La disputa sul quesito del referendum costituzionale finisce in tribunale. Cinque Stelle e Sinistra italiana affermano che la scheda è una truffa “ingannevole” ai danni degli elettori e presentano ricorso al Tar per ottenerne la modifica. Ora il referendum è appeso a una sentenza, anzi a due: dopo il Tar dovrà esprimersi anche il Consiglio di Stato. Il Quirinale getta acqua sul fuoco e precisa: “C’è già stato l’ok della Corte Costituzionale”.
“Referendum, scheda-truffa”. Il ricorso finisce in tribunale
Iniziativa di M5S e sinistra, replica del Quirinale. Oggi l’udienza al Tar. Il premier Renzi: il testo non è marketing. Benigni: se vince il No peggio di Brexit
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l testo è «una truffa, una propaganda ingannevole», reclama Crimi: secondo i quattro autori del ricorso «il quesito predisposto dal Quirinale non tiene conto di quanto stabilito dall’articolo 16 della legge 352-1970», quella cioè che regolamenta il referendum. In particolare, non riporta «specifica indicazione degli articoli revisionati e di ciò che essi concernono». Un richiamo al Quirinale che non passa inosservato: tempo qualche ora, e ambienti del Colle mettono in chiaro un po’ piccati che l’attribuzione del quesito alla presidenza della Repubblica è impropria, visto che il testo «è stato valutato e ammesso dalla Corte di Cassazione» e «riproduce il titolo della legge quale approvato dal Parlamento». Precisazione non sufficiente per l’avvocato Palumbo: «Mi sembra si stia volutamente tentando di fare confusione», commenta. Dal governo, in difesa della scheda elettorale scendono Renzi («nessun genio del marketing: è il testo della riforma su cui entrambi i fronti hanno già raccolto le firme») e la ministra Boschi («mi aspettavo una polemica su qualcosa di non corretto o non chiaro, non si può aver paura della verità»).
Ma mentre critiche e accuse di una «scheda-truffa» piovono da tutto il fronte del no, il premier incassa un endorsement di peso. Quello di Benigni, che in primavera si era detto «orientato al no», poi aveva preannunciato il sì e ieri, alla trasmissione tv «Le Iene», ha confidato che la bocciatura della riforma sarebbe addirittura «peggio della Brexit, se vince il no il giorno dopo ti immagini? il morale va a terra», per cui «è indispensabile che vinca il sì». Argomentando che «i costituenti stessi hanno auspicato di riformare la seconda parte» e che la nostra resterà «la Costituzione più bella del mondo». Parole biasimate in blocco dalle opposizioni. Il più velenoso, l’attacco del forzista Renato Brunetta: «Anche Benigni tiene famiglia».
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