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Castellammare di Stabia

Sicilia, uccide l’ex moglie e tenta il suicidio

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In Sicilia, a Giarre in provincia di Catania, una donna di sessant’anni è stata uccisa nella mattinata a colpi di pistola dall’ex marito.

La donna era uscita di casa per andare a lavoro quando, dopo aver visto l’uomo con un’arma in mano, avrebbe tentato vanamente la fuga. L’uomo, dopo aver ucciso la donna, è stato disarmato, dopo una colluttazione, dal nipote che ha assistito alla scena. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Giarre e i sanitari del 118. Ancora non è chiaro se dopo l’omicidio, l’ex marito abbia rivolto la pistola contro il proprio addome oppure gli sia scappato un colpo accidentale. l’uxoricida è stato sottoposto ad un intervento chirurgico all’ospedale Cannizzaro di Catania dove però è morto dopo qualche ora. Sul posto sono intervenuti i carabinieri del SIS (sezione investigazioni scentifiche) ed il magistrato, dott.ssa Alessandra Tasciotti.

Anche quest’anno, purtroppo, non sono mancati in Sicilia come in tutta Italia gli omicidi di mogli, compagne e fidanzate, da parte di ex che non sopportavano la separazione oppure erano ossessionati dalla gelosia e in qualche caso, sembra, affetti da depressione. Si è arrivati, come nel caso della recente tragedia di dicembre a Paternò, ad uccidere anche i propri figli piccoli, per poi suicidarsi. Nella fattispecie e secondo la ricostruzione ritenuta attendibile da Procura e Carabinieri di Catania, il marito promotore finanziario aveva ucciso con la pistola calibro 22, regolarmente detenuta, la moglie e i loro due figli di 6 e Gabriele di 4.

C’è stato recentemente anche un caso inverso a Palermo, in cui la moglie e i figli avrebbero ucciso il marito, pare, violento. Ad agosto 2018, il Viminale ha presentato un dossier sugli omicidi in Italia e un terzo sono femminicidi. Tra l’agosto 2017 e il luglio 2018 infatti, le donne sono state vittime del 37,6% dei 319 omicidi volontari commessi nella Nazione ed, in particolare, del 68,7% dei 134 omicidi in ambito familiare/affettivo.  Sempre con riferimento agli omicidi in ambito familiare/affettivo, le donne sono vittime dell’89,6% degli omicidi commessi dal partner, dell’85,7% di quelli commessi dall’ex partner e del 58,6% di quelli commessi da un altro familiare. In aumento del 20,7% gli ammonimenti del questore (dai 940 del 2017 ai 1.135 del 2018, con un +17,9% di quelli per violenza domestica) e del 33,1% gli allontanamenti (dai 160 del 2017 ai 213 del 2018).

Il 28 novembre il Consiglio dei ministri aveva approvato il disegno di legge ribattezzato Codice rosso, proposto dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e quello della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno, che, se sarà approvato dal Parlamento, servirà a rendere più rapide le indagini sui casi di violenza sulle donne. Il disegno di legge prevede che le denunce per maltrattamenti, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni aggravate commessi in contesti familiari o di convivenza debbano essere consegnate immediatamente a un magistrato che, da quel momento, avrà tre giorni di tempo per ascoltare la testimonianza della donna. Trattandosi di un disegno di legge (e non di un decreto legge, come ad esempio il decreto sicurezza) il testo dovrà però essere approvato dal Parlamento prima di entrare in vigore.

Forse sarebbe stato il caso (anzi troppi tragici casi) di accelerare i tempi con un decreto legge.

A

dduso Sebastiano


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