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Castellammare di Stabia

Confisca per 40 milioni di beni a imprenditore

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Confisca per 40 milioni di beni tra cui un hotel e diverse aziende, a imprenditore di Alcamo (Tp) vicino ai boss.

La Dia (di Trapani ha notificato all’imprenditore di Alcamo (TP), Giuseppe Amodeo, 64 anni, che opera nell’edilizia e nel settore turistico-alberghiero, e ai suoi familiari, il decreto di confisca del loro patrimonio (per circa 40 milioni di euro) disposto dalla quinta sezione della Corte d’appello di Palermo.

L

a Direzione Investigativa Antimafia, meglio conosciuta con l’acronimo DIA, è un organismo investigativo interforze, inquadrato nel Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’interno della Repubblica Italiana, con compiti di contrasto alla criminalità organizzata di stampo mafioso in Italia.

Da anni l’Amodeo aveva spostato il centro dei suoi interessi a Castelvetrano, dove gestiva una struttura alberghiera situata lungo la strada che conduce al parco archeologico di Selinunte.

Nella seconda metà degli anni novanta Amodeo era rimasto coinvolto in un’indagine che portò alla luce gli intrecci tra mafia ed imprenditoria a Trapani e arrestato insieme ad altri imprenditori. Il 3 luglio 1998 gli venne contestato il reato di concorso in associazione mafiosa, in quanto ritenuto vicino ai mandamenti di Trapani e Alcamo governati da Vincenzo Virga e Antonino Melodia, detenuti all’ergastolo. Amodeo patteggiò una pena a un anno e 4 mesi per favoreggiamento reale e personale continuato, con l’aggravante mafiosa.

Ci si era occupati di questa vicenda del sequestro preventivo co9n l’articolo “3 Aprile 2019 Sequestro da 40 milioni di euro ad un imprenditore di Trapani”.

Dopo il ricorso della Procura di Palermo, la Corte d’Appello ha riformato il provvedimento di primo grado, ritenendo che la quasi totalità dell’ingente patrimonio accumulato da Amodeo era correlabile al periodo in cui aveva rapporti con la mafia. Sono stati confiscati, in tutto o in parte, i compendi aziendali e il capitale sociale delle società Amodeo Costruzioni, Eat e Fly, Dedalo , Cange hotel, Societa’ semplice ac di Impellizzeri Francesca. E ancora: 159 tra terreni e fabbricati, partecipazioni societarie, beni mobili registrati e disponibilità finanziarie.

I Legali  dell’Amodeo hanno diffuso una nota nella quale evidenziano cheIl provvedimento di confisca emesso dalla Corte di Appello di Palermo nei confronti di Giuseppe Amodeo e dei suoi familiari è già stato impugnato innanzi la Suprema Corte di Cassazione dagli avvocati Baldassare Lauria e Paolo Paladino, i quali ritengono sussistenti plurime violazioni di legge. In primo grado, il Tribunale di Trapani aveva affermato, respingendo la proposta della Dia, l’estraneità di Giuseppe Amodeo da ogni forma di contiguità con esponenti mafiosi. Sul punto avevano riferito il capo della squadra mobile di Trapani, Giovanni Leuci, il dirigente della Dia di Trapani, colonnello Rocco Lo Pane, ed Giuseppe Linares, direttore del servizio centrale anticrimine del Viminale, riconoscendo la distanza del proposto dall’ambiente mafioso, dallo stesso anzi contrastato con denunce delle avvenute estorsioni. Alla luce di tali risultanze processuali, i legali credono fortemente che la confisca disposta sia illegittima, certi della totale estraneità della famiglia Amodeo da ogni dinamica affaristico-mafiosa, così come affermato anche da alti funzionari dello Stato. Inoltre, va precisato che il provvedimento ablatorio è stato emesso prima della sentenza 24/2019 della Corte Costituzionale, nella quale sono stati affermati dei principi di diritto cui il decreto del giudice verosimilmente dovrà conformarsi. Primo tra tutti, il principio di legalità che esige che ogni misura limitativa della libertà personale dell’individuo o comportante una compressione del diritto di proprietà debba essere fondata su di una norma che ne determini con precisione e tassatività i presupposti di applicazione. Alla luce di ciò, sono pertanto escluse valutazioni generiche e nebulose, riconducibili a categorie indefinite come ‘traffici delittuosi” et similia, che sembrano avere trovato spazio anche in questo procedimento”.

Sebastiano Adduso

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