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Generazione 2020: tra dismorfismo e mascherine FFP2

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span style="font-family: georgia, palatino, serif; font-size: 12pt;">Nell’attesa del nuovo DPCM e l’esito delle elezioni americane, quello che sembra certo è che le scuole, a differenza che negli altri paesi, resteranno chiuse per proseguire tramite “didattica a distanza”… Cosa ne sarà di questa generazione di studenti? Come verrà ricordato questo 2020?

Per molti genitori, in particolare le madri, dover lasciare i propri figli a casa sarà un problema non da poco, c’è poi chi sottolinea come queste “misure restrittive” danneggeranno moltissimo le loro capacità relazionali e di comunicazioni in futuro…

Bisogna dire che esistevano già problemi di comunicazione e di relazione, ancora prima della pandemia: in questo Paese, soltanto OGGI in Parlamento è stata finalmente votata una legge contro l’ omotransfobia, il che vuol dire che non sarà più passabile -per Legge-lo “sfottò” al compagno di banco solo perchè magari gli va di indossare una camicia rosa.

Considerando però il lockdown in cui ci troviamo, questo rischio per ora non c’è, piuttosto si “trasferisce” sui gruppi whatssapp, telegram , instagram, tik tok, facebook…

A differenza di queste nuove generazioni, noi italiane e italiani cresciuti durante gli anni novanta possiamo ritenerci di gran lunga più fortunati (più o meno).

Innanzitutto durante l’infanzia, non abbiamo avuto a che fare con Peppa Pig, semmai con la Pimpa e Dodò dell’Albero Azzurro, che tutto sommato ci hanno insegnato per lo meno i “rudimenti” del riciclo.

Dopo la beffa della Disney che ci ha rifilato storie di Principesse con i capelli lunghi e Principi Azzurri (spesso vestiti in maniera inguardabile e con capigliature indecenti come quelle gli omini della Lego), abbiamo avuto la fortuna di avere sulla TV generalista (e anche su altri canali) le versioni doppiate di celebri anime (rozzamente tradotte dai nostri genitori come “cartoni animati”).

Abbiamo salutato cordialmente Cenerentola con i topini, e felicemente accolto un nuovi personaggi : Sailor Moon e le Guerriere Sailor, Lady Oscar, Lamù, Terry e Meggy, e i Principi sono stati rimpiazzati da Robin Hood, Nadia e Jean de Il mistero della pietra azzurra, i Cavalieri dello Zodiaco e tanti altri…Su quest’ultimo “capolavoro” va sottolineato come la versione italiana sia davvero da considerarsi un’eccellenza dell’animazione: non soltanto le voci, ma la scrittura della versione italiana tocca vette di un livello di qualità letteraria che spiega il motivo per cui molti di noi, guardando le programmazioni odierne rabbrividiscono…

Un Ringraziamento doveroso va poi a Sailor Moon e tutte le Guerriere Sailor che già all’epoca ci aveva ispirato ad essere difenditrici della giustizia, sensibili e indipendenti… Peccato che per l’epoca questo ha fatto si che molte, perché ispiratesi a questo modello, si siano sentite dire di essere delle “femmine” indisponenti, prepotenti con la risposta sempre pronta…

C’è stata poi l’epoca d’oro di MTV e dell’MTV Anime Night, che ha senz’altro contribuito ancora per diversi anni a “formare” intere generazioni.

Tutto sommato si può dire, che noi della generazione precedente, “ce la siamo cavata”; anche se spesso lasciati soli, abbiamo coltivato l’immaginazione, la fantasia e imparato che “starsene per conto prorio” (magari ascoltando musica, leggendo, guardando la TV)non vuol dire “soffrire la solitudine”.

Per chi appartiene alla “generazione precedente”, esistevano “solo” la televisione e la Radio. Quest’ultima, tra l’altro ci ha insegnato l’Arte di Saper attendere il proprio pezzo preferito, facendoci sviluppare polpastrelli sensibilissimi per riuscire a sintonizzarci sulla frequenza giusta.

Oggi i “giovani” hanno molti più strumenti per conoscere, studiare, curiosare, comunicare e farsi conoscere… Eppure sembra che questo per una buona parte abbia costituito un problema che mina pericolosamente la propria fiducia in se stessi.

Come da anni spiega Lorella Zanardo, il problema è che molto spesso le ragazze e i ragazzi si lasciano fortemente condizionare dagli schermi “a cui sono incollati”, “semplicemente” perché non sanno come “leggerli” in maniera appropriata e non riescono a decodificare i messaggi che ricevono, senza lasciarsi condizionare al punto da sentirsi “sbagliati”.

Uno dei problemi più diffusi oggi è per esempio quello del Dismorfismo: stiamo andando nella direzione in cui i nostri volti si assomiglieranno tutti… Basta partire dalle App molto utilizzate ogni qual volta ci si fa un selfie: prima di pubblicare la foto così come è, “si sente l’esigenza” di doverla migliorare prima di condividerla con tutti.

Capita che molte coppie si formino conoscendosi sui social – magari si resta colpiti dalla foto profilo- non stupisce che una parte di queste coppie abbiano vita breve una volta che ci si conosce per davvero e di persona.

Bisogna ammettere – purtroppo- che anche quelli della generazione cresciuti a “pane e nutella” come merenda pomeridiana, sono rimasti “impigliati nella rete” delle FaceApp – magari perchè vittima della sindrome di Peter Pan o di quella della Strega di Biancaneve che vuole a tutti i costi essere la più bella del reame-.

Oggi la musica più che ascoltarla la si guarda persino molto di più che ai tempi di Mtv: sarà forse perché oggi spopola il K-Pop? – Vedi BTS e Blackpink.

Sembra infatti che oltre che dalla Cina, in futuro verremo conquistati anche dalla Corea, per ora sta avvenendo in maniera “soft” tramite i gruppi sud-coreani, a cui i Backstreetboys, Take That e Spice Girls non sono per nulla paragonabili.

In questo caso stiamo parlando di vere e proprie macchine da guerra, anzi da soldi: sia BTS che Blackpink godono di un fandom potentissimo persino qui in Italia (rispettivamente si chiamano ARMY -per i BTS e Blink per le Blackpink), tanto che viene da chiedersi quanto tempo ancora bisognerà aspettare perché vengano invitati da Fazio o a Sanremo, o magari anche a Ballando con le Stelle, dato che la stessa Milly Carlucci a seguito della performance di Costantino della Gherardesca che ballava appunto su Dynamite dei BTS aveva espresso il suo apprezzamento per il gruppo coreano.

Fatto sta che oltre che per la musica, l’onda K-POP porta con sé anche modelli estetici “pesanti” e altamente condizionanti: pelle bianchissima, volto con mento sottile, lentine colorate per gli occhi e corpo senza età da eterni adolescenti.

Insomma “essere giovani” oggi non deve essere affatto semplice: non è tanto per il fatto che bisogna studiare in casa e che per uscire devi metterti la mascherina, oggi per crescere devi innanzitutto imparare a “scegliere”.

Questa è una generazione che grazie a internet, ai social, ha a disposizione una scelta di possibilità talmente ampia da rischiare di perdersi – sia la propria identità e la propria strada per il futuro-. La pressione sociale è decisamente più alta da sopportare, perché si rischia di essere derisi e giudicati sui social.

Il punto ora è questo: possiamo considerare questa nuova fase di lockdown come “occasione” per lavorare anche sul confronto/dialogo generazionale per conoscersi meglio?

La convivenza forzata in casa di certo non verrà vissuta al meglio per tutti, ma se è proprio necessaria perché non “sfruttarla” a proprio favore?

Seguendo i talk e la varie trasmissioni, sembra che ci sia sempre la gara a trovare chi sia, tra i giovani o gli anziani, il colpevole della nuova ondata di diffusione… Perché invece non ripartire almeno dal “contesto familiare” per creare una qualche sorta di dialogo che permetta la fortificazione – o costruzione- di un legame che sembra essersi affievolito a favore dello schermo di uno smartphone?

Stéphanie Esposito Perna

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