Editoriale, Il Napoli è nel baratro e il Torino gongola: 3-0 granata, azzurri affossati

La nostra analisi al termine di Torino - Napoli terminata con un'altra sconfitta degli azzurri che iniziano male il 2024

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In questo nostro editoriale vi raccontiamo della sconfitta del Napoli contro il Torino di Mister Juric. Gli azzurri iniziano male anche il 2024 e vengono sommersi dai granata che sfruttano tutte le occasioni a disposizione.

E’ un Napoli che è morto, avrebbe forse cantato Guccini. Ma si, concedetecela pure questa licenza poetica, che tanto è l’unico sfizio che possiamo toglierci in una domenica pomeriggio di puro disastro.

Editoriale Torino – Napoli: le nostre sensazioni

Al Napoli scudettato, ormai, possiamo pure farci il funerale: serbiamone nel cuore un ricordo dolcissimo, come una foto sul comodino di un caro amico scomparso. Ogni tanto la guarderemo con nostalgia e con fare affettuoso torneremo a spolverarla, per illuderci che il tempo non ne sgualcisca la luce. Ma è ora di guardare in faccia la realtà, chiudere la bellezza nel cassetto dei ricordi e pensare al presente. Le colpe, a questo punto, le abbiamo ampiamente distribuite e non ci torneremo sopra oggi: sarebbe una mera ripetizione di quanto stiamo scrivendo già da tempo.

Piuttosto, la vera domanda da porsi è la seguente: esiste una soluzione a questo scempio nel tempo immediato?

E mentre me lo chiedo, non potete immaginare quanto vorrei darmi una risposta affermativa. Il punto è che proprio non ci riesco. E’ proprio la logica a impedirmelo. L’unico possibile rimedio, come scrivevamo dopo il Monza, potrebbe essere il mercato di Gennaio, ma a questo punto allora sorge spontanea la contro-domanda: per quanti innesti buoni si riescano a portare a casa – ammesso che la dirigenza ci riesca davvero – possiamo davvero credere riescano a risolvere i problemi di un collettivo intero? Anche a questo interrogativo vorrei tanto dare un responso felice, ma anche in questo caso è il raziocinio a frenare gli entusiasmi. La triste conseguenza di questi ragionamenti è la seguente: per ciò che si vede attualmente l’epilogo più probabile è che il Napoli si stia lentamente condannando a una stagione indecente, con alta probabilità di finire fuori – se non addirittura ben distante – da qualsivoglia competizione europea.

Altro che lotta Champion’s, qua tocca guardarsi le spalle

L’undicesimo posto, oggi occupato dal Monza, ci sta dietro di soli 3 punti. E forse, questo disegno nefasto, paradossalmente rischia di essere il migliore augurio che possiamo fare al Napoli: un mesto piazzamento in Europa League o in Conference rischierebbe di fungere da alibi e panacea, nascondendo sotto al tappeto tutto il marciume emerso negli ultimi mesi. Quando sei vicino al fondo, a volte è meglio toccarlo. Serve uno scossone, forte, pesante. Come le 3 sberle che il Toro ha meritatamente rifilato al Napoli: ai granata vanno fatti i complimenti, anche se vedersela con i ragazzi di Mazzarri, al giorno d’oggi, rende la vita più facile a tutti già in partenza. Toro che nulla ha rubato, anzi ha pienamente legittimato la vittoria e ora si avvicina pericolosamente agli azzurri, che gli sono ancora avanti ma di 1 punto solo.

Napoli spento, opaco e incerto già dalle prime battute:

La sensazione, gravissima, è che ormai i calciatori non si sentano più sicuri del loro modo di stare in campo e che abbiano smarrito anche molte certezze a livello strettamente personale. Il che li porta inevitabilmente a performare assai al di sotto di quanto potrebbero, proprio perché sta penetrando in loro quell’handicap mentale di base che rende ancor più ripida la montagna da scalare.

Editoriale: Contro il Torino è’ il solito Napoli 2023/24

Enormi difficoltà in fase di costruzione, enormi difficoltà nella fluidità del palleggio, enormi difficoltà nella prima pressione. Il che porta la squadra a divenire terribilmente prevedibile, facile preda di un Toro organizzato a tutto campo, anche se con uno stile di gioco anche piuttosto leggibile. Il punto è che ormai, il Napoli, è diventata una squadra normale e a questo non c’eravamo abituati più. Soprattutto non c’erano più abituati i primi protagonisti, che fuoriusciti dal contesto Spallettiano non sono più stati in grado di ritrovare da soli le conoscenze smarrite e hanno finito con l’adeguarsi alla mediocrità circostante. Al Toro non pare vera tanta grazia.

Poi, ci sono gli episodi.

Perché quando un’annata nasce sotto una stella sbagliata, spesso finisce col tirarsi dietro tutta una caterva di situazioni sventurate. Piove sul bagnato, si direbbe. E sul Napoli pare diluvi che è un piacere. Perché Raspadori fallisce clamorosamente la palla del vantaggio sullo 0-0, in uno dei rarissimi momenti di bel calcio azzurro di questo pomeriggio. Zielinski è fin troppo tenero qualche minuto più tardi. Perché per fare il primo goal granata basta un banalissimo rimpallo e Pasqualino Mazzocchi, all’esordio assoluto in maglia azzurra, si fa cacciare 5 minuti più tardi per un intervento scomposto. Sotto di un goal e con l’uomo in meno, per il Napoli potrebbe tranquillamente intonarsi il Requiem. Il resto è cronaca, di quelle che non fanno più notizia.

Come un pugile al tappeto, il Napoli annaspa e il Toro ne fa ciò che vuole: alla fine il triplice fischio è più una liberazione dalla sofferenza che altro.

Senza far goal da più di 20 giorni e con ormai la peggior difesa delle prime 11 classificate, il Napoli è un concentrato di macerie, rispetto al quale anche Walter Mazzarri sta dimostrando la sua piena inadeguatezza per il compito affidatogli.

Più che la prosa, oggi può la poesia.

E così mi sovviene una vecchia canzone di Fabrizio De Andrè, che sembra scritta apposta per il Napoli 23/24 del post-scudetto.

A un certo punto, fa così:

È una storia un po’ complicata

È una storia sbagliata

Cominciò con la luna sul posto

E finì con un fiume di inchiostro

È una storia un poco scontata

È una storia sbagliata.

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