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Castellammare di Stabia

Francesco Emilio Borrelli in visita a Castellammare: l’intervista e la proposta di riforma dei Verdi

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Il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, nella giornata di ieri ha partecipato ad un evento organizzato a Castellammare per lanciare la sua proposta di riforma dell’art143 comma 5 del Testo Unico Enti locali.

Legalità, la ricerca della normalità”, questo il titolo dell’iniziativa organizzata dai Verdi di Castellammare di Stabia a cui ha partecipato anche il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli.

In questa occasione Borrelli ha lanciato la sua proposta di riforma dell’art143 comma 5 del Testo Unico Enti Locali, norma che riguarda l’intervento del dipendete pubblico in casi in cui sia rilevata la sua responsabilità nei fatti relativi allo scioglimento del comune per cui lavora.

L’attuale normativa prevede l’intervento della sospensione del dipendente solo in casi eccezionali, ma ciò accade raramente.

Per correggere il tiro, il consigliere Borrelli, propone di ruotare l’intero personale dei comuni sciolti con l’assegnazione in altro ufficio e, ove necessario, per i casi conclamati, il trasferimento in altri enti con la possibilità di ricorrere a dipendenti di altri enti o nuove assunzioni per la loro sostituzione.

Proposta lanciata proprio qui a Castellammare, dove nella relazione della commissione d’accesso si sono evidenziate diverse anomalie di cui responsabili sono proprio i dipendenti comunali.

All’iniziativa dei Verdi stabiesi hanno partecipato anche Maria Pia Di Maio, avvocato penalista, Fiorella Zabatta, Co-portavoce Regionale dei verdi, la professoressa Ines Barone, coordinatrice del questionario anticamorra. Il tutto è stato moderato da Marilena Schiano Lo Moriello, Portavoce cittadina dei Verdi.

Gli interventi

“E’ mai possibile che dobbiamo vedere la normalità come un qualcosa di straordinario?”

Così apre l’iniziativa la portavoce dei verdi di Castellammare Marilena Schiano Lo Moriello, denunciando la lontananza delle istituzioni dal cittadino:

“I cittadini vedono lontano le istituzioni, la politica deve tornare ad essere quello che ci rappresenta”.

Una mancanza della politica che non solo i Verdi denunciano, ma che a dire il vero, sono tra i pochi che attivamente, con le loro iniziative, sono presenti nelle strade dei quartieri più abbandonati dallo stato.

Non a caso l’iniziativa ha preso luogo a via Gesù, nel Centro Antico, roccaforte dei Vitale, il clan satellite dei D’Alessandro.

Si è parlato di progetti per lo studio sulla percezione della legalità tra i ragazzi , in particolare del “Questionario Anticamorra” somministrato agli studenti di alcuni licei della Campania lo scorso marzo.

Cosi Ines Barone coordinatrice del progetto:

Iter del progetto….

” Il questionario sulla legalità nasce da un percorso di riflessione intrapreso dal Liceo Scientifico e delle Scienze Umane “S. Cantone” di Pomigliano d’Arco, teso a promuovere l’educazione alla legalità e a creare un circolo virtuoso fra i giovani cittadini e le istituzioni, per incentivare l’assunzione di responsabilità del singolo verso la collettività e per favorire il contrasto alla criminalità organizzata.

Dopo numerose tavole rotonde e approfondimenti sulla tematiche della criminalità e devianza giovanile, sulla pace tra i popoli, sulla transizione energetica, sulla necessità del passaggio dalle fonti fossili alle fonti rinnovabili e sulla lotta alle mafie, in occasione della giornata del 21 marzo, giornata della memoria delle vittime innocenti della mafia   e dell’impegno civile, abbiamo voluto qualche giorno prima somministrare a tutti i discenti del nostro liceo una indagine conoscitiva sulla  percezione valoriale e simbolica delle organizzazioni criminali, sulla conoscenza di personaggi simbolo come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, su quanto i nostri studenti avessero ancora voglia di approfondire la tematica della legalità”.

I risultati…

“Nell’insieme il quadro che ne è uscito fuori è stato positivo.

I nostri studenti hanno manifestato di essere assetati di giustizia e di legalità, le percentuali sono alte, anche se non si può tacere che rispetto ad alcune domande sulla tematica della denuncia e sulla percezione dei boss il dato è in chiaro scuro.

Quasi il 20% non denuncerebbe perché non si sente rassicurato dalle istituzioni, quindi in questo dato prevale l’omertà.

Anche sul tema della percezione dei boss, parrebbe che quasi un 20% ne abbia un certo rispetto e ammirazione, probabilmente in questa percentuale vi è anche chi non ha una vera percezione di cosa siano veramente le organizzazioni criminali, ma il dato in ogni caso non va taciuto, va attenzionato e il prossimo anno scolastico sappiamo che le nostre azioni educative sulla legalità verteranno sul tema della denuncia e sulla reale comprensione di cosa sono le organizzazioni criminali. “

L’insegnamento…

“I ragazzi devono sapere che la denuncia va sempre fatta e che la corruzione, sia in piccole che in grandi forme, deve essere perseguita e condannata senza mezze misure e senza se e senza ma. Non si può avere mai e in nessun modo un atteggiamento reverenziale, ossequioso, quasi di ammirazione nei confronti dei boss mafiosi, nemmeno per scherzo. Non si possono tollerare atteggiamenti in alcun modo prepotenti.”

I ringraziamenti…

“Tutto questo è stato possibile anche grazie al nostro dirigente scolastico, Preside illuminato Giovanni Russo del Liceo Cantone di Pomigliano d’Arco. “

La diffusione del progetto….

“A questo punto il nostro questionario è stato ribattezzato dalla Commissione anticamorra della Regione Campania ed è stato rinominato dal Consigliere regionale Francesco Borrelli, questionario anticamorra.

Il Consigliere Borrelli, noto per le sue battaglie contro il crimine, assieme anche al Mattino e alla Radiazza di Gianni Simeoli, lo hanno pubblicizzato e molte sono le scuole che hanno aderito, sia della città metropolitana che della città di Napoli, come il Mercalli, l’Umberto, il Pansini, il Cuoco di Napoli, il Brunelleschi di Afragola, il Munari di Acerra, il Grandi di Sorrento e tante tante altre scuole.

A Castellammare al momento le scuole aderenti al sondaggio anticamorra sono l’Elia ed il Ferrari, ma non mancano il Don Milani ed il Viviani di Gragnano.

L’adesione è numerosa. Le scuole dovranno farci pervenire i dati entro il 20 maggio.”

Il mezzo per distruggere la camorra

“Sto coordinando il progetto e posso dire che vi è un popolo di Dirigenti Scolastici e di Professori molto motivato e che è ben consapevole dell’emergenza criminalità giovanile, dilagante purtroppo su tutto il territorio della provincia e del centro partenopeo.

Il questionario anticamorra se ben utilizzato può essere un ottimo strumento per dialogare e ascoltare gli studenti e per calibrare i futuri interventi educativi scolastici sulle loro reali percezioni e sulle loro esigenze

per contribuire in futuro a migliorare la società in cui vivono. I ragazzi per fortuna ci credono e la scuola   ancora una volta sta dimostrando di voler stare al loro fianco, sostenendoli e guidandoli.

Il termine ultimo di consegna del 20 maggio è anche un termine simbolico, è una data molto vicina al 23 maggio, quest’anno infatti ricade il trentennale della morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”

All’iniziativa sono stati presenti in rappresentanza delle scuole stabiesi anche la professoressa Orsola Somma per l’istituto “Ferrari”, Giuseppe Vollono professore del  “Renato Elia” e la professoressa Iole Di Vuolo per il Viviani.

Un progetto che mira alla prevenzione del reato del minore iniziando dalla conoscenza della percezione dei giovani sulla camorra.

Una strategia vincente per la guerra contro la criminalità organizzata: conosci il tuo nemico e saprai come sconfiggerlo.

L’avvocato Di Maio ha ricordato la sua iniziativa nelle scuole di Castellammare e Gragnano dove si è simulato il processo penale. L’iniziativa ha riscontrato un esito positivo, tanto è vero che molti ragazzi hanno scelto di frequentare la facoltà di Giurisprudenza per intraprendere la carriera di giudice, PM o avvocato. Inoltre afferma:

Siamo stati una generazione di omertosi, oggi dobbiamo parlare ai giovani della criminalità organizzata”.

Dopo l’iniziativa il consigliere Borrelli ha fatto una passeggiata tra le vie di Castellammare, consegnando ai passanti e ai negozianti il volantino della sua proposta di riforma. Inoltre ha incontrato Don Antonino della Cattedrale ed ha fatto visita all’oratorio di Castellammare di Stabia. Vivicentro vi sta parlando di questa realtà e dell’operato dei volontari attraverso la rubrica: “le cronache della P.C.S.”

L’intervista al consigliere Borrelli

Viviamo in un momento di crisi per i partiti che non riescono più a rispondere alle reali esigenze del paese perdendo la loro rappresentatività nei vari contesti sociali. Ciò ha causato il progressivo allontanamento dei cittadini alla politica. Questi, per colmare questo distanziamento progressivo, si sono serviti dell’appoggio delle liste civiche che negli anni, però, si sono dimostrate un arma a doppio taglio: se da una parte colmano il vuoto dei partiti, dall’altra sono stati un mezzo usato dalla camorra per entrare più facilmente nell’amministrazione pubblica. Parliamo appunto di movimenti che nascono sotto le elezioni, senza neanche avere un collegio di garanzia interno che garantisca l’adeguatezza dei candidati.

E’ proprio il caso del comune di Castellammare: infatti la maggior parte dei nomi dei consiglieri che sono finiti nella relazione della commissione d’accesso che ha decretato lo scioglimento del comune per infiltrazioni camorristiche per parentele con camorristi, sono per la maggior parte provenienti da liste civiche.

Per risolvere il problema camorra dal punto di vista politico, non occorre che i grandi partiti inizino una riflessione interna per riavvicinarsi ai cittadini?

“Il primo tema da trattare non sono le riforme giuridiche, ma il codice etico dei partiti. Molti esponenti politici candidati con civiche, subito dopo essere eletti, cambiano casacca, ritornando sotto i colori del proprio partito oppure passano alla sponda rivale: abbiamo moltissimi esempi sia nel centro destra che nel centro sinistra. Un fenomeno che fa perdere di credibilità la politica.”

“Un tempo era difficile che un politico cambiasse partito. I momenti di scissione di grandi partiti come quella tra socialisti e comunisti, oppure quella della Democrazia Cristiana, sono stati momenti di discussione e di sofferenza non di opportunismo.”

Le liste civiche….

“Oggi le liste civiche sono diventate anche un mezzo per candidare personaggi ignobili, magari anche collusi con la camorra, senza assumersi le responsabilità.

Ma la responsabilità è del candidato sindaco. Infatti dovrebbe avere la premura di verificare l’idoneità dei propri candidati al consiglio comunale.”

“Essere parenti di un camorrista non è un reato. Ma questi hanno la responsabilità di ammettere in pubblico di volersi distaccare dalla realtà e dall’operato della propria famiglia. Non di certo come ha fatto il presidente del consiglio comunale che ha omaggiato pubblicamente il padre, noto camorrista, oppure il sindaco Cimmino che ha fatto da testimone di nozze ad una famiglia di camorristi”

La linea WhatsApp…

“Il cittadino ritornerà a credere nello stato quando ritroverà un interlocutore che li ascolti. Il mio tentativo lo sto facendo attraverso la creazione della linea Whatsapp dove i cittadini segnalano problematiche e noi ci impegniamo a fare da interlocutori tra le amministrazioni e risolvere i problemi.”

Nella relazione della DIA si è evidenziato un aumento di casi di minori coinvolti in fatti di camorra. (leggi qui l’articolo). A Dicembre, a Torre Annunziata, è stato arrestato un ragazzino di 17 anni con l’accusa di omicidio.

Il ragazzino avrebbe ucciso un uomo ritenuto vicino alla camorra con 7 colpi di pistola. Per la DDA avrebbe agito per conta dello storico clan Gionta.

A Castellammare, le inchieste hanno ribadito il ruolo importante relativo ai minorenni in fatto di spaccio di stupefacenti e di episodi di sangue.

In Campania e in Calabria si ha il numero più alto di denunce a minori, soprattutto in reati di associazioni a delinquere.

Per contrastare la violenza minorile Una certa politica ha proposto di introdurre pene più severe e meno tolleranza nelle sentenze. Non sarebbe invece più utile organizzare degli interventi preventivi che che abbiano come obiettivo il tener lontano i ragazzini da contesti criminali?

“La prevenzione non basta, c’è bisogna anche di una sana repressione”

Un’ affermazione forte quella del consigliere che potrebbe delegittimare il lavoro di tutte quelle associazioni, strutture educative e oratori (come quello visitato ieri da Borrelli) che appunto mirano alla prevenzione del reato commesso dal minore, che vive in contesti vicino alla camorra.

Reato che viene appunto considerato, da coloro che vivono in prima linea la guerra contro la camorra, come la conseguenza immediata delle deficienze dello Stato.

Una dichiarazione che va approfondita, e perciò invitiamo il consigliere Borrelli ad esplicare e articolare il significato di “sana repressione”.

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