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Napoli, il Consiglio comunale approva la delibera sulla riformulazione del piano di riequilibrio pluriennale

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n Consiglio comunale è proseguito il dibattito sulla delibera n. 57 per l’approvazione del piano di riequilibrio pluriennale riformulato, approvato infine con 23 voti favorevoli con appello nominale. A margine dell’approvazione del piano è intervenuto in Aula il sindaco Luigi de Magistris.

Per Elena Coccia (Sinistra Napoli in Comune a Sinistra), quando si parla di piano di riequilibrio, bisogna essere consapevoli che non siamo di fronte al libro dei sogni, e che nel corso di questi sette anni sono cambiate le regole del gioco; non è discutibile sul piano giurisprudenziale il principio della continuità amministrativa, ma questa deve collimare anche con democrazia, politica, buona fede; a proposito del debito, siamo di fronte ad un problema attualissimo: quando, la democrazia, può tagliare con la continuità amministrativa imposta dal passato? Sarà questo il tema della manifestazione del 21 febbraio a Roma. A proposito dei costi della politica, occorre una inversione di tendenza: vanno richiamati i principi costituzionali ed i diritti umani contro la spending review; ha chiesto alle opposizioni una maggiore partecipazione anche per proporre ricette alternative rispetto alle scelte dell’amministrazione che comunque sono dettate dalle richieste della Corte dei Conti.

Per Stanislao Lanzotti (Forza Italia) è inaccettabile, parlando del futuro della città, essere costretti ad affrontare argomenti così importanti, in poco tempo, senza avere a disposizione la documentazione completa, senza l’opportuno approfondimento in commissione; in generale, la logica di scontro amministrativo sottesa anche alla manifestazione romana non giova alla città; meglio sarebbe stato puntare su una legge speciale per Napoli, con un forte controllo commissariale sull’impiego delle risorse; è necessario gestire il patrimonio puntando alla messa a reddito per creare opportunità per i cittadini, in una visione strategica che oggi manca; ha infine annunciato che dopo la discussione generale, il proprio gruppo non parteciperà alla votazione.

Per Eleonora De Majo (Dema) negli ultimi due anni, come in un perverso videogioco, l’amministrazione si trova ad affrontare difficoltà sempre maggiori e diverse; ciononostante, è stata positivamente affrontata la riformulazione del piano grazie all’emendamento alla legge di bilancio; vanno ringraziati tutti coloro, amministrazione e uffici, che hanno lavorato per realizzare il miracolo di predisporre il documento in tempi brevi; con il piano, ci vengono chiesti impegni gravosi, come le dismissioni del patrimonio; sul tema della grande evasione e della riscossione, dobbiamo essere consapevoli delle morosità incolpevoli dovute alle condizioni molto pesanti in cui vive una parte della città; la politica che stiamo perseguendo è in difesa delle città, tutte messe in difficoltà dalle scelte governative, e in particolare, sul debito post terremoto, l’amministrazione sta giocando una partita trasparente, radicalmente diversa da quella di forze politiche che l’hanno generato e che ancora ritengono di lucrare sulla salute delle persone nella gestione dei rifiuti.

Per Coppeto (Sinistra Napoli in Comune a Sinistra) la seduta di oggi chiude un lavoro politico svolto in Parlamento, nel quale tutti hanno svolto la propria parte, e grazie al quale l’ammontare complessivo di un debito sempre più soffocante può essere spalmato nel tempo; sul piano tecnico va riconosciuto a tutti il lavoro svolto e, sul piano politico, ha definito importante la manifestazione del prossimo 21 febbraio a Roma, necessaria pur essendo consapevoli che non ci saranno nell’immediato provvedimenti formali tesi a risolvere la questione; sarà necessaria una nuova battaglia politica, all’indomani delle consultazioni elettorali, per affrontare e risolvere il problema, riscrivendo le regole.

Per Arienzo (Partito Democratico), va premesso che il Piano nasce dalla volontà del Parlamento di andare incontro agli enti locali; in questo senso, a proposito della manifestazione del 21, si è detto perplesso sulla volontà dell’amministrazione di smarcarsi dalla linea dell’Anci e di porsi da sola in una protesta sul debito; è complesso per le opposizioni, ha concluso, dare il proprio contributo politico quando i documenti sono arrivati in ritardo e in sede di conferenza dei capigruppo è stata rifiutata la richiesta di un minimo slittamento dei tempi tecnici; tutto ciò, ha concluso, annunciando che il PD non parteciperà al voto, pone ancora il tema del ruolo che si vuole attribuire al Consiglio della terza città d’Italia, dove ancora emerge che non c’è spazio per la politica e per il confronto.

Rinaldi (Dema) ha ringraziato i consiglieri di opposizione presenti in Aula, che hanno consentito un dibattito vivo su un tema importante; di fronte alle grandi difficoltà di carattere economico-finanziario della città di Napoli, si è riusciti ad evitare il dissesto; vanno fortemente criticate le conseguenze negative per la città dei debiti connessi al post-terremoto e all’emergenza rifiuti; per questi motivi, la manifestazione di Roma sarà centrale per rilanciare il tema di Napoli, e del Mezzogiorno intero, grande assente di questa campagna elettorale, a trazione Nord. Se il presidente della Corte dei conti arriva a parlare della necessità di una legge speciale per Napoli come unico rimedio per uscire dal debito, questo vuol dire che è noto a un soggetto neutro che da sette anni a Napoli si sta compiendo un miracolo, si tratta di un riconoscimento del credito politico del quale gode la città; mettere in discussione quei debiti, ha concluso, mette in discussione quel sistema criminale che li ha generati e che toglie ossigeno alla città.

Menna (Movimento 5 Stelle), ha richiamato l’attenzione dell’Aula sugli scontri di ieri, ricordando che l’antifascismo non può essere difeso solo nelle piazze; in una discussione che riguarda il bene della città, ha invitato ad andare oltre le divisioni degli schieramenti, ricordando come sia importante condannare le conseguenze negative del post-terremoto e dell’emergenza rifiuti; tuttavia la sua parte politica non voterà questo documento perché le opposizioni non sono state messe in condizione di contribuire costruttivamente; difendersi da un sistema richiede lacrime e sangue, e scelte impopolari, ad esempio, sul tema dei rifiuti, serviva ai tempi dell’emergenza essere più netti e fare appello ai cittadini.

Concluso il dibattito, l’assessore Panini ha nuovamente sottolineato la solidissima struttura tecnica del documento che però rispetta anche contenuti politici; si tratta di un ottimo piano che, una volta consegnato alla Corte dei conti, ci garantirà di affrontare la nuova difficile fase che si apre nella quale porremo il tema degli enti locali. L’amministrazione, costituzionalmente ed eticamente rigorosa, che aveva ereditato una amministrazione dichiarata tecnicamente “fallita” dalla Corte dei conti, ha garantito i diritti costituzionali ed il lavoro, e non ha alimentato il debito che deriva sostanzialmente dalle regole nel frattempo intervenute. Ha concluso ricordando la natura super partes della manifestazione del 21 febbraio a Roma: è fondata sulla inoppugnabile verità che buona parte del debito è di competenza dello Stato e che la città ha già pagato e sta pagando la sua parte.

Su richiesta delle opposizioni, la votazione sulla delibera 57 per la riformulazione del piano di riequilibrio pluriennale è avvenuta per appello nominale ed ha registrato – assenti dall’Aula come preannunciato le opposizioni – 23 voti favorevoli.

Anche il Sindaco de Magistris è intervenuto in Aula ed ha ringraziato la squadra, tecnica e politica, che ha elaborato il piano, lavorando in condizioni difficili e superando molti ostacoli, e anche le opposizioni che hanno discusso degli interessi della città, pur essendo in campagna elettorale. In questi anni l’amministrazione è riuscita a preservare i servizi di rilevanza costituzionale, a realizzare l’acqua pubblica, a non mettere sul mercato le partecipate, salvaguardando il lavoro. Ma, ha proseguito, siamo stati votati per essere trasparenti, corretti, onesti, ma anche per rispondere a bisogni e diritti, e ciò va fatto, anche disobbedendo, se la legge è ingiusta: quella del 21 febbraio sarà la prima tappa della grande mobilitazione che andrà avanti anche dopo la campagna elettorale; irrompiamo in un vuoto politico, denunciando che la cassa bloccata impedisce di governare e realizzare il mandato popolare. La Corte dei conti è stata molto severa ma, nell’ultima apertura del suo anno giudiziario, con onestà intellettuale oltre che istituzionale, sono stati definiti “storici” i debiti che la città è nell’impossibilità di pagare. Leggi speciali ci sono state per altre città, ultima Torino per i trasporti, non Napoli, che può farcela con leggi ordinarie, non speciali: a Roma non si va contro qualcuno, ma perché abbiamo le classe bloccate per due debiti che consideriamo particolarmente insopportabili, uno del 1980, l’altro relativo al commissariamento rifiuti.

De Magistris ha infine denunciato la canea mediatica nazionale sul movimento 5 stelle e il pericoloso crinale che si è imboccato, quello di equiparare fascismo e antifascismo; richiamando Sandro Pertini, ha concluso sulla necessità di contrastare il fascismo e di non tradire la costituzione repubblicana nata grazie al sangue dei partigiani che hanno combattuto il fascismo.


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