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l nuovo presidente della regione Sicilia, Nello Musumeci, si sta già rimboccando le maniche per risolvere la questione riguardante la ZES.
“Bene Musumeci sull’Autorità Portuale. Serve lo stesso impegno per ZES a Messina ed Area dello Stretto”
Documento di CapitaleMessina e Rete Civica per le Infrastrutture a firma di Gianfranco Salmeri e Fernando Rizzo.
Messina, 18 novembre 2017 ,Soddisfazione per le dichiarazioni del neopresidente della Regione, raccolte dalla Gazzetta del Sud sul tema dell’Autorità portuale. La strategia è quella giusta: alla scadenza della proroga del 31 dicembre, Musumeci non conceda l’intesa necessaria per la nomina del presidente della futura Autorità portuale di Gioia Tauro. Dopodiché, con le elezioni politiche dietro l’angolo, difficilmente il Governo provvederà di imperio all’accorpamento di Messina con Gioia Tauro e la situazione rimarrà congelata e rinviata ad una trattativa col nuovo Governo nazionale e con un Ministro, che ci auguriamo più sensibile di Del Rio agli interessi del nostro territorio.
Alla luce di questo scenario le speranze per la sopravvivenza della nostra Autorità portuale non sono perse. Ma, sul tema della portualità e dello sviluppo ci sono altre due questioni delle quali si dovrà occupare il nuovo Governo regionale, una aperta e l’altra da aprire. La prima riguarda la ZES.
Come è noto il Governo con il Decreto Legge 91 del 20 giugno 2017 (cosiddetto Decreto Sud), convertito in legge il 3 agosto, ha introdotto le Zone Economiche Speciali, da individuare, nel Mezzogiorno, in zone collegate ad una area portuale, destinatarie di importanti benefici fiscali e semplificazioni amministrative. L’introduzione delle ZES è uno strumento innovativo che può contribuire a rafforzare la prospettiva del Mezzogiorno quale piattaforma logistica per l’intera industria italiana, in virtù della crescente presenza cinese nel Mediterraneo e dell’aumento delle rotte asiatiche attraverso il canale di Suez. È, però evidente, che senza le necessarie infrastrutture di collegamento tra la Sicilia ed il resto d’Italia, il Corridoio “Berlino-Palermo”, Ponte incluso, per intenderci, l’isola sarà inesorabilmente tagliata fuori.
La legge 123/17 prevede che si possano istituire al massimo due ZES per regione, su proposta del presidente della regione interessata. Messina rischia di soccombere rispetto a Catania-Augusta e Palermo, già indicate in più occasioni dal Governo come sede delle future ZES in Sicilia; per cui è necessario intervenire subito: il nostro territorio non può perdere una così importante occasione di sviluppo. Registriamo con favore, comunque, la posizione del Ministro De Vincenti che ha rassicurato, come si può leggere oggi sul quotidiano cittadino, la Giunta Accorinti sul fatto che Messina avrà la sua ZES. Speriamo che sia così, ma per avere la terza ZES siciliana, bisognerà emendare la legge 123/17: che lo si faccia al più presto. L’altro tema che, a nostro avviso, il Presidente della Regione dovrà trattare, è quello della rinegoziazione dei rapporti con la Regione Calabria riguardo all’Area dello Stretto, finora improntati ad un rassegnato spirito di subordinazione agli interessi calabresi. La collaborazione con la Calabria è per noi strategica, ma le politiche di tutela degli interessi reciproci devono essere simmetriche. A partire, ad esempio, dalla Conferenza interregionale per l’Area dello Stretto, e dal suo Comitato tecnico. La Conferenza ha sede a Reggio Calabria ed è presieduta dal presidente della regione Calabria.
Nel dicembre 2016 l’ufficio di Presidenza della Conferenza, riunitosi in Calabria e costituito dal Presidente, il calabrese Domenico Battaglia, dal vicepresidente, il calabrese Giuseppe Neri, dal segretario, il calabrese Maurizio Priolo, e dall’unico siciliano, l’allora presidente dell’ARS Giovanni Ardizzone, ha deliberato la costituzione del comitato tecnico della conferenza interregionale dell’Area dello Stretto. Un comitato la cui legittimazione è prevalentemente calabrese e che ha il compito di elaborare un piano strategico con al centro: 1) Autorità portuale, 2) Zona Economica Speciale, 3) Università, 4) Azienda Sanitaria interregionale, 5) Sviluppo turistico-culturale, 6) Logistica dell’attraversamento dello Stretto. Nelle linee guida del “piano strategico” elaborato dal Comitato emerge l’assoluta sottomissione economica e territoriale di Messina e della Sicilia, agli interessi della Calabria. E questo non è accettabile, per cui ci aspettiamo una decisa correzione di rotta ad opera del nuovo Governo regionale
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