Respinto il ricorso del branco stabiese che aggredì Giovanni Ballarò

Il tribunale del riesame ha respinto il ricorso presentato dal branco che nella notte tra...

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Il tribunale del riesame ha respinto il ricorso presentato dal branco che nella notte tra il 31 luglio ed il 1° Agosto scorso, in pieno centro a Castellammare di Stabia, pestarono brutalmente il carabiniere di origini siciliane, Giovanni Ballarò, in servizio presso la stazione di Gragnano che, sia pur non in servizio, era intervenuto per sedare una rissa.

Respinto il ricorso del branco stabiese che aggredì Giovanni Ballarò

Confermati gli arresti per i sei del branco selvaggio ripresi anche in un video che evidenzia la partecipazione attiva partecipato di Ferdinando Imparato, nipote di Salvatore boss del Savorito, Giovanni Salvato, Pio Lucarelli, figlio di un ras, Antonio Longobardi e Carmine Staiano ai quali si aggiunge il 17enne Pasquale D.M., l’unico minorenne del branco.

Condanna confermata anche per il 42enne Manuel Spagnulo che resta ai domiciliari in quanto, sia pur estraneo all’aggressione, è accusato di aver rubato il borsello del carabiniere finito sull’asfalto a seguito dell’aggressione cimentandosi così in un’azione di sciacallaggio non meno biasimevole di quella degli assalitori. Anche questa azione è ampiamente documentata visto che fu ripresa in un video del sistema di videosorveglianza.

Come da prassi, pochi giorni dopo l’arresto, all’esito delle indagini dei carabinieri, i componenti del branco espressero il loro pentimento, dicendosi pronti a risarcire i danni al carabiniere e al Comune di Castellammare. SIC!

Con questa conferma delle misure cautelari intanto dovranno restare in cella, dove si trovano rinchiusi ormai da più di un mese con l’accusa di violenza aggravata a pubblico ufficiale e lesioni personali pluriaggravate, e questo è già un passo avanti nella normalizzazione del vivere civilmente e responsabilmente senza far conto su un ben calcolato pietismo postumo passando, in un battere di ciglia, da leoni a pecore di comodo.

Cristina Adriana BotisRedazione Campania

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