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Castellammare di Stabia

Le “sardine” sullo Stretto, una missione anti-lega (video intervista)

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A Messina si lega solo a sosizza”, recita un cartello tra i tanti diffusi in piazza fra la gente. Discreta affluenza ieri 21 dicembre radunata in piazza Unione Europea, gruppi provenienti anche da zone limitrofe della provincia si sono uniti al grido di “Bella Ciao” e “Messina non si lega”.

Le “sardine” sullo Stretto, una missione anti-lega

Il movimento di protesta anti Salvini ha suscitato curiosità pure nella città dello Stretto. Provenienti anche dai paesi limitrofi di provincia, parecchi scrutavano con viva curiosità cosa sarebbe accaduto in occasione di questo flash mob organizzato e ormai “rodato” dopo aver attraversato le piazze di mezza Italia. 

Dalla data del 14 novembre infatti, non si è più arrestata questa, da alcuni definita, “rivolta-ittica” contraddistinta da un forte sentimento anti-leghista.

Rivoluzione nata e partita da Piazza Maggiore in occasione della campagna elettorale in cui Salvini sosteneva la candidatura di Lucia Borgonzoni in Emilia Romagna, figura contrapposta all’uscente Stefano Bonaccini del Partito Democratico. Una inaccettabile situazione per uno dei primi ideatori del movimento Mattia Santori, 32 anni laureato in scienze politiche e collaboratore per una rivista legata a Romano Prodi, insieme ai tre amici Roberto Morotti, 31 anni, ingegnere, Giulia Trappoloni, 30 anni, fisioterapista e Andrea Garreffa, 30 anni, guida turistica. 

Da alcune domande poste ai presenti in Piazza Unione Europea antistante Palazzo Zanca il Municipio di Messina, sembrerebbe che in diversi, se ci fossero adesso delle elezioni, non saprebbero “che pesci pigliare”. Alcuni infatti starebbero ancora valutando l’operato dell’attuale Governo prima di decidere se replicare il loro voto ai Cinque Stelle o astenersi dalle consultazioni, confermando l’idea originaria delle “Sardine” di non divenire mai partito rimanendo solo “movimento di protesta”.

 

Protesta quindi decisamente in opposizione alle linee salviniane contro cui gli slogan e in particolar modo “Messina non si lega” si riferivano. 

Le “Sardine” infatti, un po’ in tutta Italia, manifestano a favore dell’immigrazione e per un’inclusione e integrazione sociale scevra da linguaggi sporchi e volgari. Poi tuttavia si riscontra una lampante contraddizione libertaria, in quanto sono avverse alla comunicazione che tratti di politica attraverso i social confinandola unicamente alle vie istituzionali.

Ciò appare per certi versi incomprensibile se non pure anacronistico nel 21° secolo, l’epoca di internet e dei social. Sarebbe stato, seppure ancora relativamente chiaro, poiché in Democrazia non aggrada in generale qualsiasi forma di restrizione alla lecita comunicazione, che avessero chiesto una certa regolata sui social, affinché si assicuri e garantisca tutela e verità d’informazione. Ma senza con questo escludere la comunicazione politica e da parte delle istituzioni (come affermano al secondo tra i sei punti programmatici dai “discutibili” contenuti) dal momento che loro stessi sono riusciti a “connettersi” organizzandosi e fare rete attraverso questo nuovo strumento dei mass media. 

Strumento peraltro talmente immediato quello dei social, senza il quale non crediamo avessero avuto la possibilità, non solo le “Sardine” ma anche altri civili movimenti di organizzarsi e nella fattispecie, con un flash mob di così grande portata e rilevanza e tra l’altro in così poco tempo e in tanti.

Interviste di Mariella Musso e riprese audio video di Adduso Sebastiano.

Articolo condiviso da Mariella Musso e Adduso Sebastiano.


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