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Castellammare di Stabia

Lubrano: “Io, come un fidanzato tradito. Cesarano e Ferraro,dette falsità”

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’INTERVISTA- L’ex Direttore Sportivo del Procida Lubrano ci ha raccontato le motivazioni delle sue dimissioni  analizzando diversi aspetti facendo il punto anche sul campionato e sui play-off

Un’altra falsità che è stata detta ultimamente sia dal Presidente e dell’allenatore, mi dispiace dirlo ma è stata quella sulla procidanità. Dire che in questo momento giocano tanti procidani quanti ne giocavano prima è veramente negare l’evidenza”

Simone Vicidomini- Il Procida ha chiuso la sua stagione al quarto posto in classifica. La squadra del patron Cesarano approda ai play-off con la chance di giocarsi la promozione in Eccellenza. Quella che si è appena conclusa per il Procida è stata una stagione vissuta tra alti e bassi, con scelte da parte della società che hanno fatto discutere anche tanto. A pagare dazio di tutto ciò è stato in primis mister Giovanni Iovine che è stato esonerato dopo la sconfitta maturata in casa contro il Ponticelli. Un esonero che quello dell’allenatore,che ha portato a far scoppiare una vera è propria bomba all’interno della società. Il Presidente Cesarano ha così deciso di affidare la squadra a mister Ferraro. Una scelta che però ha scaturito le dimissioni del Direttore Sportivo Mario Lubrano, nonostante avesse condiviso un mese di lavoro con il nuovo tecnico. Un rapporto che si è deteriorato con il passare dei giorni, tra l’ex ormai D.S e alcune figure in società. Sono passati due mesi dalle dimissioni del D.S Lubrano con il campionato ormai concluso, abbiamo deciso di intervistare ai nostri microfoni proprio Mario Lubrano, il quale ci ha raccontato i motivi per cui ha deciso di lasciare il Procida dopo ben 13 anni. Ecco le  sue dichiarazioni.

 Direttore Lubrano, sono passati più di due mesi dalle sue dimissioni. Ci spiega quali sono state le motivazioni che l’anno portata a fare questa scelta?

“Io avevo rassegnato le mie dimissioni scrivendo un lungo post su Facebook, in cui mi sentivo di esprimere un po’ il mio stato d’animo, che era quello di una persona arrivata a lasciare la sua più grande passione perché deluso da certe situazioni che si erano venute a creare. Ho tenuto anche a ringraziare alcune persone con cui avevo condiviso questa esperienza che è durata ben 13 anni. Successivamente dopo le mie dimissioni ho ritenuto giusto non parlare, anche perché ritenevo inutile fare polemiche ed iniziare un botta e risposta. Non è quello che voglio. Il mio obiettivo era solo liberarmi di quello stress che stavo perennemente accumulando per via di un progetto che non sentivo più mio e da quando sono andato via ho ritrovato la mia tranquillità. Voglio chiarire una cosa, sono andato via per una questione prettamente calcistica. Dal punto di vista umano, non ho perso alcun tipo di rapporto con nessuna persona. Io resto un appassionato di calcio e un procidano e quindi non ho alcun problema per parlare della situazione che si è venuta a creare”.

Il Presidente Cesarano l’ha invitata più volte a ripensare sulla sua scelta, e ha ribadito che per lei le porte sono sempre aperte. Potrebbe tornare un giorno a Procida?

“Il Presidente Cesarano mi chiamò qualche giorno dopo le mie dimissioni e dopo quel famoso comunicato che le respinse. A più riprese poi ha dichiarato che le porte per me sono sempre aperte. Io lo ringrazio per le belle parole, anche perché fa sempre piacere sentir parlare di sé stessi in pubblico. Se ho fatto quel passo di dimettermi è perché ne ero veramente convinto e chi mi conosce sa che non è stato affatto facile. Difficilmente tornerò sui miei passi e potrò far parte in futuro del Procida. Io sono ancora parecchio scottato per quello che è successo. Mi sento un po’ come un fidanzato tradito, che chiaramente sia augura di non rivedere più nella sua vita la fidanzata che l’ha tradito. Io ringrazio il Presidente, per la fiducia che mi ha dato, soprattutto all’inizio perché non era scontato che mi confermasse nel mio ruolo quando ha rilevato il Procida. Poteva accorgersi della mia importanza un po’ prima, perché se dico da un lato mi ha dimostrato fiducia mantenendomi nel mio ruolo, dall’altra parte io questa fiducia non l’ho mai sentita al cento per cento. Il Direttore Sportivo, da quando esiste il calcio, è responsabile della gestione tecnica insieme all’allenatore. Da quando è subentrata la nuova società, non abbiamo mai avuto margine di manovra dal punto di vista tecnico. Spesso ho dovuto sopportare alcune invasioni nel mio ruolo e non sono stato tutelato da chi di dovere. Un po’ per inesperienza del Presidente, che è uno stimato professionista e una bravissima persona, ma è al suo primo anno di calcio, un po’ perché si era creata una confusione assurda con diversità all’interno della società. Fatto sta che quello che si è venuto a creare da settembre in poi, non ero quello che io volevo al cento per cento.

Un giorno potrebbe tornare all’interno della società del Procida, se magari non ci saranno più alcuni dirigenti come Crisano? Forse questa è stata una delle tante cause per cui si è dimesso e  che idea si è fatto dell’esonero di mister Iovine?

“Io come ho già detto prima dal punto di vista umano non ho nulla da rimproverare niente a nessuno né ritengo che per quello che è successo bisogna rovinare dei rapporti umani costruiti nel corso degli anni. Quando il Direttore Crisano, è stato aggredito a Torre del Greco, gli ho mandato un messaggio di solidarietà, per dimostrare che dal punto di vista umano continuo ad avere rispetto per qualsiasi persona. Dal punto di vista calcistico, come detto anche dal Presidente, all’interno della società avevamo due vedute diverse. Dal mese di agosto, quando loro si sono insediati, ci sono state delle diversità all’interno della società su alcune cose e a un certo punto ho capito che la situazione era irrecuperabile. Viaggiavamo su due strade parallele e vedevamo il calcio in maniera completamente diversa, riguardo questa stagione calcistica. Ora non voglio dire che la nostra idea fosse giusta e la loro fosse sbagliata. Per quanto riguarda l’esonero di mister Iovine è stata fatta un’ingiustizia. Io credo che Iovine abbia maturato con il Procida un credito non indifferente, in virtù di quello che ha fatto lo scorso anno tra tante difficoltà e tanti sacrifici che ora non sto a sottolineare. La storia va rispettata e ritengo che l’anno scorso il Procida Calcio abbia scritto la storia e meritava un trattamento diverso. Dopo di che, oltre a valutare il suo lavoro, bisognerebbe dire che Iovine non ha avuto le stesse condizioni di lavoro che ha avuto il suo successore. Io ho visto le condizioni di come doveva lavorare Iovine e come ha lavorato Ferraro, visto che ho condiviso un mese con lui. E’ stato messo spesso in discussione, per situazioni davvero inutili, come se ci si aspettasse l’occasione giusta per rimproveragli qualcosa e soprattutto non gli è stata data l’opportunità di aggiustare la squadra, secondo le sue indicazioni tecniche. Non ci dimentichiamo che a dicembre il Procida non ha fatto mercato. Non per nostra scelta, ma ci è stato detto che il Procida non avesse la forza di operare sul mercato, che però puntualmente è stato fatto con l’arrivo del nuovo allenatore. Questa cosa la ritengo anche controsenso, perché se tu cacci l’allenatore significa che ritieni la squadra già pronta così com’è “.

Come mai i rinforzi sono arrivati soltanto con il cambio d’allenatore,anche perché lo stesso mister Ferraro ha dichiarato che lui ha chiesto soltanto un giocatore, Scippa…

“Questa è una bugia. Tra i tanti difetti che ho avuto modo di vedere di mister Ferraro, ho scoperto che è anche un po’ bugiardo. Gli acquisti che sono stati fatti sono tre. E’ vero, Selva non è stato richiesto dal mister, perché lo ha trovato sul campo come anche io, e fu una cosa che mi fece parecchio male. Io da Direttore Sportivo non posso sapere che il Procida prende un giocatore e poi me lo ritrovo sul campo. Stesso discorso con Scippa e Palmieri. Una situazione che mi ha fatto arrivare al punto di capire che non ci fosse totale fiducia nei miei confronti e che il mio ruolo era stato più volte scavalcato, ed era arrivato il momento di farmi da parte. Mister Ferraro dice una bugia dicendo che ha chiesto solo Scippa, perché aveva chiesto esplicitamente un centrocampista e un attaccante. In entrambe le situazioni la mia figura è stata totalmente scavalcata anche da lui. Il mister dice che ha ottenuto i risultati soltanto con i giocatori che il Procida aveva nel girone di andata e non con i nuovi acquisti, avendo impiegato soltanto Scippa. Pure questa statistica è falsa. Quando mister Iovine all’andata aveva delle indisponibilità, e ne avute tante, in panchina non aveva nessuna alternativa ed è stato costretto a giocare con un solo centrocampista over, Ciro Saurino, perché Napolitano e Muro sono stati ben due mesi fermi saltando partite importanti. Quindi ha dovuto giocare a volte con un under in più o con quattro attaccanti e spesso ha dovuto concedere qualcosa in quanto non avendo alternative. Noi volevamo correre a ripari già nel mese di ottobre. Avevamo contattato un giocatore dell’isola d’Ischia, che poteva venire a Procida per una cifra abbordabile per tamponare l’emergenza e ciò non ci è stato permesso. Questa cosa non è successa a Ferraro, che quando è arrivato ha trovato l’infortunio di Muro prima e di Russo poi, riuscendole a tamponare con la presenza di Palmeri e arretrando anche Saurino. L’alternativa in più a centrocampo, nelle prime gare della sua gestione, è stata decisiva. Mister Ferraro è scorretto se dice che voleva soltanto Scippa e che gli altri acquisti non gli servono a nulla, perché questa è una mancanza di rispetto verso gli altri giocatori come Palmieri che lui ha voluto esplicitamente. A dicembre le richieste di Iovine erano un centrocampista di contenimento e una prima punta di peso. La società ci disse di no. Noi difendemmo la nostra squadra fino alla morte, come giusto che sia, e siamo andati avanti. A rimetterci ingiustamente è stato mister Iovine. All’indomani dell’arrivo di Ferraro sono stati ingaggiati questi calciatori. Questa è una cosa che mi rammarica, perché sta a dimostrare che non c’è stato lo stesso trattamento”.

Come ti sei trovato con Ferraro? Ritieni che con lui ci sia stato davvero il cambio di passo come dichiarato sia dal presidente che dallo stesso mister? E come valuti la stagione del Procida anche in confronti allo scorso anno?

“Uno dei tanti motivi per cui sono andato via, lo ammetto, è stato mister Ferraro, non mi ha preso né dal punto di vista tecnico né dal punto di vista personale. Quando è arrivato gli ho offerto il mio aiuto, nonostante fossi molto legato a Iovine. Ma niente escludeva la possibilità di potermi legare anche a un altro allenatore. Ma lui il mio aiuto lo ha ripetutamente rifiutato, mancandomi di rispetto in più di qualche occasione. Lui ha una grande fortuna, quella di avere uno straordinario professionista come Andrea Ferullo al suo fianco. È una persona squisita ed un bravissimo preparatore atletico, sono contento di averlo conosciuto. Fa il 99% del lavoro. Per il resto, devo dire la verità, in quel mese di lavoro Ferraro non mi ha impressionato dal punto di vista tecnico. Anche dal punto di vista umano non ha fatto nulla per integrarsi, come invece hanno fatto altri allenatori come Citarelli. Quest’ultimo dopo 10 anni, quando torna a Procida, viene accolto come un re. Ferraro credo finirà subito nel dimenticatoio. Il Procida ha chiuso il campionato al quarto posto è vero, ma c’è da dire che le prime tre davanti hanno mantenuto un rimo davvero alto. I numeri sicuramente dicono che il Procida ha ottenuto 10 vittorie e tre pareggi nella gestione Ferraro e quindi sono risultati importanti, è innegabile. La differenza sta in alcune cose: le condizioni di lavoro che sono state diverse nella seconda parte di campionato, poi la maggior forza della rosa e poi determinati episodi che sono andati a favore. Mister Iovine ha perso determinati punti anche perché nel girone di andata era tutto un altro campionato. Nel girone di ritorno squadre come Torrese, Neapolis e Ischia erano praticamente morte, queste partite erano già vinte come quelle contro le squadre più deboli. All’andata incontrammo una Torrese attrezzata per le posizioni playoff, fallendo un rigore al 95′. Il Neapolis fermò anche Sant’Antonio Abate e Vico Equense e a Procida pareggiò nel recupero per un infortunio di Lamarra. L’Ischia era in forma e venne con fare difensivo, strappando uno 0-0. Mettici gli infortuni, una rosa meno profonda e qualche episodio a sfavore e la differenza è tutta lì. Non mi piace in genere ragionare con i sé e con i ma, ma nel fare una valutazione complessiva bisogna tener conto di queste situazioni. Non dimentichiamoci che lo scorso anno, con un terzo del budget, nelle ultime 20 partite ne abbiamo vinte 17 e pareggiate 2, arrivando terzi anziché quarti e perdendo in finale playoff. Qualcuno dice che il campionato dello scorso anno fosse più semplice, ma non è così. È vero, l’Ottaviano è già retrocesso ma non bisogna dimenticare che abbiamo lasciato sotto Poggiomarino e Vico Equense che quest’anno sono arrivate nelle prime due posizioni. L’anno scorso retrocesse l’Oratorio Don Guanella, ma vincere a Scampia non fu facile per nessuno. In questo campionato, invece, le ultime sei o sette della classifica hanno “regalato” punti praticamente a tutti. Per le condizioni e per i risultati, le due stagioni non sono paragonabili tra di loro”.

È stato rispettato il progetto procidano? Cesarano e Ferraro hanno dichiarato di aver preservato la procidanità…

“Questa, purtroppo, è un’altra falsità. Dire che in questo momento giocano tanti procidani quanti ne giocavano prima è veramente negare l’evidenza. Il 6 maggio 2018 il Procida si trovava a giocare la finale playoff contro la Virtus Ottaviano dove vincevamo 1-0 con sette procidani nella formazione titolare e tre subentrati. Noi abbiamo portato in campo ben 10 procidani in una finale play-off. Credo che sia un risultato importante ma soprattutto abbiamo bruciato le tappe rispetto a quello che era il nostro progetto dello scorso anno. Io vi invito a vedere la distinta dell’ultima partita giocata contro la Neapolis dove c’erano zero procidani in campo. Nell’undici base oggi ce ne sono tre, Lubrano, Mammalella e Cibelli. Per non parlare dei procidani che hanno deciso di abbandonare la squadra dopo l’esonero di Iovine e tutto il resto che è venuto a creare. Se ne parla poco, forse perché erano giocatori giovani e poco utilizzati. Per me erano importanti tutti soprattutto per un progetto familiare come era il nostro. Uno di questi ragazzi è Mammalella, questo è l’ultimo regalo che io ho fatto al Procida, perché aveva lasciato la squadra dopo l’addio di Iovine. Io personalmente gli sono stato vicino e dopo due settimane è tornato al campo. Lui stesso mi ha confessato che è tornato per me e mi dispiace che poi sia stato io a lasciarlo. Ho lasciato un giocatore fondamentale nello scacchiere della squadra, perché Mammalella è a mani basse l’under migliore della squadra. Ecco, se devo fare un complimento a Ferraro è quello di averlo capito e di averlo preferito ad altri ragazzi che erano meno pronti. Su questo si è trovato d’accordo con Iovine. Alla fine Mammalella credo sia stato decisivo, la sua presenza gli ha regalato sicuramente qualche punto prezioso perché senza di lui sarebbe andato in grossa difficoltà dal punto di vista tattico come già accaduto in passato”.

Ferraro, tra le tante cose che ha detto, ha anche attaccato l’ambiente ischitano. Cosa ne pensa delle sue dichiarazioni ?

“Io credo che questa sia stata una cosa fuori luogo. Io non ho mai visto personalmente attacchi personali nei confronti di mister Ferraro e non capisco perché lui si sia sentito di attaccare un ambiente, che tra l’altro non conosce. E’ stata un’uscita infelice. Innanzitutto un tesserato di una società non si può permettere di criticare il lavoro di un giornalista. Io di mestiere faccio proprio il giornalista, e se un tesserato di una società si permettesse si criticare il mio lavoro come ha fatto il mister, io mi arrabbierei e non poco. Ischia in quanto ambiente di calcio e per ciò che rappresenta anche nel calcio Campano merita un po’ di rispetto in più e non credo che un qualsiasi persona dall’oggi all’indomani possa insegnare ad un isolano a fare calcio dopo tutto quello che ha fatto l’Ischia nel calcio professionistico”.

Il Procida potrà vincere i play-off e ha la forza per arrivare in Eccellenza?

“I play-off sono partite completamente diverse rispetto a quello che succede in campionato. Il Sant’Antonio Abate in questo momento è in grande difficoltà, rispetto a quello che ho visto fino alla gara di ritorno a Procida e ha anche degli squalificati. Io credo che il Procida qualche possibilità c’è l’abbia. Poi nel Procida ci sono Mammalella, Cibelli, i fratelli Costagliola, Muro, Lubrano e non posso non augurare il meglio a queste persone”.

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