Non è da medaglia ma ci può provare Sa di dover scendere a 3’42” ma sa anche di poterlo fare E’Gabriele Detti, la prima freccia nell’arco del nuoto azzurro a Rio 2016. Il livornese, classe 1994, campione europeo dei 400 stile libero a maggio a Londra, aprirà i Giochi cercando di infilarsi tra chi, al momento, lo precede nella classifica dei migliori tempi mondiali stagionali. Ovvero: Mack Horton (Australia, 3’41”65), Sun Yang (Cina, 3’43”55), Connor Jaeger (Stati Uniti, 3’43”79) e James Guy (Gran Bretagna, 3’43”84).
Detti per ora è quinto in 3’43”97, alle sue spalle scalpita invece il sudcoreano Park Tae-Hwan campione della specialità a Pechino 2008, argento a Londra 2012 ma reduce da una squalifica per doping.Probabile che la corsa al podio si decida tra questi nomi, magari con l’aggiunta dello statunitense Conor Dwyer (7°, 3’44”66) e dell’australiano David McKeon (10°, 3’45”09) che per tradizione di paese alle Olimpiadi sfoderano sempre una marcia in più. L’Italia, che per cancellare le zero medaglie di quattro anni fa conta principalmente su Gregorio Paltrinieri (1500 sl) e Federica Pellegrini (200 sl), attende la finale notturna e sogna nel colpaccio che farebbe saltare il banco.
Perché come detto il nipote di Stefano Morini, allenatore di Greg ma anche di Gabriele che a Londra 2016 è diventato “grande” salendo per la prima volta sul podio da solo – e sul gradino più alto – e cancellando le lacrime di un 2015 maledetto causa infezione alle vie urinarie, è un outsider di lusso. Il misterioso Sun Yang, che i 1500 quest’anno non li ha mai nuotati, nei 200 ha già dato un segnale importante alle Arena Pro Swim Series di Santa Clara a inizio giugno. Mack Horton guarda tutti dall’alto: dovesse ripetere il tempo primaverile sarebbe oro, ma nel 2015 andò a razzo ai Trials salvo poi frenare a Kazan complice anche un infortunio. Connor Jaeger, in quanto statunitense, alle Olimpiadi sa come azzannare la preda. E James Guy, vice campione mondiale, non sarà lo stesso che agli Europei casalinghi fece fiasco in barba e costumino.
La speranza a cui aggrapparsi, che poi forse è più una cabala, rimanda a Sydney 2000. Massimiliano Rosolino vinse l’argento e fece registrare il record italiano tutt’ora imbattuto in 3’43”40. Ecco, quel tempo a lungo inavvicinato e inavvicinabile ha tremato agli Assoluti di Riccione dello scorso aprile proprio sotto i colpi di Gabriele Detti. La suggestione è l’emulazione: medaglia e primato. Fattibile?
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vivicentro.it/sport/Olimpiadi Rio 2016 – Stanislao Barretta/redazione sportiva – francesco.caligaris@oasport.it
Foto da: DeepBlueMedia/comunicato Len
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