<strong>Speranza a Renzi: “Non sia la prova generale del partito della Nazione”. Guerini: “Guai a un tifo contro la Ditta”.
È un paziente braccio di ferro, quello immaginato dalla minoranza. Un duello con due passaggi cruciali, già cerchiati di rosso: «Consiglio a Renzi di pensare soprattutto alle amministrative mette in chiaro Davide Zoggia – e di non personalizzare il referendum. Anche perché la situazione non è proprio il massimo, visto che una parte della sinistra sarà impegnata per il “no”, mentre Ncd e Verdini saranno schierati con il “sì”». Ecco il nodo: evitare che il fronte referendario a favore del ddl Boschi si trasformi nella coalizione di governo anche nella prossima legislatura: «Se si pensa di costruire così l’alleanza per le Politiche, abbiamo un grosso problema…».
Tutto, naturalmente, può essere osservato in controluce. Prova a farlo Guerini, mentre rispedisce al mittente i timori della minoranza: «A chi si preoccupa del Pd rispondo che piuttosto sarà divertente vedere un comitato per il “no” composto da Forza Italia, grillini, Sel, Lega e Fratelli d’Italia….».
La partita interna si giocherà in due tempi, ma è soprattutto dal primo, le amministrative, che dipenderanno i rapporti di forza. Mantenere in vita l’alleanza con la galassia di sinistra, riequilibrando il baricentro della coalizione, è il primo obiettivo dei bersaniani. A questo lavorano da tempo Nicola Zingaretti e altri pezzi da novanta della minoranza, pronti a intervenire in blocco alla prossima direzione nazionale. E su questo puntano gli ambasciatori che hanno riaperto un canale di comunicazione tra Nichi Vendola e il premier, cercando di favorire un patto con Sel. «Da anni governiamo assieme ovunque – ragiona Nico Stumpo – perché non continuare a farlo? Discutiamone assieme. Perché decidere tutto in qualche discussione tra amici in trattoria diventa controproducente, oltre che sgradito ai dirigenti locali… E senza di loro le comunali le perdiamo ».
*larepubblica
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