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Castellammare di Stabia

Il bambino e il mendicante: una realtà che sembra una favola

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el Buongiorno di questa mattina Gramellini ci sottopone il suo pensiero sulla “storia” di Valentino e del buon cuore che oggigiorno alberga, sempre più, solo nei cuori di fanciulli ancora innocenti. E’ una scena di vita quotidiana a cui poche volte capita di poter assistere e, con essa, ci invita alla solita riflessione su quello strano essere che si autodefinisce: umano.

Il fatto è realmente accaduto a Castelfranco Emilia dove Valentino, un bambino di 9 anni, ha regalato 50 euro a un clochard, Vasile Noia, questo è il suo nome, che da due anni chiede l’elemosina ai passanti vicino al laboratorio dei genitori in corso Martiri. Valentino, nel raccontare il suo gesto alla mamma così spiega la sua azione: «L’ho fatto perché credevo che lui ne avesse più bisogno di me». Ma il cuore di mamma, ormai cresciuto e con la dolcezza da infanta ormai lontana, non solo sgrida il piccolo Valentino ma lo punisce anche imponendogli di pulire il pavimento del negozio: «Gli ho fatto passare l’aspirapolvere per tutto il negozio, – racconta la madre – spiegandogli quanta fatica io e suo padre facciamo per guadagnare quella cifra e che con 50 euro la sua famiglia mangia per due giorni». Poi corre a cercare il clochard per farsi restituire il mal percepito e qui ha lei una nuova lezione di vita. Mentre lei impartiva la lezione al piccolo, Vasile Noia, conoscendo il piccolo, era andato al negozio della nonna per restituire i soldi dicendo: «Questi soldi non mi appartengono, è giusto che ve li restituisca». Chissà se il tutto rinverdirà qualche tenerezza ed amore per il prossimo nel cuore dell’adulta bottegaia. Intanto, alla fine, dice:  l’ho punito ma «Poi, però, ci ho riflettuto e ho capito che era un gesto straordinario». Almeno questo!

Ma leggiamo ora cosa ci dice Gramellini:

Valentino e il mendicante. MASSIMO GRAMELLINI

 Questa è la storia di un bambino che fa l’elemosina, di un mendicante che la restituisce e di una madre che castiga il figlio per eccesso di prodigalità e non se ne pente, tranne dichiararsi orgogliosa di averlo messo al mondo. Valentino ha nove anni e abita a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena. Ogni giorno vede Vasile Noia seduto per terra a pochi passi dal negozio dei genitori, intento a chiedere la carità. Così accumula le monete della paghetta settimanale e appena può le tramuta in una banconota da 50 euro: «Tenga, signore, ne ha più bisogno lei di me». Entra in negozio e dà la lieta novella alla madre, che si precipita fuori per recuperare il denaro, ma non trova il mendicante al solito posto e quando pensa che sia scappato con il malloppo lo vede sulla porta del negozio mentre parla con la nonna di Valentino. «Questi soldi non sono miei. Riprendeteveli». La mamma ringrazia e riacciuffa la banconota, ma prima di restituirla al figlio lo obbliga a passare l’aspirapolvere in tutto il locale, affinché impari la fatica che si nasconde dietro il denaro dei genitori. Subito dopo si commuove e riconosce a Valentino di coltivare un cuore speciale.

È una storia perfetta, perché vi funzionano tutti. Il bimbo precapitalista (sarà durante l’adolescenza che si diventa finanzieri nell’animo?), il mendicante nobile, e in fondo pure la madre, che educa il piccolo al rispetto dei valori in cui è stata cresciuta. Restano due domanda inevase. Se con i soldi della paghetta Valentino si fosse comprato un videogioco, lei lo avrebbe sgridato lo stesso? E alla fine della storia al mendicante sarà rimasto in tasca qualcosa?

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vivicentro.it/opinione –  lastampa / Valentino e il mendicante. MASSIMO GRAMELLINI

(foto da: Gazzetta di Modena)


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