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Francesco Cancellato agli elettori di sinistra che hanno votato Cinque Stelle: dite qualcosa

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Lettera aperta di Francesco Cancellato* agli elettori di sinistra che hanno votato Cinque Stelle: dite qualcosa.

E

ravate quelli che hanno lasciato il Pd perché troppo poco progressista, quelli che volevano Gino Strada al Quirinale, quelli che hanno gridato Vaffanculo alle aberrazioni della seconda repubblica. Ora vi tocca combattere dentro il Movimento. Dite qualcosa, altrimenti casa vostra è Pontida.

Cari elettori del Movimento Cinque Stelle che vi dite di sinistra,

ci rivolgiamo a voi senza farvi la predica per quel che avete votato: non ha senso ed è profondamente sbagliato chiedervi conto di una preferenza che ha mille legittime ragioni, molte delle quali ampiamente condivisibili. Non è questo il punto. Il punto è sentire la vostra voce contro la deriva securitaria, nazionalista, xenofoba che sta prendendo il governo del Paese, con l’avallo esplicito e per nulla silente della forza politica che sostenete. Lo diciamo dalle colonne di un giornale che, pur non lesinando critiche, condivide alcune battaglie che il Movimento porta avanti da sempre, a partire dal reddito di cittadinanza (meglio: da una forma di sostegno universale al reddito che disboschi la foresta degli ammortizzatori sociali italiani) e che ha dato ampio spazio alle idee di Davide Casaleggio sull’Italia come start up nation vocata all’innovazione. Idee che a nostro avviso hanno, dovrebbero essere le basi di una visione liberale e riformista della società e dell’economia italiana.

Detto questo, cari elettori di sinistra del Movimento Cinque Stelle, eccovi cos’ha scritto Carlo Sibilia, sottosegretario al Ministero degli Interni, sul vostro blog, a proposito dell’arresto del sindaco di Riace Mimmo Lucano, accusato di favoreggiamento di immigrazione clandestina. Ha detto che “Il governo del cambiamento ha dichiarato guerra al business dell’immigrazione”, sebbene nell’ordinanza di arresto il gip non ravvisi alcun business nel cosiddetto modello Riace, bensì, giusto o sbagliato che sia, con tutte le forzature del caso che Lucano può aver compiuto, il tentativo di costruire un modello di accoglienza volto a mettere al lavoro i migranti e farli sentire parte di un progetto di comunità, disobbedendo alla premessa fondativa della legge Bossi-Fini, quella secondo cui qualunque migrante economico è intrinsecamente clandestino. 

Domanda: voi cosa preferite? Il modello Riace o la Legge Bossi-Fini?

Dice anche Sibilia che “nel DL sicurezza ci saranno già risposte importanti”, e il pensiero corre a una legge che devasta la rete Sprar – 877 comuni che accolgono 35mila profughi attraverso progetti di integrazione nella comunità che li ospita – preferendo un modello di accoglienza (virgolette) che detiene e ammassa i richiedenti asilo in giganteschi centri riservati solo a loro, in attesa della decisione sul loro destino. Una legge, già che ci siamo, che sancisce la fine della protezione umanitaria, un permesso di soggiorno che fino a oggi è stato rilasciato dai questori quando non si hanno i requisiti per l’asilo politico o per la protezione sussidiaria, ma esistono comunque seri motivi – di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali come salute, instabilità politica, guerre, persecuzioni – per offrirla. 

Anche qui: cosa preferite? L’accoglienza mediata dalle comunità o i centri di detenzione? La protezione umanitaria per donne e bambini o no?

Ve lo diciamo perché il vostro silenzio ci atterrisce. Voi che avete lasciato il Pd perché troppo poco di sinistra, perché poco coraggioso e incline al ricatto di forze di minoranza nella coalizione, perché troppo “meno Elle” ossia uguale alla destra di Berlusconi, ma anche di La Russa, Storace, Meloni, alleati con la Lega Nord allora guidata da Umberto Bossi, che oggi esultano per l’arresto di Lucano, manco fosse un mafioso. Voi che volevate Gino Strada al Quirinale e che ora siete rappresentati da chi ha rubricato le organizzazioni non governative a taxi del mare, equiparando realtà come Medici Senza Frontiere a conniventi di scafisti e criminali. Voi che siete contro le disuguaglianze e l’egoismo delle élite e che oggi vi girate dall’altra parte quando 187 anime vengono sequestrate su una nave della guardia costiera italiana, come se non fossimo noi italiani, noi europei, élite del mondo, come se non fosse quella tra Nord e Sud del pianeta la più grande disuguaglianza che c’è.

Voi, soprattutto, che avete gridato Vaffanculo ai partiti della Seconda Repubblica e che ora state zitti, muti, di fronte alle aberrazioni della Terza, come se non vi riguardino, perché ora ci sono i vostri nella stanza dei bottoni. No, i distinguo balbettanti di Roberto Fico non bastano. Non bastano le frasi dette a mezza bocca, quando non vi sente nessuno. Non basta nemmeno cavarsela nascondendosi dietro le presunte malefatte del Pd, ormai sepolto dalla Storia e dal 4 marzo. No, ora ci siete voi. Se davvero c’è del progressismo dentro il Movimento Cinque Stelle questo è il momento per farsi avanti, per combattere dentro la vostra comunità politica quella battaglia che fino a qualche anno fa combattevate fuori. Per dire con chiarezza che questa deriva non vi appartiene, che non siete complici di una svolta a destra che il Paese non ha mai visto prima, che non tutto è tollerabile, non tutto è sacrificabile nel nome della distruzione dello status quo. Se ci siete, insomma, battete un colpo. Altrimenti, casa vostra si chiama Pontida.

NOTA sull’autore:

Francesco Cancellato. Nato a Lodi nel 1980, laureato in economia, dirige Linkiesta da dicembre 2014, dopo aver lavorato per dieci anni presso il Consorzio Aaster diretto da Aldo Bonomi. Ama la Cina e il Milan, David Foster Wallace e David Lynch. Ha due figlie e un figlio.

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