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Poletti, pensioni: arriva il part-time agevolato per i lavoratori vicini all’uscita

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l ministro Poletti ha firmato la norma destinata ai lavoratori del settore privato che raggiungono entro fine 2018 i requisiti per andare in pensione. Prevede una riduzione dell’orario tra il 40 e 60%, il versamento esentasse dei contributi previdenziali in busta paga e quello dei contributi figurativi per non intaccare l’assegno del futuro

MILANO – Al via il part-time agevolato in uscita per i lavoratori ai quali mancano meno di tre anni alla pensione. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha firmato il decreto che dà attuazione alla norma introdotta nella legge di Stabilità del 2016 e che riguarda i lavoratori del settore privato – assunti a tempo indeterminato e orario pieno – che abbiano versato 20 anni di contributi (requisito minimo per la pensione di vecchiaia) e che maturano il requisito anagrafico entro il 31 dicembre 2018.

Come spiega una nota del dicastero, costoro potranno concordare col datore di lavoro il passaggio al part-time, con una riduzione dell’orario tra il 40 ed il 60%, ricevendo ogni mese in busta paga, in aggiunta alla retribuzione per il part-time, una somma esentasse corrispondente ai contributi previdenziali a carico del datore di lavoro sulla retribuzione per l’orario non lavorato. Inoltre, per il periodo di riduzione della prestazione lavorativa, lo Stato riconosce al lavoratore la contribuzione figurativa corrispondente alla prestazione non effettuata, in modo da salvaguardare l’intero importo della pensione quando scatterà l’età per ritirarsi definitivamente dal lavoro.

Il decreto sul cosiddetto “invecchiamento attivo” è stato trasmesso ieri alla Corte dei Conti e diventerà operativo dopo la relativa registrazione.

Per accedere al part-time agevolato, il lavoratore interessato deve richiedere all’Inps – o attraverso i patronati, o via web se si ha il Pin oppure ancora agli sportelli dell’Istituto – la certificazione che attesta il possesso del requisito contributivo e la maturazione di quello anagrafico entro il 31 dicembre 2018. Una volta ottenuta la certificazione da parte dell’Inps, il lavoratore ed il datore stipulano un “contratto di lavoro a tempo parziale agevolato” nel quale viene indicata la misura della riduzione di orario. Il contratto sarà di durata pari al periodo che manca al lavoratore per arrivare alla pensione di vecchiaia.

Una volta siglato il contratto, nel giro di cinque giorni devono arrivare prima il nulla osta della Direzione territoriale del lavoro e quindi, in altri cinque giorni, l’autorizzazione conclusiva da parte dell’Inps. Le risorse stanziate dal governo per coprire la contribuzione figurativa, commisurata alla retribuzione corrispondente alla prestazione lavorativa non effettuata, sono 60 milioni per il 2016, 120 milioni per il 2017 e 60 milioni per il 2018.

Poletti è tornato anche a tranquillizzare circa le pensioni di reversibilità, che secondo l’impianto del ddl sulla Povertà – confermato dal Def – sarebbero a rischio taglio: “Siamo pronti a presentare un emendamento del governo alla delega povertà che chiarisca in maniera assoluta e definitiva questo tema”, ossia escludere interventi sulle reversibilità, ma anche sulle integrazioni al minimo.

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