Le parole di Carlo Ancelotti, in occasione del suo 60imo compleanno, ai microfoni del quotidiano sportivo Corriere dello Sport
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’allenatore del Napoli, Carlo Ancelotti, in occasione del suo 60imo compleanno, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del quotidiano sportivo Corriere dello Sport, in cui parla del suo primo all’ombra del Vesuvio
Il calcio che frequenti da oltre quarant’anni riesce ancora a sorprenderti?
«Il calcio cambia in continuazione, non puoi mai fermarti. Quest’anno abbiamo fatto cose nuove, penso alla costruzione da dietro con tre o con due centrali. Ho uno staff giovane che mi tiene vivo e mantiene aggiornato».
Tuo figlio Davide che ruolo ha?
«È la voce critica, forse anche per via della confidenza. Lo ascolto, ascolto tutti e traggo le conclusioni».
Toglimi una curiosità: perché hai investito e insistito sul 4-4-2?
«Perché è un sistema che permette di coprire molto meglio il campo, migliora in prevalenza l’aspetto difensivo. A livello offensivo non te lo so dire: a volte abbiamo fatto il 3-1-5-1, altre il 2-3-4-1. Con il 4-3-3 hai poca densità offensiva centralmente, spesso il centravanti si trova in uno contro 2… Fino a dicembre la squadra è andata benissimo, se in Champions non avessimo trovato il Liverpool nel girone saremmo passati tranquillamente. Alla ripresa qualcuno è calato e soltanto nella fase finale ci siamo ritrovati. Il primo anno è stato di transizione».
Gli sbandamenti difensivi non sono mancati, però. Non avresti fatto meglio a non abbandonare la linea di Sarri ben assimilata dai quattro dietro?
«Non è mancata la disponibilità dei giocatori al cambiamento. Non trascurare il fatto che sulla difesa ha pesato molto la lunga assenza di Albiol».
In ritiro avevi detto: “Mica sono qui a pettinare le bambole”. Da agosto chi pettinerai?
«La fionda è tirata e pronta a colpire».
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