spread che, dopo essere sceso a 300 punti è risalito, in chiusura, arrivando a 316 con il rendimento al 3,58% il calo del ftse Mib a meno 0,86% è stato inferiore a quello delle borse europee.

E questo è tutto, er oggi. A noi, intanto, non resta altro da poter fare che continuare a sperare in un ritorno al ????: passato migliore? futuro migliore? Francamente non saprei affermarlo con sicurezza per cui mi limito solo a dire: io speriamo che me la cavo

ATTUALITÀ POLITICA


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