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Torre Annunziata, scritte inneggianti al clan Gionta: sequestri di armi e droga nel rione

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«Nella buona e nella cattiva sorte, Gionta fino alla morte» Il rione Carceri a Torre Annunziata è ancora terra di camorra, nonostante siano passati oltre dieci anni da quando le forze dell’ordine e la magistratura hanno smantellato il clan Gionta. Qui la malavita non sembra essere un lontano ricordo, anzi, viene rievocata dalla gente del quartiere, purtroppo anche da giovanissimi. Una scritta sul muro di via Nicolò D’Alagno, la strada dove abitavano diversi uomini del clan, è stata scoperta questa mattina dalla polizia nel corso dell’ennesimo blitz.
A pochi passi da Palazzo Fienga, gli agenti del commissariato di corso Umberto hanno scoperto quello che suona come l’ennesimo schiaffo alla parte sana della città.
Gli uomini, diretti dal dirigente Claudio De Salvo, hanno scoperto la scritta, probabilmente apparsa negli ultimi tempi, oltre che armi e droga. In totale sono stati rinvenute 165 piante di canapa indiana lasciate ad essiccare, 16 chili di marijuana in una busta, altri quattro chili e mezzo pronti per essere venduti e già confezionati in buste di vario taglio. Una pistola con il colpo in canna, 500 cartucce di vario tipo, guanti, casco e passamontagna. Il tutto nascosto in uno stabile fatiscente ma ben protetto da una porta blindata. Un ulteriore segnale inequivocabile che il rione sta tornando a dare segni di vita criminale.

 


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