Napoli, la commissione Trasparenza sulla vicenda dei volumi mandati al macero

La commissione Trasparenza, presieduta da Mimmo Palmieri, in seguito alla polemica con l’editore Tullio Pironti,...

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La commissione Trasparenza, presieduta da Mimmo Palmieri, in seguito alla polemica con l’editore Tullio Pironti, che ha contestato alla seconda Municipalità di aver mandato al macero 200.000 volumi da lui messi a disposizione e custoditi nei locali dell’ex cinema Aurora di Piazza Dante, ha voluto fare il punto sulla correttezza delle procedure amministrative messe in atto finora. Sono intervenuti il vice segretario generale, Francesco Maida, la direttrice della seconda Municipalità, Anna Aiello e Gianfranco Iodice, responsabile dei servizi territoriali di Asia.

Sarà ulteriormente approfondita in una nuova riunione con il presidente della seconda Municipalità Francesco Chirico, oggi impossibilitato ad intervenire, la vicenda che ha portato alla decisione di mandare al macero i 200.000 volumi, messi a disposizione nel 2013 dall’editore Tullio Pironti per un’iniziativa pubblica mai realizzata, custoditi nei locali dell’ex cinema Aurora di Piazza Dante, di proprietà comunale.

Intanto sono emersi, dalle carte che la seconda Municipalità ha messo a disposizione della commissione Trasparenza, alcuni errori procedurali in merito alla questione. E’ quanto ha dichiarato in apertura di riunione il presidente Palmieri, che ha posto l’accento sull’appropriatezza delle procedure poste in essere sin dall’inizio, quando il presidente Chirico ha di fatto affidato ad un privato uno spazio pubblico che dai documenti non risultava neanche nella disponibilità della seconda Municipalità (ma della Direzione Centrale Patrimonio). A questo si aggiungono i fattori di rischio igienico-sanitario già esistenti in quei locali.
Una vicenda, ha commentato il consigliere David Lebro (La Città), che provoca profonda amarezza e colpisce la cultura cittadina, per questo è stata interessata anche la commissione competente. Ma quello che è importante approfondire oggi – ha aggiunto – è capire il rispetto delle procedure, e soprattutto come sia stato possibile che un organo politico abbia commesso atti gestionali firmando una lettera nella quale veniva autorizzata la custodia dei volumi nello stabile di piazza Dante. Dagli atti infatti non risultano convenzioni, protocolli, inventari, in pratica non si ha contezza di quanti volumi sono entrati e quanti sono effettivamente usciti per andare al macero, non essendoci verbali di constatazione: un fatto inaudito del quale il presidente Chirico dovrà assumersi le responsabilità. La consigliera Francesca Menna (Movimento 5 Stelle) è intervenuta per chiedere se dai documenti emerge che siano state fatte valutazioni preliminari, da parte della Municipalità, sulla idoneità dei locali ad accogliere i volumi, per evitare il loro deterioramento.
Su questi punti è intervenuta la direttrice della seconda Municipalità, Anna Aiello, che ha ricostruito la vicenda sin dalla sua origine, nel 2013, e ha spiegato che, per quanto di sua competenza, non poteva avviare alcuna procedura amministrativa relativa alla custodia dei volumi in quanto non era responsabile dell’area in questione. Sulla decisione di mandare i volumi deteriorati al macero, Aiello ha precisato di aver inviato all’editore Pironti quattro inviti a rimuovere i volumi, in quanto l’area doveva essere bonificata prima di essere assegnata alla Municipalità. Bonifica che, come ha specificato l’ingegner Iodice di Asia, è avvenuta tra il novembre 2016 ed il febbraio 2017, e ha portato alla rimozione dall’ex cinema Aurora di circa trentasei tonnellate di carta oltre a diversi materiali che avevano creato nel tempo un’ emergenza igienico-sanitaria. Il vicesegretario generale Maida ha inquadrato la questione dal punto di vista giuridico, indicando che, al di là dei possibili vizi formali, l’amministrazione comunale era tenuta a procedere alla distruzione dei volumi per sopraggiunti interessi pubblici, ricordando il disposto dell’articolo 1771 del Codice Civile (Richiesta di restituzione e obbligo di ritirare la cosa) che dava facoltà al Comune in qualunque momento di chiedere all’editore Pironti il ritiro dei volumi.

/Comunicato Stampa

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