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Castellammare di Stabia

Ramonda (Uni Pd): “Diagnosi precoce artrite psoriasica per terapia adeguata”

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(Adnkronos) – “L’artrite psoriasica è una patologia che deve essere diagnosticata precocemente.Questo è molto importante perché altrimenti il danno articolare diventa irreversibile: si va incontro a una lesione a carico delle strutture che comporta una distruzione dell’articolazione stessa.

E’ quindi importantissimo valutare questi pazienti ai primi segni della malattia e impostare quanto prima la terapia più adeguata a seconda delle varie manifestazioni, perché è una patologia molto variegata nella sua forma clinica”.Così Roberta Ramonda, professore associato di Reumatologia, dipartimento di Medicina-Dimed dell’Università di Padova, intervenendo a Milano, a margine della presentazione di un test online validato, vicinidipelle.it di AbbVie, che aiuta a identificarne segni e sintomi dell’artrite psoriasica. “In generale – continua Ramonda – la predisposizione genetica è molto importante: un paziente affetto da artrite psoriasica solitamente, nell’ambito della stessa famiglia, ha un altro familiare che soffre o di psoriasi o di artrite e questo è un elemento caratterizzante che deve allertare il medico quando appunto compare una manifestazione articolare che può chiaramente indicare la comparsa di questa malattia.

Fa parte del gruppo delle spondiloartriti.La prima classificazione – spiega – è stata fatta distinguendola in una forma con impegno prevalentemente delle articolazioni, delle interfalangee distali”, elementi articolari interposti tra le seconde e le terze falangi delle dita, “una forma caratterizzata da un’espressione mono-oligo-articolare – che è quella più frequente – una forma poli-articolare simmetrica, tipo l’artrite reumatoide e una forma caratterizzata da un’artrite particolarmente distruente, definita mutilante che, per fortuna, è molto rara (1-2% dei pazienti).

E poi abbiamo la forma spondilitica, cioè a carico della colonna”. L’artrite psoriasica “è una patologia infiammatoria cronica – ricorda Ramonda – che colpisce le articolazioni ed è caratterizzata da un coinvolgimento sia delle articolazioni che della cute.Il fatto che sia una forma più psoriasica quindi di competenza dei dermatologi o più artritica di competenza dei reumatologi è un quesito che condividiamo perché, effettivamente, questi pazienti possono partire da una forma puramente cutanea e sviluppare poi in seconda istanza l’artrite, oppure, in più piccola percentuale, possono presentare prima l’artrite, e poi presentare la psoriasi.

Quindi è una patologia che condividiamo con il dermatologo”.Per questo “spesso organizziamo dei team multidisciplinari per cercare di far fronte a questa patologia”. Presentandosi in modo diverso, “è chiaro che per trattare questa patologia – chiarisce la professoressa – dobbiamo capire qual è l’elemento caratterizzante perché, in base alle manifestazioni cliniche, scegliamo il trattamento più adeguato.

Un’artrite prevalentemente periferica, ovviamente, va trattata all’inizio, nella prima fase di malattia, con i Fans, con l’utilizzo dei Dmarts (Disease-modifying antirheumatic drugs)” definiti così perchè non sono solo antinfiammatori, ma modificano la progressione della malattia. “Se però dopo tre mesi di trattamento con i Dmarts tradizionali non abbiamo una risposta, si passa al trattamento con farmaci biologici.Oggi – sottolinea Ramonda – abbiamo una vasta gamma di farmaci biologici a disposizione, per cui, in questi pazienti possiamo scegliere il tipo di trattamento più adeguato che va dagli anti-Tnf, all’anti-IL 17, all’anti- IL23, l’anti-IL 12-23 e gli anti-Gec.

Quest’ultimi vanno a interferire con le Janus kinase, enzimi all’interno delle cellule che sono coinvolti nella produzione delle varie citochine e dei vari fattori di crescita che noi troviamo nei processi di tipo infiammatorio”.  La cura è a misura del paziente. “Nella forma prevalentemente artritica – precisa la professoressa – si utilizzano dei farmaci biologici, possiamo scegliere una vasta gamma di tutti questi.Nella forma prevalentemente dattilitica, non sono consigliati i Dmarts, non sono consigliato il trattamento locale con le infiltrazioni.

Nella dattilite – un’espressione della malattia caratterizzata dalla formazione di un dito a salsicciotto proprio per la sua tumefazione – si prova dapprima con l’utilizzo di steroidi locali.Se il paziente non risponde, dopo la prima, seconda infiltrazione, si passa ai biologici.

Nelle forme assiali (che coinvolgono prevalentemente la colonna vertebrale, ndr) a volte conviene passare direttamente ai biologici dopo il trattamento con i Fans.Nelle forme particolarmente aggressive – conclude Ramonda – si consiglia il passaggio direttamente ai farmaci biologici”. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)


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