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Scuola e lacrime: ‘Deportazione’?, ‘Transumanza’? Quel che vi pare, ma sempre di prevaricazione si tratta! (VIDEO e mp3)

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Donne di lacrime. Dalle lacrime “mostrate” dalla Fornero a quelle procurate dalla Giannini. Il Parlamento italiano continua a confermarsi quale fonte inesauribile di patimenti e lacrime vere, ma degli altri dal momento che Loro, alla fin fine, con 12.000 euro netti al mese* (mediamente tra Camera e Senato) di cui ESENTASSE circa 7.000 (sempre mediamente) proprio non è che se la passino male ed abbiano quindi un qualche motivo concreto di lacrimazione (anche se, in effetti, c’è stato più di un cosiddetto “onorevole” beccato con le mani nella marmellata che si è giustificato adducendo la difficoltà di vivere con simil stipendio: Sic!)

* Nel dettaglio: a ogni deputato va (stando all’ultimo aggiornamento noto) un’indennità parlamentare di 11.283,3 euro lordi a cui si aggiunge una diariadi 3.503,1 euro, 1.331,7 euro per i trasporti (a fronte peraltro di una spesa nulla, dal momento che viaggiano gratis su treni, autostrade, navi e aerei), 258,2 euro per le spese telefoniche e 41,7 euro per la dotazione informatica. Dal conteggio sono esclusi gli importi per i collaboratori diretti, che rientrano nelle spese di rappresentanza, pari ad ulteriori 3.690 euro mensili. Importi quasi simili per un senatore (indi, nel caso specifico, alla Giannini) che ogni mese riceve 11.555 euro di indennità, 3.500 di diaria, 1.650 euro per i trasporti e 4.180 euro per le spese di rappresentanza.

stipendio-dei-parlamentari (da ilfattoquotidiano)E questo è! Perché ne faccio cenno? Presto detto: perché grazie alla Giannini e al famigerato MIUR, è cominciata la “deportazione” degli insegnanti che di euro ne guadagnano mediamente 1.300 e quanto a diarie e rimborsi vari: zero, zero. Alte sono state e sono le grida dei deportati, sovrastate solo da quelle dei deportanti che hanno gridato allo scandalo per l’uso del termine “deportazione”.

Che cari, e che sofisti.

span style="color: #5b5b5d; font-family: arial, helvetica, sans-serif; font-size: 16px;">OK! Vi disturba il termine “Deportazione” anche se ben rappresenta quanto sta accadendo? Allora quale usiamo? Forse TRANSUMANZA? Ecco sì, anche questo può andar bene visto che indica proprio lo spostamento in massa di greggi, armenti e quant’altro da un luogo ad altro per poi tornare, finita la bisogna, al luogo di partenza: e questo è proprio quanto sta accadendo alla razza bipede “insegnante”; comunque si voglia definire quanto è in atto: signora maestra, ho caduto o sono caduto …. sempre a terra ho andato – dice Pierino in una nota “barzelletta” alla maestra che lo riprende per il suo esprimersi.

Macelleria socialeECCO! Deportazione o Transumanza o Quanto vi pare dire, siamo sempre a quello: migliaia di persone sono “costrette” a spostarsi al comando del pastore del momento che guida il branco verso i pascoli scelti da lui, non certo dai deportati, transumati o come vi pare! Anzi, nella stragrande maggioranza dei “bipedi insegnanti”, ESSI SONO VINCITORI DI CONCORSO o comunque insegnanti abilitati che, illo tempore, fecero il concorso e/o tutta la trafila della bisogna per una ben determinata zona che, di sicuro, non era per Bolzano se il concorrente era di Enna – e viceversa, ovviamente.

Orbene, grazie alla cervellotica scelta della Giannini ed all’ancor più cervellotico e scellerato algoritmo messo in atto dal MIUR, abbiamo proprio questo: un “bipede insegnante” di Bolzano viene inviato ad Enna e, viceversa, il consimile di Enna si ritrova con destinazione Bolzano. Grande genio italiano, o meglio: italiota (nel senso di Italiano Idiota). Quello che urtica ancora di più è il quanto gli stessi urlatori di cui sopra – pro deportazione, transumanza o ciò che a loro pare dire – non possono comunque nascondere perché è un dato di fatto incontestabile: il meccanismo matematico che ha assegnato la sede di servizio in tutta Italia a 43.531 docenti tra scuola d’infanzia, primaria e secondaria di I grado, e che sarà presto applicato per altre migliaia di professori della secondaria di II grado, ha commesso degli errori dal momento che “la mobilità degli insegnanti avviene secondo regole che prevedono attribuzioni di punteggi per requisiti personali e professionali ed escludono barriere tra regioni e regioni”, “può capitare ….”, dicono!

Ecco, appunto: può capitare dicono, e lo fanno con notevole nonchalance, così, di rapido passaggio, andando subito ad altro. Un altro antichissimo e praticatissimo in Italia: l’altrismo. E sì! Lor signori si lanciano, si tuffano, immediatamente nel mare dell’altrismo fatto, in questo caso, di ovvietà meschine del tipo: Le cattedre fuori sede qualcuno le dovrà pur coprire, visto che il diritto allo studio dei giovani viene prima di ogni altra prerogativa riconosciuta agli insegnanti” per cui “non potendo spostare scuole e studenti, devono spostarsi i docenti” ma non tutti, non “certi docenti” come si apprende, ciliegina sulla torta, in quanto appena segnalato da “Orizzonte Scuola”:

[…] Ad esempio a Firenze, leggiamo su La Nazione – Firenze del 30 agosto u.s., vi sono 150 docenti in attesa dell’esito della conciliazione, avanzata perché sono stati trasferiti in altre regioni quando invece potevano tranquillamente restare a Firenze (o provincia), in quanto vi sono tuttora dei posti vacanti.

Se il destino di 150 docenti è affidato alle conciliazioni, tuttavia per una docente “particolare” il problema non si pone. Si tratta della moglie del Premier, Agnese Landini, che ha avuto assegnato l’ambito 4 di Firenze come  ambito di titolarità.

Con tale notizia non vogliamo avanzare dubbi di sorta, in quanto per la classe di concorso della Landini (ex A051) vi sono numerose disponibilità in tutta Italia, tuttavia lo stesso lieto fine, che ha avuto la “vicenda” trasferimento della citata professoressa, avrebbe potuto e dovuto caratterizzare la vicenda trasferimento degli altri insegnanti fiorentini e non solo.

Ma va? Chi se lo sarebbe mai creso (tradotto: chi lo avrebbe mai immaginato)! Ma così è e così funziona in questa mia:  POVERA PATRIA (mp3)

Ma, tornando a noi e al quanto si annotava: “non potendo spostare scuole e studenti, devono spostarsi i docenti” annotano e a noi, a me, vien da dire ancora: ma va? Che imbecilli gli insegnanti a non pensare all’ovvietà del collegamento imprescindibile tra alunni, scuole e posti per insegnanti! Incredibile ma sembra che proprio nessuno ci avesse pensato! Per fortuna che esistono politicanti e scribi che lo comprendono, lo sanno e provvedono ad annotarlo alla plebe.

Grazie!

Epperò: epperò resta da spiegare come mai quello di Bolzano deve andare ad Enna e viceversa: perché? Per un qualche possibile errore che può essere capitato nell’algoritmo adottato dal Miur, graziosamente affermano i suddetti con la nonchalance di cui sopra, e qui si ecclissano.

E no, carissimi tutti! QUI, oggi, non si può più parlare di “può capitare”!

E’ CAPITATO, è successo ed è in atto, ed in quantità assolutamente intollerabile dal momento che, come su accennato, e che qui ribadisco, i docenti in questione hanno superato (divenendo idonei e quindi abilitati ad insegnare) o vinto concorsi provinciali e/o regionali, e che la stragrande maggioranza di loro ha insegnato per 10-15-20 anni o più nelle varie province di appartenenza su incarichi annuali dati su Organico di fatto.

Un esempio della “deportazione” (transumanza o come dir vi pare) in atto ce l’ha gentilmente inviato, in questo video, il Prof: Salvatore Altadonna (che ringrazio) partito dalla Sicilia per quel di Genova, e non certo per diletto, tantomeno in prima classe con spese a carico dello Stato o di qualche giornale come farebbero gli indignati urlatori ed affabulatori di cui sopra:

Visto? Non credo che occorra dire o aggiungere altro. La realtà parla da sola.

Una sola nota in chiusura però va data e consiste nel rimarcare quanto già appena scritto: le spese! E sì, gentilissimi lettori e, soprattutto, carissimi parlamentari e scribi. Per voi magari sarà un qualcosa di marginale ma, vi assicuro, tale non è per tanti, per troppi, dal momento che nessuno dei deportati, transumati, o come dir vi pare, ha una nota spese di qualsiasi tipo alla quale attingere: ne parlamentare ne giornalistica ne d’altro! Tutti soldi da tirar fuori di tasca propria e, molto facilmente, per nulla dal momento che, una volta trovato il “verme” (baco, buco) nell’algoritmo del Miur, ci sarà una nuova transumanza di rientro; sempre ovviamente a carico del transumante. Evviva!

Stanislao Barretta

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