Il viaggio dei 5 Stelle ha innescato il corri corri verso Mosca. La galassia populista, infatti, sembra aver trovato il suo leader in Vladimir Putin. Oggi in Russia arriva il leghista Matteo Salvini, il più appassionato tra i putiniani d’Italia. E Berlusconi rilancia, al Cremlino aspettano il suo braccio destro Valentini.
Tutti a Mosca, sfida tra putiniani d’Italia.
Conclusa la missione dei parlamentari pentastellati, oggi l’arrivo di Salvini E Berlusconi rilancia, al Cremlino aspettano il suo braccio destro Valentini
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l viaggio a Mosca dei 5 Stelle, accolti dall’agenzia di Stato Ria Novosti, ha scatenato il corri corri verso Mosca. A breve arriverà Valentino Valentini, uno di casa da queste parti, da sempre ambasciatore per conto di Silvio Berlusconi presso Putin, che con l’ex Cav non ha mai interrotto il dialogo. Ufficialmente i 5 Stelle sono sbarcati per un evento del comitato del No al referendum degli italiani di Russia. Per lo stesso motivo oggi è qui Matteo Salvini. Tra i putiniani d’Italia il leader della Lega è forse quello più appassionato. Attraverso il suo emissario in terra russa, l’ex deputato Claudio D’Amico, Salvini aveva contattato gli stessi organizzatori dell’incontro con i 5 Stelle. E di fronte al loro rifiuto non ha demorso.
Il capo del Carroccio è voluto esserci a tutti i costi prima del voto: «Il no al referendum è un no anche alle sanzioni contro la Russia, l’ennesima follia di Renzi, a cui non si è mai opposto». In missione a Mosca, per la quarta volta in due anni, Salvini, a differenza dei grillini, sfrutta il viaggio per ritrovare i vecchi amici di Russia Unita, il partito del presidente. Vedrà una delegazione, casomai si fossero scordati che è lui il primo fan di Putin in Italia, non i grillini. Rivitalizzato dalla vittoria di Trump, adesso Salvini spera con ansia nel trionfo di Marine Le Pen in Francia. Sono tutti protagonisti di un domino geopolitico che trova in Putin contemporaneamente uno spettatore e un attore interessato. Per smontare le architravi europee e spostare l’asse verso l’Unione Eurasiatica a guida russa, lo zar soffia sulla rabbia antiglobalizzazione che ha travolto Hillary Clinton e e ha trascinato i britannici verso la Brexit.
I partiti populisti crescono nei consensi ovunque e spesso hanno il sostegno dei russi. Con alcuni paradossi anche: perché le stesse voci che da Mosca si alzano sdegnate contro «le milizie fasciste» che ci sarebbero dietro le rivolte di Maidan in Ucraina, sono spesso quelle che difendono le simpatie tra il Cremlino e partiti xenofobi e di estrema destra. Secondo fonti di intelligence americane citate dalla stampa inglese, la Russia addirittura starebbe condizionando molti partiti europei. Come? Finanziandoli? Non ci sono le prove.
Ce ne sono ampiamente invece della visibilità offerta al M5S e alla Lega su tutto il network mediatico che da Russia Today a Ria Novosti a Sputnik ruota attorno a Putin. Oltre che delle attenzioni e dell’accoglienza che la diplomazia russa riserva ai 5 Stelle. A Mosca, come a Roma, dove a giugno, durante il ricevimento all’ambasciata russa, è stato notato come un ospite più degli altri ricevesse gli onori di casa: il grillino Alessandro Di Battista, contento per la vittoria di Roma, e per l’occasione accompagnato da una donna in pizzo rosso.
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