Clamoroso il retroscena di Chievo-Roma
Stefano Sorrentino, portiere del Chievo Verona, si è reso protagonista di parate incredibili durante il match di domenica scorsa contro la Roma di Eusebio Di Francesco. Il numero 70 gialloblu è riuscito, in tutti a fermare gli attacchi romanisti: di mano, di piede, gli è mancato solo l’intervento di testa.
La sua domenica calcistica è stata incredibile, meno si può dire di quanto accaduto dopo. Ecco l’intervista rilasciata dal portiere clivense al Corriere di Verona:
Quali sono le sue parate con la maglia del Chievo?
“Mi viene in mente quel colpo di testa di Parolo in casa della Lazio, scorsa stagione. Cross dalla sinistra, forte, cioè l’ideale per chi vuole spizzarla. Lui alzò questa palombella, la classica traiettoria che finisce in porta, in più aveva preso tutti sul tempo: arrivarci fu complicato”.
Torniamo alla respinta su Schick. Sul web gira un fotomontaggio dove accostano la sua parata a quella di Ed Warner, portiere del cartone animato Holly e Benji. Cosa ne pensa?
“Il portiere pazzo e scatenato, si, da piccolo tifavo per lui. Dopo la Roma un giornalista mi ha detto che è stata un parata da ‘cartone animato’, quasi scusandosi. Ma perme è un onore”.
Poi c’è un utente Facebook che si è lamentato sulla pagina della Gazzetta perchè le parate di Sorrentino gli fanno perdere le schedine.
“Mi ha fatto il calcolo. Cinque partite in cui non ho fatto segnare i suoi attaccanti. L’ho invitato a Verona a vedere il Chievo: gli regalerò i miei guantoni”.
Queste cose succedono nel calcio-social. Che considerazione ha di questo rapporto?
“Quando ho iniziato io c’erano le lettere scritte, vero. E’ anche un lato positivo. Dopo la gara col Torino di novembre mi ha scritto una mia ex compagna di classe: suo figlio, portiere del vivaio del Toro e mio fan, aveva avuto un incidente in motorino col papà. Così sono potuto andarlo a trovare in ospedale. Dal virtuale è nato un incontro reale. Dopodichè i social bisogna saperli usare: c’è tanto odio, penso a quei tifosi della Roma che in queste ore mi hanno augurato di tutto e, addirittura, minacciato di morte”.
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