Mario Rui: “Sarri mi dà una voglia matta di lavorare”

Le sue parole Silva Duarte Mario Rui ha parlato a Il Mattino: “A me le...

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Le sue parole

Silva Duarte Mario Rui ha parlato a Il Mattino: “A me le nuove avventure non spaventano. Figurarsi, io vengo da Sines, il paese di Vasco da Gama, il grande conquistatore dei mari. E se ho detto sì al Napoli è perché voglio seguire le sue orme: anche per me è arrivato il momento di conquistare qualcosa di importante”

Parola d’ordine del gruppo: scudetto?
“Sono arrivato da poco e mi ha colpito questa convinzione che regna sovrana tra i miei compagni. Ed è una cosa coinvolgente. Io quando ero alla Roma, da avversario, ero convinto che a loro mancasse davvero poco per poter puntare a vincere il campionato. E se il gruppo ci crede, ci credo anche io”.

Cosa farà per entrare subito nel cuore dei tifosi del Napoli?
“Mostrerò la mia grinta, la mia determinazione, la mia grande voglia di riscatto. Vengo da un anno difficile e in questa stagione mi voglio riprendere tutto quello che non sono riuscito ad avere nello scorso campionato”.

Sarri è l’allenatore con cui ha giocato di più. Come lo ha trovato rispetto a Empoli?
“Uguale. Mi dà una voglia matta lavorare con lui: quando l’ho conosciuto all’Empoli ero solo un terzino che pensava a spingere e a fare cross. È arrivato lui e mi ha detto che per crescere dovevo migliorare la fase difensiva… Non ho parlato molto con lui qui, l’ho fatto prima di arrivare e so quello che mi aspetta”.

Qualche aggettivo per definire Rui?
“Sono uno generoso, che è sempre disposto ad aiutare il compagno, perché ho sempre pensato che, se dai una mano a qualcuno in difficoltà, poi hai la speranza che pure lui possa darle a te quando toccherà a te chiedere aiuto. Ma se non lo fai tu…”.

A Dimaro sembra una rimpatriata: ha trovato tanti ex compagni dell’Empoli e il vecchio staff?
“È una bella atmosfera. Ma so che questo non mi aiuterà a giocare di più. Sarri e gli altri non fanno sconti a nessuno, non sarò di sicuro avvantaggiato”.

In pole per il titolo chi c’è?
“La storia degli ultimi anni dice Juve. Però se la bellezza conta, è il Napoli davanti a tutti”.

Lei è un terzino non particolarmente alto: come ha fatto a diventare così bravo lo stesso?
“Altro merito di Sarri. Mi ha fatto lavorare sulla concentrazione. Mi ha spiegato che giocando con la testa, sarei riuscito a prendere la palla in un contrasto aereo posizionandomi meglio del mio avversario, partendo prima, facendo i movimenti giusti prima di lui…”.

La scelta di Napoli non l’aiuterà quando tornerà all’Olimpico.
“Ho percepito solo alla fine la dimensione della rivalità tra le tifoserie, dopo le prime indiscrezioni del mio passaggio a Napoli…”.

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