ESCLUSIVA – Mastalli, il padre: “Alessandro ha qualcosa di innato, ricordo le parole di Inzaghi. Futuro? La B con le Vespe”

Queste le sue parole in esclusiva a ViViCentro Per poter emergere serve avere tanta fortuna,...

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Queste le sue parole in esclusiva a ViViCentro

Per poter emergere serve avere tanta fortuna, ma serve soprattutto essere vogliosi di raggiungere traguardi importanti. Sacrificio e sofferenza, voglia di diventare. Avere, però, alle spalle una solida famiglia che ti consenta di essere tranquillo e sentirsi spinto a dare il proprio meglio è altrettanto importante ed è quello che accade ad Alessandro Mastalli. Il papà Ennio, ex calciatore, lo spronta molto, ma lo lascia anche camminare con i propri passi. Lo abbiamo raggiunto in esclusiva: “La fascia da capitano è importante. Il capitano è sempre un personaggio seguito, guardato. Mi fa onore e sono contento per lui”.

Al di là dell’età, sembra avere la personalità di un 30enne

“Ha qualcosa dentro, anche nel settore giovanile. Da Castelfranco al Bologna e al Milan, è sempre stato leader in campo. Si fa subito rispettare dai compagni, forse per l’atteggiamento anche nello spogliatoio”.

Caserta con lui parla spesso

“Lo ha sempre fatto. Si fermava a parlare con tutti già da ragazzo di settore. Altri magari facevano scelte dicerse, in lui è dentro, un qualcosa di bello da vedere”.

Inzaghi il passato, l’ha lanciato, il presente è Caserta, domani magari ancora Pippo nel suo futuro?

“Con Inzaghi parlai in passato. Ci fece i complimenti per l’atteggiamento che aveva, il ragazzo che era e l’applicazione a livello personale con sacrifici per la squadra. Ricordo il ritiro di Pinzolo, lo incontrammo una sera e ci fermò per farci i complimenti”.

Con Zeman cosa è successo?

“Non lo so onestamente. E’ strano, lo è stato molto. Probabilmente non lo vedeva nei suoi schemi e gioco. Però, quello che non capisco, in sei mesi, lo portava in panchina ma non lo faceva mai entrare. Non l’ho mai visto iniziare il riscaldamento. Niente, c’era qualche altra cosa. Impossibile”.

Può essere stato papà Ennio ad indicare la retta via e far si che arrivasse il si alla Juve Stabia visto che ha giocato per diversi anni al sud?

“Ho sempre lasciato decidere a lui, ma il mio consiglio è stato sempre quello di dirgli di andare a giocare quaora avesse la possibilità di farlo. Queste sono zone dove la gente si affeziona, io, per esempio, gli ultimi otto anni di carriera li ho trascorsi al sud. La gente si affeziona, lì è diverso rispetto ad altre parte. Sta benissimo, la gente gli vuole bene”.

Quel 24 è diventato un riferimento per tutti. Con la fascia sul braccio di Alessandro, stanno arrivando anche vittorie…

“Speriamo che continui così. Nel calcio ci sono anche periodi difficili, ma fa parte del gioco”.

L’ultimo gol col Matera ha ricordato due calciatori: Hamsik e Perrotta…Quel movimento ad inserirsi è marchio di fabbrica

“Ha questa qualità nell’inserimento. Lo fa con il tempo giusto, sembra che sappoia che deve andare lì. Sul cross di Canotto arrivava da dietro”.

C’è da lottare fino in fondo con la maglia della Juve Stabia, poi si penserà al futuro. La speranza è che possa salire di categoria con la maglia gialloblù, ma per Alessandro sarebbe opportuno passare per la B, quindi uno step alla volta, o magari provare il grande salto nella massima serie?

“La cosa migliore sarebbe vincere il campionato con la Juve Stabia e restare in B, per lui sarebbe il top. Ho avuto la fortuna di vincere col Catania, un’esperienza stupenda. Però, si, sarebbe fare un passo alla volta, serie B e poi in futuro in A. Adesso è ancora giovane, ha tutto il tempo. Sta facendo bene”.

Obiettivo per le Vespe stagionale?

“Al momento si occupa il quarto posto, la classifica dimostra quello. I discorsi li porta via il vento. Playoff? Sono una lotteria, anche per il Catania che sembra favorito sulle altre. I playoff sono un campionato a parte. Non ci sono favoriti in quelle partite. Sarà il campo a decidere”.

Il consiglio che papà Ennio dà sempre ad Alessandro?

“Gli dico sempre di essere se stesso sia nel bene che nel male: la sconfitta, la partita bella o l’esaltarsi, se lo deve sempre far scivolare addosso”.

a cura di Ciro Novellino

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