L’Italia è a un passo dalla nascita del primo statuto delle partite Iva: dopo tre anni di ping pong in Parlamento, domani il Senato darà il via libera alla legge che riconosce maternità, malattia e altre forme di tutela a due milioni e mezzo di lavoratori.
Maternità, malattia e riposi. La rivoluzione delle partite Iva
Domani arriva “l’altro” Jobs Act: c’è pure il diritto a disconnettersi dal web
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ille e seicento anni dopo l’Italia è a un passo dal primo statuto delle partite Iva. Dopo tre anni di ping pong tra Camera e Senato, due governi e un’infinità di modifiche e limature domani il Senato darà il via libera definitivo al Jobs Act degli autonomi, una legge che riconosce maternità, malattia, e altre forme di tutela a due milioni e mezzo di lavoratori spesso non iscritti ad alcun albo e senza rappresentanza sindacale. Un popolo a metà tra l’indipendenza economica e quella professionale, sempre in bilico.
La legge – 22 articoli – è il frutto del lavoro di Maurizio Del Conte, professore di diritto del Lavoro alla Bocconi di Milano e presidente dell’Agenzia nazionale per le Politiche attive del lavoro, e dei consiglieri economici di Palazzo Chigi, prima Tommaso Nannicini e poi Marco Leonardi. Garantisce tutele e diritti: non sarà possibile saldare le fatture oltre i 60 giorni; qualunque clausola lo preveda sarà considerata nulla; le spese deducibili per corsi di aggiornamento professionale e orientamento vengono estese a 10 e 5 mila euro; le spese per svolgere un incarico sostenute dal datore di lavoro non andranno a incidere sul reddito della partita Iva; per chi ha un figlio niente astensione obbligatoria, si potrà ricevere l’indennità di maternità pur continuando a lavorare.
Negli accordi tra impresa e lavoratore autonomo dovranno essere rigidamente disciplinati i tempi di riposo (il cosiddetto diritto alla disconnessione). E, inoltre, i compensi e le clausole dovranno essere gli stessi dei lavoratori interni all’azienda che svolgono le medesime mansioni. Ancora, si estende anche agli autonomi la disciplina relativa all’abuso di dipendenza economica che disciplina i rapporti tra le imprese e vieta al più forte, vedi le multinazionali, di determinare nei rapporti commerciali un eccessivo squilibrio di diritti e obblighi.
La legge introduce, poi, una disciplina più favorevole in caso di malattia, infortunio e gravidanza: in questi casi chi svolge un’attività continuativa per un committente potrà essere garantito. In caso di maternità la lavoratrice autonoma potrà continuare a fatturare percependo l’indennità. Il congedo parentale viene esteso dagli attuali tre a sei mesi e sarà possibile usufruirne entro i tre anni dalla nascita del figlio. In più, la lavoratrice potrà concordare con il committente di essere sostituita da una persona di fiducia in possesso dei requisiti professionali. Per i casi di infortunio o malattia, il rapporto di lavoro con il committente non sarà estinto ma sospeso per un massimo di cinque mesi. Chi è costretto a sospendere il suo rapporto di collaborazione per più di 60 giorni potrà interrompere il versamento dei contributi e dei premi assicurativi per un massimo di due anni.
Il ddl sul lavoro autonomo è coperto con un fondo ad hoc previsto nella legge di stabilità 2016, che da quest’anno stanzia 50 milioni.
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