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Adnkronos) – “Penserò alle migliaia di bambini uccisi a Gaza” per tutto il resto della mia vita.E’ quanto avrebbe detto il segretario di Stato americano Antony Blinken nel suo incontro di oggi 7 febbraio con il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, secondo quanto riferisce l’emittente Channel 13. Blinken si è detto “scioccato dal 7 ottobre” e “impegnato per impedire che possa avvenire di nuovo”.
Ma al tempo stesso, ha aggiunto, il fatto è che “intere famiglie che non sono collegate ad Hamas vengono colpite”.Netanyahu ha risposto che la colpa è di Hamas che opera di nascosto fra i civili. Incontro Blinken-Netanyahu Nell’incontro tra Blinken e Netanyahu “sono stati discussi i nuovi sforzi per assicurare il rilascio di tutti gli ostaggi rimasti in mano ad Hamas e l’importanza di aumentare la quantità di assistenza umanitaria che arriva ai civili sfollati in tutta Gaza”, ha reso noto il dipartimento di Stato. “C’è ancora molto lavoro da fare” per raggiungere un accordo che veda il rilascio degli ostaggi a Gaza. “Ma siamo molto concentrati nel fare questo lavoro e, si spera, essere in grado di riprendere il rilascio degli ostaggi che è stato interrotto molti mesi fa”, ha detto Blinken in una dichiarazione prima del suo incontro con il presidente israeliano Isaac Herzog, sottolineando che Stati Uniti ed Israele stanno studiando “in modo intenso” la proposta di Hamas. Da parte sua, Herzog ha notato che la nuova visita del segretario di Stato Usa a Tel Aviv “arriva in un momento cruciale del conflitto.
Noi desideriamo e preghiamo per il rilascio immediato dei nostri ostaggi – ha aggiunto – vogliamo vederli tornare al più presto possibile”. Continua intanto in Israele il pressing degli ex ostaggi su Netanyahu. “Mi rivolgo a lei, Netanyahu, il loro destino è nelle sue mani”, ha detto l’ex ostaggio Adina Moshe che ha tenuto questa sera una conferenza stampa assieme ad altre quattro donne liberate dalla prigionia di Hamas. “Generazioni di israeliani sono cresciute con l’idea che si cercherà sempre di salvare le vite degli ebrei”, ha detto Aloni Cunio, liberata con i due figli ma che ha lasciato a Gaza il marito David. “Il prezzo è alto, stringe lo stomaco, ma se non lo facciamo, sarà per sempre una macchia per Israele”, ha aggiunto, implorando un accordo per la liberazione degli ostaggi. “Ma lei lo sa cosa vuol dire stare lì anche per una sola ora?”, ha detto fra le lacrime a sedicenne Sahar Calderon, dicendo di voler riabbracciare al più presto il padre Ofer, che è ancora ostaggio a Gaza. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)