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Ivan Juric, lo slavo che insegna calcio in riva allo Jonio

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span style="font-size: 12pt; font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Quarantotto punti frutto di quattordici vittorie, sei pareggi e due sconfitte: è questo il bottino del Crotone Calcio, squadra calabrese militante nel campionato di serie B e capolista in solitaria, dopo ventidue giornate.

Come se non bastasse, oltre a questi numeri, il team pitagorico vanta anche la seconda miglior difesa (17 reti a pari merito con il Novara, soltanto il Perugia con 16 ha fatto meglio) ed il secondo miglior attacco dell’intero torneo con 37 reti realizzate, alle spalle soltanto della schiacciasassi Cagliari che, di reti, ne ha totalizzate ben 43.

Numeri da capogiro che, se analizzati nel dettaglio, non lasciano adito a molte interpretazioni differenti; una di esse, probabilmente la più importante, è quella legata ad Ivan Juric. Si, perchè l’ex calciatore croato con un passato italiano proprio al Crotone ed al Genoa, dall’ 8 giugno è diventato ufficialmente il nuovo allenatore del Crotone subentrando, difatto, al crotonese doc Massimo Drago, una vita spesa al Crotone passando dal settore giovanile fino ad arrivare ad allenare, con risultati straordinari, la prima squadra di calcio della sua città natale.

Per Juric impresa a tratti mastodontica quella di subentrare, in quel di Crotone, ad un totem come Drago che, per undici anni della sua carriera, ha conosciuto, vissuto e respirato ad ogni latitudine e longitudine possibile soltanto i colori rosso e blu. Tuttavia, per un professionista del calibro professionale ed umano quale è Ivan Juric, fare la cosa più difficile si è rivelata come bere un bicchier d’acqua, o quasi.

Ivan Juric, croato di Spalato, si forma calcisticamente come mediano di rottura vecchio stampo, uno con l’intelligenza non soltanto nella testa ma anche nei piedi; la sua miglior qualità era quella di saper intervenire sugli avversari ed in particolar modo sui portatori di palla o costruttori di gioco con scelta di tempo perfetta. Grazie a queste qualità, a quella naturale attitudine ad essere un allenatore in campo ma, soprattutto, sotto la guida del suo maestro di calcio e vita Gian Piero Gasperini, Juric (noto anche per il suo look piratesco e per la passione per la musica metal ndr) ha saputo farsi apprezzare delle piazze di Crotone e Genoa che non lo hanno mai dimenticato.

Tuttavia, la svolta nella sua carriera arriva quando, nel lontano 2003, la sua strada si intreccia con quella del torinese Gian Piero Gasperini. Per tre anni giocatore del ”Gasperson” al Crotone e per quattro al Genoa, Ivan Juric diventa il calciatore di riferimento per il 3-4-3 spumeggiante del trainer torinese – Ivan è stato il giocatore che più di ogni altro ha interpretato la mia filosofia del calcio” disse di lui Gasperini. Dopo che nel 2010 Juric annuncia ufficialmente il ritiro dal calcio giocato, il croato comincia ad intraprendere la strada che lo porterà, poi, a diventare allenatore; come un allievo, Ivan Juric assorbe ogni singola goccia di sapere calcistico dal maestro Gasperini seguendolo passo passo e cominciando come assistente tecnico in quel di Milano all’Inter nel 2011; seguono le esperienze al Palermo in panchina come vice fino ad arrivare alla prima vera esperienza da allenatore nel 2013, quando Juric subentra ad Eranio alla guida della Primavera del Genoa. Segue, nel 2014, la prima esperienza ufficiale su una panchina professionistica, quella del Mantova in Lega Pro con il quale conquista una tranquilla salvezza, i sedicesimi di finale della Coppa Italia di categoria e termina il campionato come quarta miglior difesa del torneo. E’ il preludio al bel gioco che Juric, dopo tanta gavetta, finalmente riesce a mettere in pratica e così, dallo scorso 8 giugno, Ivan Juric insegna calcio in riva allo Jonio sulle orme del maestro Gasperini, uomo e figura fondamentale per la sua crescita professionale ed umana.

”Puntare innanzitutto e soprattutto sulle motivazioni – asserì Juric alla presentazione come nuovo allenatore dei pitagorici – è stato bello essere richiamato da una società in cui sei già stato, ha più valore rispetto ad altre”. Motivazioni, si proprio la parola giusta considerando la risicata salvezza dei calabresi ottenuta l’anno prima in un campionato che li aveva visti impelagati sempre nei bassifondi dopo che, l’anno prima, si era addirittura quasi sfiorata la serie A. Con il diesse Beppe Ursino, quest’anno si è deciso di puntare sulle motivazioni di quei giocatori che avevano fatto bene nello scorso girone di ritorno e, contestualmente, inserendo anche qualche giovane di qualità cercando di non ripetere gli stessi errori che hanno caratterizzato la scorsa annata sportiva del Crotone. La vittoria per 3-1 sul rullo compressore Cagliari di Massimo Rastelli, squadra costruita per risalire immediatamente in serie A, è la dimostrazione della bontà del lavoro svolto da Juric e dal suo staff fino a questo momento. Altre dimostrazioni sono arrivate direttamente dai suoi stessi colleghi, come Massimo Oddo meno di qualche mese fa che, in sede di presentazione del match fra il suo Pescara ed il Crotone di Juric, virgolettò il croato come ”un tecnico che insegna calcio”.

L’allenatore croato è uno di quelli con le idee chiare da sempre, qualità non sempre semplice da trovare oggigiorno; predilige giocare con il 3-4-3 attaccando, aggredendo alto e pressando con continuità. Le sue squadre devono essere dinamiche e devono correre per oltre novanta minuti, devono avere sempre il pallino del gioco e del possesso palla.
In sostanza, le squadre di Juric devono essere come il Crotone di Ivan Juric, lo slavo che sta insegnando calcio in riva allo Jonio per la gioia dei tifosi pitagorici.

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