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Intervista a Diego Nargiso: “Il tennis italiano? Non mi pare in crisi…”

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Gli appassionati di Coppa Davis, e non solo, sicuramente ricorderanno, il Davisman per eccellenza, che tante emozioni e soddisfazioni ha regalato in Coppa Davis alla nazionale italiana, soprattutto in doppio, dove ha giocato, prevalentemente, in compagnia di Gaudenzi e di Camporese, con la squadra il cui capitano era Adriano Panatta, ultimo grande tennista italiano. Per chi non l’avesse ancora capito, stiamo parlando di Diego Nargiso, presente sui campi del circolo tennis Francavilla, al seguito di uno dei suoi attuali allievi, Lorenzo Giustino, che esordirà la prossima settimana al primo turno degli Internazionali di tennis d’Abruzzo, dove affronterà Sijsling.

E

cco, che il simpatico ex numero 67 delle classifiche ATP, da diversi anni coach, ci ha rilasciato un’intervista a tout  court, dove ci ha parlato del suo passato, della situazione del tennis italiano e di quello che secondo lui, sta accadendo ai vertici del tennis mondiale.

DIEGO NARGISO, COME MAI SI TROVA QUI A FRANCAVILA PER GLI INTERNAZIONALI DI TENNIS?

Mi trovo qui, perché sto seguendo Lorenzo Giustino, impegnato nel torneo. Attualmente sono il suo coach, dal momento che fa parte dell’accademia di tennisti da me gestita. Siamo venuti per allenarci in vista del nostro imminente impegno. In passato ho allenato anche Krajinovic e Mager (che al momento dell’intervista si stavano sfidando sul Grandstand. Alla fine è stato il serbo ad avere la meglio con il punteggio di 6 -0, 6 -4 ndc). Ho interrotto la collaborazione con Mager l’anno scorso e con Krajinovic un paio di anni fa. Li rivedo sempre molto volentieri.”

LEI, è IL DAVISMAN ITALIANO PER ECCELLENZA. CHE RICORDI HA DI QUEI TEMPI?

Sono passati parecchi anni, ma sono ricordi che non potrò mai cancellare (accenna un sorriso malinconico ndc ). Quando gareggi per i colori della tua Nazionale, sei pieno di orgoglio, e la soddisfazione è grande. Si tratta di emozioni irripetibili, visto che hai un’intera Nazione dalla tua parte. Dal punto di vista umano, poi, le tante esperienze in Davis mi hanno fatto crescere molto.”

QUAL è LA GARA CHE PORTERà SEMPRE NEL SUO CUORE IN COPPA DAVIS?

Ce ne sono veramente tante… Una di questa è stata la grande rivincita in casa con il Brasile, dove ho giocato sia in singolare che in doppio, dopo che l’anno prima avevamo perso in Brasile, con Pescosolido in preda ai crampi… Veramente una brutta esperienza… Ma ci siamo rifatti. Ricordo le vittorie con la Russia, quelle con l’Australia nel 1996 e nel 1997. Nel 1998 ricordo la vittoria contro gli USA in trasferta che ci ha portato in finale (successivamente persa in casa per 4 – 1 contro la Svezia ndc).”

COME VEDE NARGISO IL FUTURO DEL TENNIS ITALIANO?

“Non sono d’accordo sul fatto che i nostri ragazzi che sono un po’ indietro in classifica ATP, non siano più giovanissimi. Oggi, l’età anagrafica si è alzata davvero tanto. La media dei tennisti che sono nella Top – 100 si aggira sui 27 anni. Oggi si è considerati giovani fino ai 24-25 anni, e noi, con i nostri giocatori,siamo in linea con questa media, che è mondiale. Ovviamente, al netto di fenomeni che sono stati gestiti, forse, un po’ meglio dalle altre nazioni, ci sono una decina di ragazzi italiani che possono fare bene. Quinzi, ad esempio, ha 21 anni, ed è un gran talento, forse, non gestito al meglio. Comunque, sono circa 4 anni che gravita tra le 200esima e 250esima posizione. Si tratta di un ottimo profilo, così come ce ne sono altri. Il mio Lorenzo Giustino, ad esempio, che quest’anno ha raggiunto il suo best ranking come numero 190 ATP, sta facendo bene. Non bisogna guardare l’età anagrafica, ma guardare i risultati dai 25 anni in poi.”

RIGUARDO L’ELITè DEL TENNIS MONDIALE, CON DJOKOVIC IN DIFFICOLTà, E CON MURRAY CHE SEMBRA ANDARE A RILENTO, CHE IDEA SI è FATTO?

Stiamo vivendo un momento di stasi, con un cambio generazionale in atto. La crisi di Djokovic ci può stare, dal momento che un calo è assolutamente possibile dopo tutti gli anni che il serbo ha vissuto da protagonista. Attualmente, il serbo ha lasciato lo scettro a Murray, ottimo giocatore, ma credo sia un gradino sotto alla stesso giocatore di Belgrado, oltre che a Nadal e allo stesso Federer, con lo svizzero che è più vivo che mai. Poi, sono in arrivo i vari Kyrgios, Zverev, ecc… Che nei prossimi anni completeranno il fisiologico cambio generazionale, prendendo, a mio avviso, il posto dei top player attuali.”

CHRISTIAN BARISANI

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