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Castellammare di Stabia

Napoli, crisi Anm. Il comune incontra l’amministratore della società: i dettagli

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Nella riunione congiunta di Infrastrutture e Bilancio l’aggiornamento sulla crisi Anm e sulle attività in corso dopo la richiesta di concordato preventivo

Napoli, le commissioni consiliari Infrastrutture e Mobilità e Bilancio hanno oggi incontrato, insieme ai due assessori di riferimento, Mario Calabrese e Enrico Panini, l’amministratore unico dell’Anm Ciro
Maglione che ha illustrato l’attuale situazione dell’azienda e le attività in corso con riferimento al procedimento di concordato preventivo richiesto al tribunale lo scorso 22 dicembre 2017. Con la
nomina formale di tutti i soggetti coinvolti nella procedura di concordato, a partire dalla designazione del giudice delegato dal tribunale, è di fatto cominciato il percorso che, in 60/90 giorni, porterà alla definizione del Piano concordatario.

Nel corso della lunga discussione, l’avvocato Maglione, e gli assessori Panini e Calabrese, hanno risposto ad una serie di domande dei consiglieri sulla situazione in generale e su questioni  specifiche, a partire da quelle poste dai presidenti di commissione: Nino Simeone ha chiesto in particolare di chiarire in che modo l’Anm onorerà i propri debiti con riferimento alle società dell’indotto, i cui lavoratori sono in allarme anche per il pagamento degli stipendi; la presidente Manuela Mirra ha invece chiesto di chiarire quali sono le poste attive, i crediti sui quali la società può contare, se nella procedura concordataria sono compresi immobili da dismettere, se
infine ci sono misure correttive da adottare nel nuovo piano industriale e, tra queste, quella della razionalizzazione dell’impiego del personale. I consiglieri che sono intervenuti hanno espresso diverse valutazioni sul percorso finora seguito e formulato domande: per Brambilla
(Movimento 5 Stelle) non può stare in piedi il vecchio piano industriale sulla base del quale l’Anm è andata al concordato in quanto sono stati disattesi dal Comune gli impegni assunti nella delibera di marzo 2017 sul risanamento e la ricapitalizzazione e, nella più recente delibera di riordino delle partecipate (a seguito del decreto Madia) di fatto non si è garantito oltre il 2019 il contributo del Comune di 54 milioni sul quale si basa ogni possibilità di raggiungere l’equilibrio di bilancio per la partecipata;

Andreozzi (Dema) ha posto il problema delle azioni messe in campo, per il risanamento, a proposito degli stipendi dei dirigenti, ricordando l’esplicita indicazione del Consiglio a tutte le partecipate, e le altre partecipate si sono adeguate, sul taglio dei “superminimi” nonché sentenze definitive della magistratura, fatto molto grave e scandaloso per una città che vive una situazione generale di povertà;

per Esposito (PD) non era credibile il piano di salvataggio di Anm, tanto è vero che subito dopo la società è stata costretta a ricorrere al concordato preventivo, così come è stato scellerato il modo in cui l’amministrazione ha deciso e gestito la fusione di tre aziende (Anm, NapoliPark, Metronapoli) proprio per salvare Anm, lasciando insoluto, nonostante gli impegni, il problema delle differenze contrattuali tra i lavoratori; è sbagliato, inoltre, non riportare in Anm il servizio di rimozione con i carri gru nel quale potrebbe trovare collocazione il personale attualmente in esubero.

L’avvocato Maglione ha chiarito già nell’intervento introduttivo, e poi nel corso delle singole risposte, che dal momento in cui il tribunale ha ammesso la richiesta di concordato preventivo (presentata il 22 dicembre del 2017) e nominato il giudice delegato (il dottor Stanislao De Matteis) ed i commissari che lo affiancano, tutte le attività dell’Anm sono riportate agli organismi concordatari per l’autorizzazione (nel caso si tratti di attività straordinarie) o sotto forma di informativa (nel caso di attività ordinarie). Con la nomina, con una procedura di evidenza pubblica, del soggetto che dovrà attestare il piano concordatario e di un advisor finanziario che determinerà crediti e debiti in discussione, sarà infine stabilito il piano per il riparto delle somme dovute ai creditori.

Sempre con gli organi della procedura concordataria andrà valutato anche il pagamento di circa 3,5 milioni all’azienda che ha curato la ristrutturazione  della Funicolare Centrale che sarà reso possibile, come ha comunicato il direttore centrale di Infrastrutture, Raffaele Mucciariello, dall’accensione del mutuo con Cassa Depositi e Prestiti.

E’ nel nuovo piano connesso al concordato, infine, che si collocheranno i problemi posti riguardo agli asset industriali, ai servizi come i carri gru, all’utilizzo di personale per il servizio di blocca- ruote.Gli assessori presenti sono intervenuti, a loro volta, a fine riunione, per rispondere nel merito di alcune questioni sollevate nel corso del dibattito. Per l’assessore Calabrese, la gran parte degli impegni assunti dal Comune all’atto dell’approvazione del piano industriale di Anm sono stati rispettati, come la definizione delle tariffe per i parcheggi e l’aumento dei biglietti. Sono in corso gli accertamenti per definire la questione del personale impiegato in servizi non-Anm.

Per l’assessore Panini, la difficile situazione dell’azienda dei trasporti, che non ha una situazione debitoria particolarmente drammatica e che troverà risposta nella procedura concordataria, va
fatta risalire alle gestioni del passato; sempre ai tempi e alle modalità della procedura concordataria sarà legato il nuovo piano industriale dell’azienda, ma non va sottovalutato il fatto che  l’amministrazione ha garantito con propri ingenti fondi il trasporto pubblico locale in città, impegnandosi anche per l’acquisto di nuovi bus e treni per 200 milioni dopo che per ben 12 anni queste misure non erano state neanche programmate.


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