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n questa estate di disastri, terrorismo e migrazioni l’ Italia è stata messa alla prova, dimostrando di avere abitanti con una tempra non comune.
Compostezza e vigore con cui la gente dell’Appennino laziale-umbro-abruzzese-marchigiano ha reagito al sisma-killer descrivono un amore per la propria terra che si esprime nella determinazione a non cedere alla violenza della Natura, rimboccandosi da subito le maniche per ricostruire. Senza farsi piegare da un’ecatombe di oltre 290 morti. E’ una prova di carattere che arriva a poche settimane di distanza dagli attentati jihadisti di Dacca e Nizza nei quali 15 connazionali sono stati uccisi – nove dei quali sgozzati – dai miliziani dello Stato Islamico. Anche in questo caso la reazione è arrivata nel segno della concretezza: un numero consistente di jihadisti è stato identificato dalle forze dell’ordine ed espulso dallo Stivale; il governo ha autorizzato per la prima volta l’invio di truppe speciali in Libia per contribuire alla sconfitta di Isis; lungo le coste è iniziata una vasta operazione di sicurezza per prevenire l’arrivo di terroristi in fuga da Sirte. E da un podio dei Giochi di Rio l’atleta Elisa De Francisca ha sventolato il drappo europeo parlando a nome di tutti quei connazionali convinti che «i terroristi nonpossono vincere, l’Europa esiste ed è più unita dopo gli attacchi terroristici».
Ma non è tutto perché questa è anche l’estate in cui l’Italia si è trovata a ospitare decine di migliaia di migranti impossibilitati ad andare altrove – a seguito della chiusura de facto delle frontiere da parte dei Paesi confinanti – e ciò sta avvenendo grazie alla generosità di una miriade di Comuni convinti che si tratti di un’opportunità e non di un pericolo.
La tempra dei sopravvissuti di Amatrice, il coraggio dei militari che ci proteggono dai jihadisti, i valori di cittadini come De Francisca e la lungimiranza di chi accoglie i migranti descrivono le qualità di una nazione che dimostra di saper affrontare un’emergenza articolata in molteplici sfide.
Da qui le responsabilità che incombono su governo e Parlamento in merito ad ognuno di questi fronti aperti. La ricostruzione dei paesi travolti dal sisma nell’Italia Centrale non può essere affidata solo alla generosità dei singoli ma deve essere accompagnata da investimenti sulle nuove tecnologie esistenti per arrivare a proteggere dai terremoti ogni singolo edificio del Paese, a prescindere dalla sua data di costruzione. La difesa dai jihadisti deve includere ricerca, cattura e processo nei confronti di chiunque abbia partecipato all’omicidio di connazionali: braccare mandanti e complici degli attacchi terroristici significa accrescere la nostra capacità di deterrenza. L’ospitalità per i migranti da parte di sindaci e strutture locali ha bisogno di contare sulla moltiplicazione delle risorse pubbliche per integrarli ed anche di maggiore rigore nel pretendere dai nuovi arrivati il più rigido rispetto delle leggi nazionali.
E’ come se l’Italia si trovasse in mezzo al guado: assediata da sfide aggressive, vecchie e nuove, dispone del carattere per farvi fronte. Ciò che le serve sono gli strumenti per riuscirvi.
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