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Caporal Salvini: il gioco delle tre carte per un uomo solo al comando

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Caporal Salvini continua con il suo gioco delle tre carte e a far crescere la sua protervia per arrivare a coronare il suo sogno dell’uomo solo al comando.

Caporal Salvini: il gioco delle tre carte per un uomo solo al comando

C’è una domanda che aleggiava nell’aria sin dallo show del Papete: cosa frulla veramente nella testa del Caporale? Qual’è lo scopo delle sue mosse e delle sue parole?

Ieri sera la risposta è stata chiara e netta: la protervia del soggetto è cresciuta oltre ogni dire tanto da spingerlo a non tollerare più nemmeno una “finta” cooperazione ed un finto governare in “coperativa”.

Lui vuole farlo da solo, vuole che la cosa sia chiara e vuole che il tutto gli sia consegnato su un piatto d’argento con preghiera di accettarlo e, per questo (provare ad) ottenere ha aperto il suo banchetto ed è andato avanti con il suo chiaro gioco delle tre carte: venghino siori e siori, venghino, carta vince, carta perde.

Puntate su di me grida, e vinceremo tutti (sottinteso: io di sicuro, come nel vero gioco delle tre carte).

Tutto chiaro quindi, e tutto regolare direte. Siamo in democrazia e cosa c’è di più democratico dell’andare al voto lasciando così voce e scelta ai cittadini?

Vero! Ma, come nel gioco a carte, bisogna vedere bene a che gioco si è chiamati a partecipare, chi sono i giocatori e, non ultimo, anzi forse per primo, se il gioco a cui siamo invitati a giocare è, per l’appunto, quello delle tre carte: carta vince, carta perde|

Il punto focale, reale e concreto in tutto questo parte dalla domanda: ma perché Caporal Salvini ha atteso due o tre giorni per ribaltare il tavolo? Perché non ha parlamenterizzato subito la fine del cammino intrapreso a marzo di un anno fa? Attendeva che le Camere fossero chiuse per farlo?

I fatti ci dicono di sì. Ed allora logico è chiedersi: perché?

In questa partita del gioco delle tre carte sul come arrivare alle elezioni, , e guidarle, sta tutto l’animo del biscazziere aduso al gioco delle tre carte ed al suo “win win”.

Come tutti sanno (credo), se in una delle ultime sedute in Parlamento si fosse “discusso” del tema e chiarito che il percorso ormai era finito, e che sarebbe stato inutile andare avanti, la cosa sarebbe stata registrata dal Parlamento e a Conte non sarebbe restato altro da fare che recarsi al Quirinale e consegnare le dimissioni (indi le “chiavi del Parlamento e del Governo”) nelle mani del Presidente Mattarella che, a quel punto, avrebbe potuto:

  • o tentare la via di un cosiddetto “Governo Tecnico” per portare fuori l’Italia dalla palude nella quale i gialloverde hanno trascinato
  • o aprire una riflessione su un eventuale “governo elettorale” che possa accompagnare la Nazione al voto e GARANTIRNE LE OPERAZIONI.

Per contro, se il governo Conte dovesse cadere in Aula su un voto di sfiducia, come sta provando a fare Caporal Salvini, allora sarà questo governo dimissionario a portare il paese al voto con, quindi, lui ancora in sella al Viminale. Il che vuol dire, LUI e SOLO LUI: a capo dell’organo preposto ad organizzare e controllare tutto l’iter al voto e la sua esecuzione.

Insomma, questa fase del gioco delle tre carte di Caporale Salvini verte a far si che sià lui stesso ad organizzare ogni cosa e a controllare tutto l’iter elettorale nonché eligendi ed elettori indi, anche in questo, non vuole sottoporsi al controllo di un terzo: basta lui a fare e controllare tutto, incluso se stesso. SIC!

Oddio, con questo non dico (ma onestamente lo penso) in chiarezza che, visto l’elemento, di sicuro qualche “giochetto” porrebbe in campo per “controllare e pilotare” tutte le elezioni ma, prudenza e correttezza consiglia (ed imporrebbe) che è meglio evitare qualsiasi commistione tra controllore e controllato, soprattutto se il controllato tanto santo non appare (nonostante vangelo e rosario in tasca, a come dice)

A questo punto sarà opportuno che il Parlamento butti all’aria il tavolo del gioco delle tre carte, metta da parte anche quello dell’asso pigliatutto, e proceda con un gioco il più pulito e chiaro possibile: un gioco, insomma, fatto a carte scoperte.

Tradotto, dal come procederà il confronto sulla sfiducia furbescamente presentata da Salvini, si vedrà anche se ci stiamo avviando verso una DITTATURA di Destra o se siamo e resteremo ancora liberi, magari con tutti i nostri difetti, ma liberi. Liberi anche di sbagliare, come è stato fatto quando si è mandato al governo un’accozzaglia come quella di Lega e M5S.

Traduzione della traduzione: in Parlamento si vedrà se riuscirà a passare la mozione di sfiducia nei confronti di Conte o meno.

Se passerà, sarà solo perché TUTTA la Destra e quindi, Salvini, Meloni, Berlusconi e qualche altro nostalgico del ventennio, voterà compatto per la sfiducia perché fermamente decisi a consegnare l’Italia, ancora una volta, ad un Caporale, ad un uomo solo al comando che, ad ora, si chiama SALVINI e che per farlo vogliono andare alle elezioni con tutte le garanzie, e qualche raccomandazione extra, del caso lascianod che sia QUESTO presunto GOVERNO ad organizzarle, guidarle e controllarle il che, ripeto, senza voler essere maldicenti e malpensanti, non sarebbe certo un bell’inzio ma, di sicuro, un chiaro e preciso biglietto da visita: fatevi da parte e lasciateci fare ciò che ci pare e piace.

Se invece, come sarebbe SERIO e Veramente Democratico fosse, la sfiducia non passasse epperò il Parlamento prendesse atto che l’iter di questo governicchio è finito, allora si avrebbe che Conte – come del resto ha già segnalato – salirà al Qurinale a riconsegnare chiavi e mandato.

Come andrà? Difficile dirlo ad ora.

La Meloni di sicuro si schiererà accanto a SALVINI per finalmente avere qualche change di entrare in un qualche governo purché sia e poter così metter a frutto tutta la sua esperienza, ad esempio, sulle “zucchine di mare”

Una piccola incognita, ad ora, sta in Berlusconi, l’uomo che scese in campo, a suo dire, per “salvare l’Italia” dai comunisti e che ora, per contro e per uno strano gioco/scherzo del destino, potrebbe salvarla da un pericolo vero e serio: quello dei salviscisti. Quello dell’uomo solo al comando. Uomo che, per altro, ha sempre chiaramente detto e fatto capire di “schifarlo” e che, comunque, non è che gli darebbe spazio. L’uomo è fagocitante e non tollera competitor alcuno per cui …. anch’io che mai berlusconiano sono stato, ora mi ritrovo – e con me penso tanti altri – a dover confidare in Berlusconi e nella sua onestà e correttezza di uomo di Centro quale dichiara di essere (e questo è altro crimine da addebitare al Caporale).

E questo è. La partita si giocherà tutta su questo filo del rasoio, e speriamo che, se tagliera, che tagli nel senso giusto.

Intanto:

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