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Castellammare di Stabia

Candelora: i principali festeggiamenti nella tradizione meridionale (MP3 e VIDEO)

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Gennaio si avvia alla conclusione e si avvicina il mese di Febbraio che porterà, con se la Candelora con le usanze ed i festeggiamenti legate alla stessa che sono davvero numerosi.

Candelora: i principali festeggiamenti nella tradizione meridionale (MP3 e VIDEO)

I festeggiamenti della Candelora in Italia ma, prima di vederli, un cenno al suo significato, poi vedremo come si festeggia e i proverbi più noti tramandati dalla tradizione popolare soprattutto campana dove oggi è anche la giornata de “la juta dei femminielli a Montevergine”

Il 2 Febbraio ricorre la “Candelora“, così definita perché in questo giorno si benedicono le candele, simbolo di Cristo luce per illuminare le genti”, così come venne chiamato dal vecchio profeta Simeone al momento della presentazione al tempio di Gesù.

Note e storia della Candelora.

Il 2 Febbraio, in tutte le Chiese italiane, si celebra la festa della Presentazione di Gesù al Tempio e si benedicono ceri e candele nelle chiese:

La Candelora cade a 40 giorni di distanza dal Natale e, oltre che come Presentazione del Signore, è nota anche come la Purificazione di Maria.

Celebrata già dall’imperatore Giustiniano, fu adottata a Roma fin dal Settimo secolo, con una processione penitenziale istituita da papa Sergio I (687-701).

Alla parte religiosa della giornata si affianca anche una più popolana che però resta comunque legata all’evento religioso.

Questo aspetto della giornata viene celebrato con numerosi festeggiamenti.

Noi vi segnaliamo i più significativi con un occhio particolare che non può non andare al meridione, alla Campania, a Castellammare e dintorni, dove restano vive antichissime tradizioni che hanno prodotto anche tanti proverbi ancora oggi noti e citati.

Un’occhiata agli eventi più significativi che oggi sono fonte di festeggiamenti in tutta Italia.

Partiamo con la Sicilia dove, a Chiaromonte, è tradizione che, per la vigilia della festa, le donne vanno a purificarsi in cima alla montagna, bagnandosi con la rugiada mentre, a Catania la Candelora è legata a Sant’Agata

Spostiamoci in Sardegna e, a Oristano troviamo il mondo della Sartiglia che il 2 vive il primo atto ufficiale in vista dell’antica giostra equestre con la nomina dei Componidoris.

Ed ora torniamo “sul continente” e partiamo dal Salento dove, a Martano, una ridente località in provincia di Lecce in Puglia nel quale si parla ancora un’antica lingua di origine greca, il griko, e si tiene una grande fiera in cui vengono venduti animali, principalmente cavalli, attrezzi agricoli e macchinari;

Salendo arriviamo a Castelpoto in provincia di Benevento, dove esiste un’antica tradizione: qui, dalla notte di Natale fino al giorno della Candelora il Bambino Gesù viene esposto davanti l’altare maggiore per poi essere baciato l’ultima volta.

Ad Acquaviva Collecroce in provincia di Campobasso la mattina della Candelora, dalle prime ore dell’alba, ha inizio l’antichissima Fiera di San Biagio. Nelle ore pomeridiane il popolo si riunisce in chiesa.

La Candelora in Campania

Ma torniamo alla Campania dove la tradizione ferve e viene mantenuta con innumerevoli festeggiamenti in tutto il territorio.

In molti centri della Costiera Amalfitana, ad esempio, il 2 febbraio è la festa dei pescatori, celebrata con la Santa Messa e uno spettacolo di fuochi d’artificio.

Passiamo alla Penisola Sorrentina dove, tra l’altro, troviamo un proverbio che si lega ai cambiamenti climatici nel quale vengono invocati:

  1. San Catello, patrono di Castellammare di Stabia (festeggiato il 19 gennaio),
  2. Sant’Antonino patrono – di Sorrento . che si attende per il 14 febbraio
  3. San Biagio che ricade proprio oggi ed è ritenuto protettore della gola e della laringite:

San Biase o sole pe’ case, San Catello ‘o sole po Castiello, Sant’Antonino ‘o sole pe marine.

Secondo una vecchia tradizione oggi è anche l’ultima giornata per smontare il presepe e si portava un pezzetto del materiale utilizzato per la costruzione a bruciare sul fuoco dedicato a Sant’Antonio.

In questa giornata si compie anche la “salita” dei fedeli della Madonna a Montevergine reso uno degli eventi più suggestivi e caratteristici della tradizione campana dalla “juta dei femminielli a Montevergine”.

Il pellegrinaggio dei femminielli da Mamma Schiavona (video del 2017)

La “Candelora” infatti, in Campania e soprattutto nell’interland Stabiese e Napoletano, è un giorno speciale, un giorno in cui tanti fedeli “salgono” a Montevergine, una delle “sette madonne” sorelle della Campania: è la Madonna nera, la “Schiavona”, a cui tanti sono devoti.

Soprattutto loro, i cosiddetti “femminielli” che a Montevergine festeggiano, una volta all’anno, la “Juta dei Femminielli”: potrà sembrare strano ma da Napoli e da molte altre zone della regione campana (e non solo), tanti omosessuali rendono omaggio alla “loro” Madonna, rivolgendole preghiere e canti d’amore.

Il legame con i femminielli nasce da molto lontano.

La leggenda medioevale narra che la Madonna, commossa dall’amore di due omosessuali, condannati dalla comunità a morire di freddo o sbranati dai lupi, ridotti in catene sulla sommità del Monte Partenio, a Lei sacro, lì salvò, concedendo loro di sopravvivere e testimoniare la forza del Bene.

A parte la leggenda è interessante sapere che poco lontano dal Santuario, sul monte Partenio, vi siano i resti di due antichi templi consacrati rispettivamente a Cibele e Artemide, due tra le Grandi Madri del paganesimo.
E nel mito di Cibele si può individuare un forte legame tra culto pagano e ritualità cristiana.

Quella della Candelora è una giornata di offerta, di sacrificio, di sudore.

Il sudore che sgorga dalla fronte quando, nonostante il freddo, si sale lentamente dalle pendici al Monte, in un pellegrinaggio lento e silenzioso di grande partecipazione emotiva.
Il silenzio è rotto nei pressi della grande scalinata che porta al santuario, dove i pellegrini a braccetto intonano i loro canti d’amore per la Madonna scandendo il loro incedere verso la grande icona.
Il rito prosegue con “la Candelora”, le candele accese in onore alla Madonna e portate innanzi all’altare.
E’ una celebrazione dai grandi tratti teatrali, dove si piange, si ride, si balla, si canta, si suona, con grande rispetto verso la “dolce Mamma” che tutti accoglie.

Sul sagrato si continua la festa in un turbinio di balli, canti, tammorriate “aldilà di tutte le differenze” ……. «Statti bona Madonna mia, l’ann’ che vene turnamm’ a venì».

ASCOLTA una registrazione del canto dedicato alla Madonna di Montevergine – ‘a Maronna nera, a Schiavona’ con la voce di Giacomo Rondinella – Inv. a Maria S.S. Di Montevergine 1954

Per concludere non può mancare il dolce del giorno: il migliaccio, dolce tradizionale della cucina campana a base di semola e ricotta, variante “povera” di quella più famosa per la sfogliatella napoletana.

info dal web e dagli uffici del turismo locali


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