Dall’autobiografia di Pietro Grasso
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I silenzi di oggi – scrive Pietro Grasso – siamo destinati a pagarli duramente domani”. Con questo lucido sguardo sul futuro, nel suo libro Per non morire di mafia (edito da Sperling – Kupfer S.p.A.), l’ex procuratore antimafia racconta insieme ad Alberto La Volpe una vita in cui il fenomeno criminale s’intreccia alla coscienza civile, a un mestiere totalizzante, alla vita privata. Proposto in versione teatrale con Sebastiano Lo Monaco, l’omonimo spettacolo sarà in scena dal 7 al 10 febbraio alle ore 20,30 al Teatro Sociale di Brescia (via F. Cavallotti, 20) per la Stagione di prosa del CTB Centro Teatrale Bresciano, realizzata grazie al sostegno dalla Fondazione ASM e del Gruppo A2A di Brescia. Una produzione Sicilia Teatro.
Quando comincia la nuova mafia? Come ha cambiato la vita della Sicilia e dell’Italia? Che cosa ci resta ancora da fare e da sperare con sconfiggerla? Sono solo alcuni degli interrogativi che Pietro Grasso si pone nel suo libro Per non morire di mafia e che vengono riproposti nella forma di un lucido monologo sostenuto da Sebastiano Lo Monaco.
Se Giovanni Falcone e Paolo Borsellino furono i primi a teorizzare che per combattere la mafia è necessario conoscerla a fondo, il loro erede, a propria volta impegnato da trent’anni contro la criminalità organizzata, aggiunge che oggi per contrastare la mafia è indispensabile avere la percezione esatta della sua pericolosità. Ed è così che, dalla Procura nazionale antimafia, organismo che coordina le indagini sui fronti interni e internazionali, Pietro Grasso ripercorre le stagioni della guerra alla cupola siciliana in modo schietto, trattando anche gli scomodi aspetti che l’hanno resa più debole: i legami tra mafia e politica, gli scontri all’interno della magistratura, le carenze legislative e di mezzi.
Infine, Grasso affronta gli intrecci attuali con la 'ndrangheta e la camorra e traccia una mappa delle nuove mafie (cinesi, russe, albanesi, nigeriane, colombiane), individuando le strade e gli strumenti che ci permetteranno di non morire di mafia, di non sottometterci al suo potere.
Una storia d’impegno civile, immaginata nel racconto solitario di un uomo che da solo ne ha portato il peso e che ora vuole renderne partecipe tutti noi. Nomi, anni, fatti noti, per ri-conoscere ed essere consapevoli in un teatro che ritorna alla sua funzione civile.
Finché la mafia esiste bisogna parlarne, discuterne, reagire. Il silenzio l'ossigeno grazie al quale i sistemi criminali si riorganizzano e la pericolosissima simbiosi di mafia, economia e potere si rafforza. I silenzi di oggi siamo destinati a pagarli duramente domani, con una mafia sempre pi forte, con cittadini sempre meno liberi.
Pietro Grasso
di PIETRO GRASSO
versione scenica di NICOLA FANO
adattamento drammaturgico di MARGHERITA RUBINO
regia di ALESSIO PIZZECH
musiche originali DARIO ARCIDIACONO
scene GIACOMO TRINGALI
luci LUIGI ASCIONE
costumi CRISTINA DA ROLD
con SEBASTIANO LO MONACO
canti tradizionali CLARA SALVO
produzione SICILIATEATRO ASSOCIAZIONE
Durata dello spettacolo 1 ora e 10 minuti (senza intervallo)
Note di regia
Non un semplice spettacolo ma un ritratto, un’indagine emotiva, una discesa nel cuore vibrante del lucido pensiero di un uomo che ha dedicato e sta dedicando la sua vita alla lotta contro il crimine per il trionfo della legalità.
Lo immagino in una stanza. Lui è lì al suo tavolo, forse sta lavorando, forse, stanco, sta pensando, forse sta tenendo una lezione, quello che è certo è che lo spettatore si trova partecipe di una riflessione sorprendente per la sua vitalità
intellettuale. Il tempo dello spettatore è lo stesso del protagonista sul palcoscenico. Il tempo della finzione corrisponde perfettamente allo sviluppo dell‘intera pièce che si dipana così tra il momento didattico, quello comico e quello che definirei tragico nel senso antico della parola.
Il protagonista/attore narra i tempi moderni come l’aedo cantava la guerra di Troia e ci invita alla speranza, al valore
supremo e antico del rispetto della legge dello stato ma guidato da una più profonda legge morale.
Un uomo/attore che dialoga con sé stesso e con il pubblico.
Un dialogo lucido in cui i segni tracciati sulla lavagna diventano il concretizzarsi di un percorso di pensiero che scava
nella memoria che fa della storia il proprio strumento di orientamento.
Un pensiero assolutamente urgente e necessario che viaggia sul delicato binario della contraddizione. Un aspetto, quest’ultimo, che trova la sua sintesi nel senso del dovere, forte e al quale rispondere con una profonda e sana morale individuale.
Il nostro protagonista si stacca così dalla vicenda squisitamente autobiografica e diviene teatralmente simbolo di un
nuovo cittadino.
L’istante si allarga ad un gioco di sottile ironia che colora talora la narrazione ed il protagonista / narratore si pone al centro di una rivoluzione copernicana che ribalta la visione più praticata della mafia e del malessere sociale che avvolge il nostro paese.
Come un nuovo Galileo, egli ci offre un nuovo telescopio per scrutare l’universo che ci circonda: egli ci permette di
sapere.
Il monologo rispecchia una condizione del personaggio di solitudine in cui i pochi segni scenici raccontano il mondo che egli evoca ripercorrendo la propria vita tra il personale ed il professionale.
Un racconto che parte dalla Sicilia per aprirsi alla globalizzazione, verso un orizzonte di riferimento in cui si compie la tragedia contemporanea del fenomeno mafioso.
La musica va a sottolineare e a scandire le tappe concettuali che segnano una sorta di nuova Iliade contemporanea, una nuova guerra che assume dimensioni talora mitiche proprio perché trae le sue origini in fenomeni culturali, sociologici, antropologici che appartengono alla cultura meridionale e che trovano oggi alleati nei grandi sistemi economici del profitto a tutti i costi.
La visione storica diventa per il nostro narratore strumento privilegiato.
Il protagonista assume su di sé, sul proprio corpo, tale racconto che egli vive nella profonditàdella propria anima e che condiziona l’intera sua esperienza di vita.
La grande storia si intreccia alla storia del singolo fatta di paure, di scelte familiari, di piccoli atti di coraggio e determinando l’emergere, nel fluire della coscienza del personaggio di parole chiave che in modo inequivocabile dimostrano l’attualità della parola di Grasso.
Uno spettacolo che trae il suo interesse dalla capacità di sollecitare domande, analisi e una maggiore consapevolezza
negli occhi degli spettatori.
Il grido del personaggio è rivolto alle coscienze: su di esse vuole suscitare una presa di posizione e l’assunzione di una speranza possibile che possa dare corpo ad un’utopia per le nuove generazioni.
Un monologo quindi che riconduce il teatro alla sua funzione civile ed evocativa.
Un teatro capace di disegnare gli uomini, di delineare esperienze di vita che possano divenire modelli.
Un teatro che senza intellettualismi vuole dare un contributo al recupero di un senso della civiltà.
Tutto affidato all’arte attorale di Sebastiano Lo Monaco con il quale, dopo aver condiviso l’esperienza del “Non si sa come” di Pirandello, sono felice di cominciare questa nuova avventura che lo vede confrontarsi con una dimensione testuale nuova e mettere la sua arte, di grande erede della tradizione italiana, al servizio di evento teatrale che muova verso la contemporaneità.
L’attore incarna così una comunità.
L’attore ci spinge a sentirci comunità capace di cogliere i tratti che ci legano, a ridiscutere i problemi del nostro presente, sottraendoci al qualunquismo, ai luoghi comuni e cercando di pervenire ad un’analisi che il teatro conduce non solo con il pensiero ma soprattutto con l’anima.
Alessio Pizzech
Biglietti
INTERO
Platea 27 €
Galleria Centrale 19 €
Galleria Laterale 13 €
RIDOTTO GRUPPI*
platea 24 €
Galleria Centrale 17 €
Galleria Laterale 12 €
RIDOTTO SPECIALE**
Platea 19 €
Galleria Centrale 14 €
Galleria Laterale 11 €
RIDUZIONI
* La riduzione Gruppi è riservata ad Enti convenzionati con il CTB.
** La riduzione Speciale è riservata a giovani fino a 25 anni, ultrassessantacinquenni e possessori di carta d’argento.
Acquisto presso:
TEATRO SOCIALE
Via Felice Cavallotti, 20 – Brescia
Tel. +39 030 2808600
biglietteria@centroteatralebresciano.it
Orari botteghino
Nei giorni di spettacolo:
Giorni Feriali (tranne lunedì, giorno di chiusura) dalle 16.00 alle 19.00
Domenica dalle 15.00 alle 18.00
PUNTO VENDITA CTB
Piazza della Loggia, 6 – Brescia
Tel. +39 030 2928609
biglietteria@centroteatralebresciano.it
Orari di apertura
dal martedì al venerdì (esclusi i festivi) dalle 10.00 alle 13.00
ON-LINE
sul sito www.vivaticket.it e in tutti i punti vendita del circuito modalità di pagamento: carta di credito o bancomat
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