<em>Trattamenti inumani e degradanti a Lampedusa: la sentenza CEDU, Corte Europea diritti dell’uomo, condanna il Governo Italiano. Sentenza che va ad aggiungersi a quella del Parlamento Europeo  nei confronti del governo Meloni, a causa della sua politica sui figli di coppie dello stesso sesso.
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Sentenza CEDU contro Italia: Quali conseguenze?
Con queste motivazioni, la Corte Europea dei diritti dell’uomo ha condannato giovedì scorso l’Italia in ordine ai fatti occorsi nel 2017 e riferiti a quattro migranti tunisini, che furono soccorsi da una nave italiana e portati a Lampedusa, dove sostengono di aver subito violenze prima di essere costretti a rientrare in aereo in Tunisia.
Nelle argomentazioni della sentenza, la Corte ha rimarcato anche il fatto che il Governo Italiano non ha dimostrato di aver avviato il procedimento di espulsione prima del ritorno dei migranti sottolineando e ribadendo il divieto di espulsioni collettive degli stranieri.
Ancorché i Magistrati Europei hanno osservato come le situazioni particolari dei quattro interessati non sono state esaminate separatamente e che per due dei quattro migranti, i decreti di espulsione adottati “erano decreti fotocopia ed ancor più grave non contenevano alcuna informazione individuale”, come evidenziato nel corso del dibattimento e per le quali è stata emessa una sentenza che vede l’Italia condannata a pagare 8.500 euro a ciascuno dei ricorrenti per “danno morale” e sostanziale.
Si tratta di un fatto gravissimo, dichiara il leader sindacale napoletano, dott. Giuseppe Alviti, Segretario Generale Fnl Italia, che aggiunge che seppur migranti e non in regola con i criteri di soggiorno, ancor prima sono esseri umani e per questo vanno tutelati, poi è ovvio accertare chi realmente fugge da situazioni per cui è meritevole di protezione internazionale e chi invece cerca soltanto di accedere illegalmente nel paese per scopi ben diversi, ma tuttavia non si può far fronte comune contro tutti senza alcun distinguo.
Ciò accade mentre si continua a parlare ed a decantare ai quattro venti circa la possibilità di accedere legalmente in Italia ed Europa, ma non esiste ancora alcuna procedura ufficiale o linea guida su chi debba chiedere asilo e a quale ufficio rivolgersi per farne richiesta.
Così il dott. Salvatore Abbruzzese, Segretario Generale Aggiunto di Fnl Italia, che aggiunge: “la speranza è che si possa addivenire ad un piano comune sull’immigrazione nel quale poter stabilire regole chiare, precise e condivise perché è molto importante che venga stabilito un sistema chiaro e trasparente per garantire i diritti dei migranti e prevenire futuri casi di violazione dei loro Diritti Umani.
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