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Castellammare di Stabia

Al Museo Rodolfo Lanciani presentazione del libro “La perfetta religiosa”. Recensione

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Al Museo Lanciani di Guidonia Montecelio presentazione del volume di Fabio Calabrese “La perfetta religiosa”. Un giallo nel mondo dell’arte, dai racconti del Maresciallo Damiani

Guidonia Montecelio – Sabato 25 giugno alle ore 17.00, presso il Museo Civico Archeologico Rodolfo Lanciani in via XXV Aprile,  ci sarà la presentazione del romanzo “La perfetta religiosa“, il volume scritto da Fabio Calabresi edito dalla Cangemi Editore.

Biografia dell’autore. Fabio Calabrese è nato a Roma nel 1971. Si è arruolato a 19 anni nella Guardia di Finanza e presta servizio – con il grado di Maresciallo Aiutante – presso il Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico del Nucleo Polizia Tributaria Roma.

S

i occupa di indagini nel mondo dell’arte ed è attivo nella catalogazione scientifica di giacimenti culturali, partecipando a progetti didattici ed espositivi per opere recuperate nell’indotto clandestino.

Recensione (di Claudio Strinati -quarto di copertina)

“[…] La perfetta religiosa è un lavoro di qualità e di livello che colpisce per finezza, arguzia ed eleganza della scrittura, in uno scrittore – sostanzialmente esordiente – già così sicuro di sé, dei suoi mezzi e della struttura generale dell’opera, perfettamente dominata e coerente dall’inizio alla fine.

Nella trama, invero avvincente ed efficace, eccellente appare la definizione dei “caratteri”, fatto essenziale in un tipo di narrazione come quella del giallo che deve certamente attrarre l’attenzione del lettore con una tensione continua ma far bene comprendere anche quali siano gli orientamenti, le meditazioni e le riflessioni dell’autore, talvolta inseriti in maniera implicita, talaltra più espliciti. Cosa che puntualmente accade in quest’opera prima di Fabio Calabrese.

Il libro è poi divertente, nel senso più nobile della parola, e possiede il dono della sintesi, che rende la lettura sempre piacevole, senza stancare ma anzi procurando autentico diletto e desiderio di proseguire.”

Riportiamo di seguito la prefazione a cura di Franco Di Mare

“Giacomo Damiani (che altro non è che l’alter ego di Fabio Calabrese, autore del romanzo) è un giovane maresciallo della Guardia di Finanza che presta servizio a Roma, impegnato nella tutela del patrimonio artistico ed archeologico. Una sera d’inverno, durante un ricevimento in un’elegante dimora del centro, è testimone di un furto di opere d’arte. La circostanza impone che se ne occupi personalmente, rapportandosi con i propri superiori e con l’Autorità Giudiziaria. Il furto presenta delle anomalie, avendo per oggetto un importante dipinto del ‘600, qualche genere d’antiquariato e un paio di manoscritti di modestissimo valore commerciale, espediente – questo – che potrebbe essere stato concepito dagli autori del reato per sviare le indagini. Si sospetta fin da subito che il colpo possa essere maturato all’interno della famiglia, una complessa aggregazione di nobili decaduti e desiderosi di annullare i conti in rosso con un’importante polizza assicurativa, peraltro appena stipulata.

Ma è una soluzione troppo facile per un giallo, che “giallo” quindi non sarebbe. Calabrese progetta allora il suo racconto facendo scendere in campo una serie di personaggi lombrosiani: il conte eponimo, l’immancabile factotum di palazzo, un antiquario, un’affascinante restauratrice, il custode di Palazzo Venezia appassionato di pesca, l’abbadessa di un monastero di clausura napoletano, ma soprattutto Matilde, una storica dell’arte che si propone di collaborare con gli inquirenti.

È proprio da qui che si dipana il ganglio narrativo de “La perfetta religiosa”, da questo incontro tra Damiani e la bellissima Matilde, tra sentimenti contrastanti di sospetto e attrazione. I due si ritrovano a Napoli, sulle tracce delle opere sottratte ai Cortese. Qui vengono accolti da una misteriosa monaca, in un luogo dall’atmosfera surreale che per giorni sarà la loro dimora e dove cade il muro delle reciproche iniziali diffidenze. Il resto di Napoli è fuori della clausura, con i suoi vicoli brulicanti di umanità, con i colori e le luci di una cartolina d’antan. E i due ragazzi si innamorano, all’apparenza inconsapevolmente, non riuscendo ad interpretare il favor optimi temporis, occupati come sono nella risoluzione del caso. La caparbietà e l’ostinazione dell’abbadessa assumono ora tratti singolari, e Calabrese è abilissimo nel tracciarne il profilo e la risolutezza, regalando al lettore uno dei ritratti psicologici più interessanti della narrativa di genere: animata dalla prospettiva della risoluzione ormai vicina del giallo, Madre Maria Lorenza escogita una vera e propria caccia al tesoro, a tratti beffarda e umoristica, muovendo i fili di personaggi e comprimari come un solerte burattinaio.

Il giallo si conclude con un finale inaspettato, che invita alla riflessione, aperto alla fantasia e all’interpretazione del lettore.

A Calabrese, che lavora nel mondo dell’arte, non interessa solamente creare suspense e attesa nel lettore: il suo racconto – come sottolinea Claudio Strinati, uno dei primi ad aver letto la bozza del libro – è sostenuto da un evidente, complesso lavoro di documentazione, nel tessere il ductus narrativo con tutte le implicazioni storiche, culturali, sociali e simboliche che egli ha ben saputo rendere. Fuori o  dentro la finzione letteraria – in fondo – si direbbe che è questo il compito dello scrittore, ma certo sorprende l’abilità di questo autore – sostanzialmente al suo debutto – capace di un’opera di costruzione “fuor di canovaccio” e quindi anche intellettuale.

Questo libro, che tratta di un’indagine nel mondo dell’arte, racconta anche i meccanismi simbolici su cui si regge il valore della cultura e di taluni aspetti patologici che la colpiscono ogni giorno. La storia delle opere rubate diventa allora l’occasione per descrivere la dedizione di soprintendenti, storici dell’arte, restauratori  e custodi di musei, ma anche delle forze dell’ordine, deputate alla tutela dei beni culturali. Così come si parla dell’insana bramosia di taluni collezionisti, che in fondo è quella che combatte ogni giorno Fabio Calabrese, nella sua encomiabile attività lavorativa. Il romanzo, dunque, diventa una fictional biography, una storia del proprio mestiere e delle proprie esperienze – istruttiva, senza dubbio – che trae spunto da un’operazione di recupero – questa tutt’altro che frutto di fantasia – di una serie di opere liturgiche sottratte proprio alle Clarisse Cappuccine di Napoli, in quell’endroit sospeso nel tempo che diventa il teatro delle mille suggestioni del romanzo”.

La perfetta religiosa. Un giallo nel mondo dell’arte. Dai racconti del Maresciallo Damiani. Presentazione del libro
La perfetta religiosa. Un giallo nel mondo dell’arte. Dai racconti del Maresciallo Damiani. Presentazione del libro

Contributi

Prefazione: Franco Di Mare

Recensione sul quarto di copertina: Claudio Strinati e Massimo Rossi Ruben

Scheda tecnica

Autore: Fabio Calabrese

Casa Editrice: Gangemi Editore S.p.a.

Pagine: 176

Copertina: cartoncino da 350 gr. a colori con impressa serigrafia

Carta: giallina/avoriata

Prezzo di copertina: € 16

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