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Nave Diciotti bloccata da tre giorni, il comandate rivela: “Ordini dati via Facebook!”

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Tutto è avvenuto senza documentazione scritta ma attraverso Facebook, così come attraverso Facebook è arrivata l’autorizzazione allo sbarco dei minori non accompagnati. Si tratta di modalità non formali“. E’ quanto Massimo Kothmeir, comandante della nave Diciotti, ha rivelato a Riccardo Magi, deputato radicale di Più Europa, sollevando la questione della procedura con la quale la Diciotti, pattugliatore della Guardia costiera italiana, è stata tenuta per giorni fuori dai porti italiani per volere del ministro dell’Interno Matteo Salvini. La nave si trova ora al largo di Catania senza che i 150 migranti a bordo possano scendere.
E’ eversivo il modo in cui si comporta il governo. Per non parlare delle condizioni di lavoro in cui sono messi poi gli uomini della Guardia costiera…”, ha detto il segretario dei Radicali, primo parlamentare a salire a bordo della nave della Guardia costiera, al termine della sua visita. “Questa vicenda – ha aggiunto – nasce qui a Catania con l’indicazione di un porto di sbarco da parte di un ministero e la negazione dell’autorizzazione allo sbarco da parte di un altro. Normalmente questa situazione non si è mai verificata perché indicare un porto di sbarco significa contestualmente autorizzate allo sbarco. Questa è una modalità non solo anomala, ma a mio modo di vedere eversiva”.
Se ieri a salire a bordo della nave era stato il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, oggi è stata la volta di una delegazione del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale e delle personalità della politica. “Dare dei ‘palestrati‘ ai migranti a bordo della Diciotti (termine utilizzato dal ministero dell’Interno, ndr), disperati in fuga da anni di schiavitù, più che un’affermazione di inciviltà è una bestemmia“, il commento rilasciato al termine dell’ispezione da Claudio Fava, presidente della Commissione regionale antimafia.
E’ troppo comodo autodenunciarsi – ha detto poi Fava, riferendosi alle parole pronunciate mercoledì da Salvini – venga qui il ministro dell’Interno, ma non da spettatore o da leader di partito. Venga a fare il suo mestiere: il ministro dell’Interno”.
“Davanti al sequestro collettivo di persone perpetrato da Salvini è tempo di fare sentire la voce di tutti gli italiani che ritengono la nostra Costituzione e i diritti che tutela assai più importanti dei capricci del signor ministro”. E ancora: “Dice Salvini: ‘Cambiate Paese o cambiate ministro‘. Io la penso così: ‘Cambiamo il Paese e cambiamo ministro’. Basta intendersi sulla congiunzione”.


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