Tradisci e governa: tutto sta a trovare la forma giustificante

La giornata di ieri ci ha lasciato l’impressione di un Di Maio che sia riuscito...

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La giornata di ieri ci ha lasciato l’impressione di un Di Maio che sia riuscito a passare il cerino acceso nelle mani di Salvini con il solito messaggio: tradisci (Berlusconi ed i tuoi elettori) e governa (ma con me al comando). In questo si concretizza il paradosso dei Cinque Stelle (e non solo): per governare bisogna tradire gli elettori. E Salvini sembra che, in realtà, ci stia pensando sempre più ben sapendo che l’ultimo che può permettersi ricatti e spaccature è proprio Berlusconi e che questi, prima o poi cederà e, alla fine, sarà governo Lega-Cinque Stelle dato che, allo stato attuale, i partiti devono rassegnarsi a cercare un premier frutto di alchimie politiche perché, in certi casi, governare significa tradire i propri elettori.

Che dire. A questo punto, la situazione creata dagli elettori italiani, porta il nostro pensiero a fare un salto nella storia e a ricordare una frase che Mussolini, o forse Giolitti, o forse Churchill (ma poco importa) sembra usasse dire: Governare gli italiani non è impossibile, è inutile!
Poi ci sovviene anche che, in tempi più recenti, avviamo avuto Odifreddi – matematico, divulgatore scientifico, saggista – che, in una intervista all’Huffpost (fino al 2016 Huffington Post), ha dichiarato che «il 90% degli italiani è stupido». Per finire poi,  come ricorda sempre Odifreddi nella sua intervista, aggiungiamo anche il pensiero di Bertrand Russell che affermava: i politici hanno nei confronti degli elettori un vantaggio, questi ultimi sono più stupidi di loro.

Vi starete chiedendo il perché di questi richiami, ed una risposta è d’obbligo: riteniamo che, almeno i due ultimi citati (o richiamati) abbiano, in un certo senso, ragione, ed è per questo che, tanto tempo fa, noi stessi abbiamo sintetizzato e cominciato ad utilizzare il termine: italioti (italiani idioti).
Poi le ultime elezioni, purtroppo, sembra che abbiano dato ragione a tutti: ad Odifreddi, al Russel da lui richiamato, a noi! Non però a chi ebbe a dire: Governare gli italiani non è impossibile, è inutile! Non, di sicuro, per la prima parte dell’affermazione: “non è impossibile”. E, si spera, nemmeno per la seconda parte, laddove si sancisce che: “è inutile”.

Basta vedere la situazione in cui ci ritroviamo per capire queste tutto sono state tranne che “elezioni” se si considera che queste dovrebbero esprimere un governo che sappia anche mediare su cose, sentimenti e necessità che i cittadini “dovrebbero” avere in comune.

Ed invece …..

Ed invece il tutto è inciampato, come e più di sempre, proprio in quel “ …. cose, sentimenti e necessità che i cittadini ‘dovrebbero’ avere in comune” perché, e sempre più, di valori condivisi, e quindi in comune, proprio non ce ne sono. E non ci sono in niente. Gli italiani si accapigliano su tutto, proprio come se tutto fosse riducibile ad un tifo da stadio e, per questo, non riescono ad andare oltre all’accapigliamento fine a se stesso.

Se così non fosse, anzitutto, avrebbero preteso una legge elettorale chiara e fatta per poter veramente individuare e scegliere una squadra governativa i grado di saper governate partendo dalla prima regola di un buon governo: saper mediare. Ed invece ….

Invece siamo andati a votare con un sistema fatto apposta per non dare un governo certo, chiaro, preciso e forte all’Italia. Forse perché governare gli italiani è inutile?

Non crediamo! O almeno speriamo che così non sia anche se, come troppe altre volte, abbiamo mandato a casa un governo senza minimamente preoccuparci di avere la possibilità di poter creare un’alternativa possibile e praticabile. Di poter, insomma, mettere in campo una soluzione definitiva e concreta anziché dover ricorrere al solito “Provvisorio”. Quel “Provvisorio” che, nei secoli, si è dimostrato essere l’unica cosa veramente definitiva.

Se poi ci aggiungiamo anche che, sempre da noi, l’ufficio complicazione delle cose semplici è sempre al lavoro, e sopravvive a tutti i cambi di governo, il disastro è servito, sempre.

E così è anche ora. Ogni giorno ci porta testimonianza di tutto e del contrario di tutto: riappacificazioni seguite subito da nuove baruffe con tutti a gridare di essere in diritto e dovere di governare senza dover scendere a patti con nessuno e che anzi, ciascuno, tutti gli altri, si adeguino alle loro richieste/”offerte che non si possono rifiutare”
O almeno, così appare. O forse no! Forse è solo il prosieguo di un qualcosa di già scritto e convenuto per cui ora è solo questione di prendere tempo per poter giungere ad accordi che, dai reciproci elettori, sarebbe vista come un “tradimento”.

Insomma la domanda è e resta: come tradire avendo una valida giustificazione da spendere con i propri elettori? Grossa domanda alla quale, prima o poi forse si troverà una risposta, ed allora si arriverà ad un governo sperando di non (ri)avere conferma di un altro pensiero di Russel: I nove decimi delle attività di un governo moderno sono dannose; dunque, peggio son svolte, meglio è. (da The Problem of China, George Allen & Unwin, Londra, 1922) per cui ….. ancora una volta, ci sembra il caso di chiudere con il nostro mantra del: io speriamo che me la cavo.

Stanislao Barretta

vivicentro.it/EDITORIALI • POLITICA

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tradisci – tradisci – tradisci – tradisci – tradisci

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