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Ghoulam: “Vincere col Napoli è una ragione di vita. Rientro? Decido con il dottore”

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Le parole del terzino algerino Faouzi Ghoulam ai microfoni di TV Luna

Il terzino sinistro del Napoli Faouzi Ghoulam ha rilasciato una lunga intervista al microfono di Carlo Alvino per TV Luna.

Non mi aspettavo di vincere il Pallone d’Oro in Algeria, penso sempre alla squadra inoltre sono un difensore: non ti aspetti un premio del genere.

Ho superato colleghi importanti come Brahimi e Mahrez che, sono giocatori importanti in Africa ed in Europa. Però se ho vinto il premio è grazie al Napoli: con la Nazionale non è andata bene, dunque le partite con i club sono state determinanti.

Premiato anche perché gioco dal 2013 con l’Algeria? Era normale per me sceglierla come nazionale, da anni sono tra i finalisti ma preferivo sempre che vincessero gli attaccanti perchè così significava dire la Nazionale avrebbe fatto bene. Io sono un difensore e lavoro nell’ombra…

Come ha reagito la mia famiglia? Sono stati orgogliosi, è un importante riconoscimento. Mi rende orgoglioso essere algerino e poter giocare per la nazionale ed aver fatto un grande anno col Napoli. Ed e grazie al Napoli se sono arrivato a questi livelli”

E’ più significativo il primo goal col Napoli o il giorno dell’operazione? Guardo sempre le cose positive, l’infortunio non mi crea problemi: sono religioso, nel male c’è sempre il bene. Le persone mi sono sempre state vicino, non mi aspettavo queste cose dai tifosi del Napoli e dai tifosi algerini. Devo ringraziare tutti per l’affetto che mi ha permesso di dare sempre il massimo per ritornare al massimo ed in campo il più veloce possibile.

Tempi di recupero ridotti? Dico la verità, non è merito mio ma dei dottori e dei fisioterapisti del Napoli: sono grandiosi, non me ne rendo conto ma il ginocchio ogni giorno sta meglio e devo ringraziarli. Sono sempre stati al mio fianco, abbiamo fatto tre settimane di doppi allenamenti: 6-7 ore al campo e altre 2-3 di lavoro a casa. Per me il recupero è merito loro”

Che amico è Kalidou Koulibaly? E’ come un mio fratello, non lo dico per la parola ‘fratello’: lo considero come se lo fosse realmente, può avere qualsiasi problema io sarò sempre al suo fianco fino alla fine della mia vita. Non capita quasi mai, ho tre amici stretti: Kalidou, un ragazzo algerino ed un altro al Chelsea. Sono persone a cui voglio tantissimo bene.

Sarri ha detto che non sono umano? Mi dice che sono lento [ride, ndr], dice che Tommaso s’è fatto operare dopo di me e torna prima. Non mi dice che torno velocemente [ride, ndr]”

“La cosa che mi è mancato di più? La lotta per obiettivi importanti, non solo l’aiutare la squadra. Leggo i giornali ed è una cosa che è diventata la mia anima: voglio vincere per questa città, non poterci essere è strano perché ad inizio stagione ci siamo detti che lottare è una ragione di vivere.

Ho segnato una data sul calendario? Vorrei tornare anche prima di una data qualsiasi. Non decido solo io, ma anche il mister ed il dottore. E’ una cosa che fa parlare un po’ troppo, bisogna concentrarsi sul campo e non sul recupero mio e di Arek.

In campo per la partita contro il Lipsia? Deciderà il dottore, è un fenomeno.

Ho detto al dottore di farmi arrivare fino a maggio, poi se verrà qualcosa fa niente. Darò il massimo, voglio che il mio corpo tenga fino a maggio poi avrò il tempo di recuperare. Daremo tutto per lo scudetto”


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