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Adnkronos) – “Quando gli Stati Uniti hanno cambiato la loro idea strategica globale, spostandosi dal Mediterraneo all’Indo-Pacifico, hanno spostato anche le navi.E si è creato un vuoto che le nazioni del Nord Africa hanno iniziato ad acquisire navi, sommergibili e a far valere la propria potenza in quell’area, come ad esempio la Turchia.
Questo ha creato situazioni di tensioni che si sono riverberate soprattutto sul canale di Suez e su Gibilterra”.Lo ha dichiarato Giuseppe Berutti Bergotto, sottocapo di Stato Maggiore della Marina Militare, al 3° Summit Nazionale sull’Economia del Mare Blue Forum a Gaeta. “Quello che sta succedendo è che la minaccia Houthi, arrivati a 59 attacchi, ha creato un po’ di crisi -prosegue Berutti Bergotto-.
Molte compagnie hanno deciso di non passare da Suez e preferire passare per Capo di Buona Speranza con una diminuzione del traffico del 50%.Questo significa un 17% in meno di navi che non sono passate per l’Italia.
E questo ha inciso sugli aumenti del carrello della spesa per vari prodotti.Un mare insicuro è un mare costoso.
Inoltre è tornato il problema della pirateria.Come Marina Militare ci siamo spinti molto a fondo del Mar Rosso con l’operazione Aspides che mette le attività in sicurezza.
Giornalmente come marina abbiamo 30 navi e 4mila marinaia operativi.Riguardo invece alla dimensione subacquea con le nuove tecnologie conosciamo il 20% dei nostri fondali e in futuro potremmo utilizzare degli strumenti per estrarre terre e metalli rari che sono sempre più fondamentali per la nostra economia e toglierci dalle dipendenze della Cina.
Tutti corrono e anche noi dobbiamo stare al passo”. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)