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Israele pronto per l’attacco a Rafah, Netanyahu: “C’è una data”

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Adnkronos) – Nessuno stop all’operazione di Israele a Rafah, la città a Sud della Striscia di Gaza da tempo nel mirino dello Stato Ebraico, convinto della presenza di terroristi sul territorio.Nonostante le pressioni internazionali, in un video il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha infatti affermato che “c’è una data” per l’ingresso delle forze israeliane a Rafah mentre ha ribadito che non ci può essere vittoria su Hamas senza l’operazione nella città meridionale. “Stiamo lavorando continuamente per raggiungere i nostri obiettivi, in primo luogo il rilascio di tutti i nostri ostaggi e la vittoria completa su Hamas”, ha spiegato nel video, aggiungendo: “Questa vittoria richiede l’ingresso a Rafah e l’eliminazione dei battaglioni terroristici presenti” nel territorio.

Netanyahu ha quindi affermato di aver ricevuto un dettagliato aggiornamento sui negoziati in corso al Cairo. Il gabinetto di sicurezza israeliano si riunirà quindi oggi alle 19, riferiscono intanto i media ebraici: la riunione, rispetto al consueto appuntamento del giovedì, è stata anticipata per discutere proprio delle trattative sugli ostaggi. Le truppe israeliane si sono ritirate dal sud di Gaza in preparazione di una possibile operazione nella città di Rafah, aveva intanto spiegato ieri il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant durante una visita a Gaza al Comando meridionale delle Forze di difesa israeliane, aggiungendo che “abbiamo visto esempi di tali missioni a Shifa e vedremo tali missioni nell’area di Rafah”.  Israele ha ritirato tutte le truppe di terra dal sud di Gaza, ad eccezione della Brigata Nahal, che rimane nel centro della Striscia, dividendo l’enclave in due e impedendo il ritorno dei civili dal sud al nord di Gaza.  Il Capo di stato maggiore dell’Idf Herzi Halevi ha dichiarato in una conferenza stampa che l’operazione militare contro Hamas è lontana dall’essere conclusa, nonostante il ritiro dei soldati. “Gli alti funzionari di Hamas sono ancora nascosti.Prima o poi li troveremo”, ha promesso.  Intanto, secondo il ministro per la Sicurezza nazionale di Israele Itamar Ben-Gvir, se Netanyahu ponesse fine alla guerra contro Hamas senza portare avanti l’operazione militare a Rafah, “perderebbe il suo incarico” come primo ministro. ”Se il primo ministro decidesse di porre fine alla guerra senza un attacco esteso a Rafah per sconfiggere Hamas, non avrà il mandato per continuare a servire come primo ministro”, il tweet di Ben-Gvir.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)


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