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Il Governo italiano in fiamme per un inceneritore di rifiuti

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Il primo ministro del Governo italiano Mario Draghi dice che si dimetterà. Secondo il Washington Post il Governo italiano, in estrema sintesi, è andato in fiamme per un inceneritore di rifiuti. 

Il Governo italiano in fiamme per un inceneritore di rifiuti

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egli ultimi 17 mesi, scrive il Washington Post, il presidente del Consiglio Mario Draghi è stato una rara forza unificatrice della politica italiana.

Ma quel periodo, secondo il giornale americano (ma anche tutti) si è concluso giovedì, con Draghi che ha detto che si sarebbe dimesso dopo una frattura nel suo governo di unità.

“Il patto di fiducia su cui sono state fondate le azioni di questo governo è stato annullato”, ha affermato l’ufficio di Draghi in una nota, e le condizioni per realizzare le priorità del governo “non esistono più”.

Oggi, la rapida caduta è stata innescata da una mossa all’inizio della giornata, quando i senatori di uno dei più grandi partiti della coalizione di Draghi, il Movimento Cinque Stelle, si sono astenuti da una mozione di fiducia.

Il disegno di legge, volto ad aiutare imprese e famiglie con alti prezzi dell’energia, conteneva anche un provvedimento per un inceneritore di rifiuti a Roma, progetto contrario ai Cinque Stelle.

L’Italia ha bisogno di un nuovo presidente e di un governo stabile. Mario Draghi non può essere la risposta a entrambi, scrive sempre il giornale in un altro articolo.

Draghi aveva avvisato delle sue intenzioni ma i Cinque Stelle sono andati avanti lo stesso.

Di conseguenza, in un momento di inflazione, siccità da record e guerra in Europa, il governo italiano, in estrema sintesi, è andato in pezzi per un inceneritore di rifiuti. 

La deputata del Movimento Cinque Stelle Maria Domenica Castellone reagisce al termine del suo intervento al Senato, a Roma, il 14 luglio prima di votare un disegno di legge sulle misure economiche.

Draghi, nel pomeriggio, ha incontrato il presidente italiano Sergio Mattarella, che potrebbe provare a persuadere lui e i partiti a rimettere insieme le cose con l’ennesimo voto di fiducia, questo legato esclusivamente all’esistenza del governo, non correlato a nessun disegno di legge.

Mattarella si è dimostrato abile, nel corso degli anni, nell’appellarsi al senso di responsabilità nazionale, e ci sono chiare ragioni per cui l’Italia trarrebbe vantaggio dal mantenere intatto il suo governo ancora per un po’.

Mattarella, in teoria, potrebbe anche convincere Draghi a portare avanti come presidente del Consiglio un nuovo governo senza i Cinque Stelle, in quella che sarebbe una maggioranza più ristretta.

Ma Draghi, che nel febbraio 2021 è stato scelto da Mattarella per guidare una coalizione unitaria, ha già indicato di non voler partecipare a uno scenario del genere:

«Non c’è governo senza i Cinque Stelle», 

ha detto Draghi all’inizio di questa settimana, aggiungendo che non guiderebbe una coalizione con un trucco alternativo.

Molti analisti affermano che una mossa del genere sarebbe imbarazzante per l’Italia, viste le emergenze che l’Europa deve affrontare.

Nonostante tutta la resistenza dei Cinque Stelle all’inceneritore, altri politici l’hanno definita una soluzione a un problema urgente – e putrido – nella capitale.

Il Movimento, solo pochi anni fa, era il partito più popolare d’Italia, una banda di populisti anti-establishment, composta da idee di sinistra e di destra, che prometteva una forma radicale di democrazia, compresi i voti su Internet tra i sostenitori del partito. Ma il movimento si è dimostrato più efficace nell’agitare dall’esterno che nel governare.

Come parte di varie coalizioni italiane negli ultimi quattro anni, ha zigzagato su temi come l’immigrazione e l’Unione Europea. 

Il partito si è recentemente disgregato quando il ministro degli Esteri Luigi di Maio ha lasciato il movimento portando con se circa un terzo dei parlamentari.

I restanti membri dei Cinque Stelle sono rimasti nel Movimento guidati da Giuseppe Conte, ex presidente del Consiglio e professore di diritto italiano, che all’inizio di questo mese aveva consegnato a Draghi un elenco di nove punti delle proposte del partito.

L’Italia è nota per la sua politica sottosopra, ma l’ultima turbolenza ha colto il paese alla sprovvista dato che mai si sarebbe aspettata un crollo per un inceneritore e poco prima che la classe politica si trasferisse per le vacanze estive.

Ma la fonte del tumulto, il Movimento Cinque Stelle, sta lottando per il suo futuro politico e sta lottando per capire come farlo per cui, nel frattempo, sembra proprio che sia scivolato su una buccia di banana lasciata per strada dall’ONU locale (l’Organizzazione della Nettezza Urbana) e, nello scivolone sulla “munnezza” sta trascinando tutti nella “munnezza”.


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